Da La Stampa del 21/08/2006
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200608articoli/9336...
Gerusalemme l'ex responsabile della Difesa Benyamin Ben Eliezer prevede: «entro sei mesi saremo di nuovo in guerra»
Peretz: possibile un altro round con Hezbollah
di Aldo Baquis

Anche il ministro della Difesa Amir Peretz ha avvertito che è possibile un nuovo round fra Israele e Hezbollah. Peretz ha espresso inquietudine per i continui rifornimenti militari che raggiungono gli Hezbollah dal confine siro-libanese. E' appunto quella la zona dove nella notte di venerdì ha agito un'unità speciale israeliana, probabilmente nell'intento di recuperare informazioni aggiornate sui traffici di armi e di razzi da Siria e Iran verso gli uomini di Hassan Nasrallah. Nel frattempo è rientrata da Mosca una delegazione di esperti israeliani incaricati di lasciare sul tavolo di Vladimir Putin prove inconfutabili che razzi moderni di produzione russa, venduti alla Siria, sono stati utilizzati dai guerriglieri Hezbollah contro i carri armati israeliani Merkava. I modelli Merkava Mark-2 e Mark-3 sono stati in seria difficoltà. I Merkava Mark 4 se la sono cavata meglio, ma sono usciti malconci nell'imboscata tesa dagli Hezbollah nel Wadi Sluki, a Sud del fiume Litani. Colpa anche, viene detto a Tel Aviv, dei razzi anticarro Kornet, Metis e Rpg29 che la Siria ha fatto avere agli Hezbollah, malgrado impegni opposti assunti con la Russia. Nel frattempo, aggiunge l'intelligence di Israele, il traffico di razzi provenienti dall'Iran è ripreso: in particolare di Khaibar, che hanno una gittata di oltre 100 chilometri. Quanto ai razzi katyusha, Hezbollah ne ha ancora nei suoi magazzini molte migliaia. Israele ha scoperto in ritardo che nei villaggi bunker del Libano Sud gli Hezbollah hanno approntato rampe mobili, sotterranee. Basta schiacciare un pulsante e il razzo emerge sul terreno, viene sparato verso la Galilea, e poi la terra si richiude. Per eliminare quella minaccia occorre una forza di terra che si assuma l'incombenza di distruggere ogni bunker.
Visto da Gerusalemme, il governo di Siniora appare succubo degli Hezbollah: che esso chieda all'Unifil di disarmare Nasrallah appare improbabile. Da qui la sensazione che, anche dopo la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, il pericolo non sia stato rimosso e che la Galilea sia ancora in esposta ad attacchi. «Entro sei mesi - ha detto ieri Benyamin Ben Eliezer, ex ministro della Difesa - saremo di nuovo in guerra». Inizia una corsa contro il tempo, resa più drammatica dagli sviluppi in casa palestinese dove le gesta degli Hezbollah hanno convinto le fazioni radicali che lo Stato ebraico viene più efficacemente combattuto mediante rapimenti e mediante lanci di razzi che paralizzano le sue retrovie. Hamas vuole emulare gli Hezbollah, avverte l'intelligence.
Mesi fa Olmert aveva promesso agli israeliani che avrebbe fatto di Israele un Paese dove sia «gradevole vivere»: un incrocio spensierato fra la Grecia e la Spagna. Dal mese scorso Olmert ha invece compreso che lo sgombero unilaterale della Cisgiordania dovrà essere rinviato sine die e che con quei fondi dovrà preparare la Galilea al secondo round. Ci sono rifugi da ammodernare e da costruire, strade ed edifici da riparare, attività economiche da sostenere con urgenza perché non crollino e perché la popolazione non fugga al centro di Israele. Anche nelle forze armate il lavoro non manca. I magazzini dei riservisti devono essere riempiti con armi ed equipaggiamenti moderni. Stanziamenti enormi devono essere decisi per il Nautilus (il cannone laser che abbatte i razzi katyusha) e il Trophy (la sfera invisibile che protegge i mezzi blindati dai razzi anticarro). Si tratta di investimenti giganteschi, che Israele potrà affrontare solo se riceverà un sostegno dagli Stati Uniti. «Siamo comunque grati agli Hezbollah - ha detto Uri Lubrani, un ex dirigente del ministero della Difesa - che ci ha voluto dare la sveglia per tempo, prima cioè che l'Iran diventi una potenza atomica».
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