Da Corriere della Sera del 03/05/2006
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/05_Maggio...
Messi al bando i prodotti nocivi (cfc) si riaffaccia il temuto fenomeno
Torna il buco dell'ozono. Per il caldo
Negli ultimi anni c’era stato un parziale recupero di questo gas stratosferico. Ma l’effetto serra è un ulteriore fattore di erosione
di Franco Foresta Martin
La ricostituzione dello strato di ozono stratosferico potrebbe essere vanificata dal riscaldamento globale, che sta alterando le caratteristiche fisico-chimiche dell’atmosfera e rallentando i processi di ricostituzione di questo gas che ci protegge dai raggi ultravioletti più aggressivi. L’uomo con una mano ha messo al bando i prodotti chimici più direttamente nocivi all’ozono, i cosiddetto cfc (cluorofluorocarburi); ma con l’altra continua a pompare nell’atmosfera gas serra che, oltre a fare salire le temperature globali, nuocciono indirettamente anche all’ozono. Questa situazione paradossale è messa in evidenza da un articolo apparso sul numero del 4 maggio 2006 di Nature, scritto da un gruppo di ricercatori americani dell’Università di Boulder, Colorado e della Noaa (l’ente per lo studio dell’atmosfera e degli oceani).
NUOVO PROBLEMA - «Negli ultimi dieci anni abbiamo raccolto sufficienti evidenze che lo strato di ozono sta rispondendo positivamente alla progressiva eliminazione dei composti clorurati, riportandosi verso i livelli pre- anni 80, che poi sono i livelli in cui questo gas era stato stabile per secoli -ha dichiarato Betsy Weatherhead, capo gruppo dei ricercatori-. Ma ora dobbiamo fronteggiare un nuovo problema: l’aumento delle temperature alla superficie della Terra causato dal riscaldamento globale può instaurare, per reazione, temperature più basse del solito negli strati inferiori della stratosfera (attorno a 15-20 km d’altezza), favorendo la formazione di nubi stratosferiche le quali, a loro volta, contribuiscono massicciamente all’erosione dell’ozono».
EROSIONE - Il problema dell’erosione dell’ozono si era evidenziato tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 e sembrava avviato definitivamente a soluzione con la firma del Protocollo di Montreal del 1987, che metteva al bando i cfc, più comunemente noti come i gas usati per le bombolette spray, i circuiti di frigoriferi e condizionatori e per vari altri impieghi industriali e civili. Nel corso degli anni tutti i prodotti nocivi sono stati sostituiti con altri e, sia pure con varie oscillazioni, i livelli di ozono si sono lentamente ripristinati, pur senza raggiungere i valori precedenti al 1980. L’azione di bonifica si era imposta perché la molecola dell’ozono (ossigeno triatomico) ha la capacità di filtrare i raggi ultravioletti di più alta frequenza, quelli che oltre alle normali scottature, possono indurre cancri alla pelle, cecità e depressione del sistema immunitario. L’erosione dell’ozono, per ragioni di circolazione atmosferica, è risultata massima alle maggiori latitudini, soprattutto nell’emisfero australe, dove ha periodicamente creato il cosiddetto "buco" socrastante l’Artico e la punta del Sudamerica. Il fenomeno è stato puntualmente accompagnato da un aumento della radiazione ultravioletta misurata al suolo. Ora, affermano i ricercatori americani abbiamo il fondato sospetto che, malgrado il bando dei cfc, l’incremento ulteriore dei gas serra , in particolare CO2 (anidride carbonica), N2O (protossido d’azoto) e CH4 (metano), sarà il nuovo fattore dominante di erosione dell’ozono, vanificando quanto è stato fatto.
NUOVO PROBLEMA - «Negli ultimi dieci anni abbiamo raccolto sufficienti evidenze che lo strato di ozono sta rispondendo positivamente alla progressiva eliminazione dei composti clorurati, riportandosi verso i livelli pre- anni 80, che poi sono i livelli in cui questo gas era stato stabile per secoli -ha dichiarato Betsy Weatherhead, capo gruppo dei ricercatori-. Ma ora dobbiamo fronteggiare un nuovo problema: l’aumento delle temperature alla superficie della Terra causato dal riscaldamento globale può instaurare, per reazione, temperature più basse del solito negli strati inferiori della stratosfera (attorno a 15-20 km d’altezza), favorendo la formazione di nubi stratosferiche le quali, a loro volta, contribuiscono massicciamente all’erosione dell’ozono».
EROSIONE - Il problema dell’erosione dell’ozono si era evidenziato tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 e sembrava avviato definitivamente a soluzione con la firma del Protocollo di Montreal del 1987, che metteva al bando i cfc, più comunemente noti come i gas usati per le bombolette spray, i circuiti di frigoriferi e condizionatori e per vari altri impieghi industriali e civili. Nel corso degli anni tutti i prodotti nocivi sono stati sostituiti con altri e, sia pure con varie oscillazioni, i livelli di ozono si sono lentamente ripristinati, pur senza raggiungere i valori precedenti al 1980. L’azione di bonifica si era imposta perché la molecola dell’ozono (ossigeno triatomico) ha la capacità di filtrare i raggi ultravioletti di più alta frequenza, quelli che oltre alle normali scottature, possono indurre cancri alla pelle, cecità e depressione del sistema immunitario. L’erosione dell’ozono, per ragioni di circolazione atmosferica, è risultata massima alle maggiori latitudini, soprattutto nell’emisfero australe, dove ha periodicamente creato il cosiddetto "buco" socrastante l’Artico e la punta del Sudamerica. Il fenomeno è stato puntualmente accompagnato da un aumento della radiazione ultravioletta misurata al suolo. Ora, affermano i ricercatori americani abbiamo il fondato sospetto che, malgrado il bando dei cfc, l’incremento ulteriore dei gas serra , in particolare CO2 (anidride carbonica), N2O (protossido d’azoto) e CH4 (metano), sarà il nuovo fattore dominante di erosione dell’ozono, vanificando quanto è stato fatto.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
su Le Monde del 30/10/2006
Sono molti gli animali che mutano le loro abitudini per via delle trasformazioni dell'habitat. Scienziati Usa hanno decretato l'inizio della sesta estinzione sulla Terra, la prima provocata dall'uomo
Attenti alla rana: è la spia che il clima cambia
Il suo organismo vittima dell'effetto serra. Alcune specie di anfibi a rischio estinzione
Attenti alla rana: è la spia che il clima cambia
Il suo organismo vittima dell'effetto serra. Alcune specie di anfibi a rischio estinzione
di Antonio Cianciullo su La Repubblica del 09/10/2006
News in archivio
Ambiente: australiani pronti a pagare per ridurre l'effetto serra
Una stragrande maggioranza di elettori conservatori chiedono che l'Australia firmi il protocollo di Kyoto
Una stragrande maggioranza di elettori conservatori chiedono che l'Australia firmi il protocollo di Kyoto
su ITNews del 08/11/2006
I dati dell'Organizzazione meteorologica mondiale
Ambiente: gas serra record, Protocollo di Kyoto inutile
L'anidride carbonica ha raggiunto nel 2005 le 379,1 parti per milione, con un incremento dello 0,5% in un solo anno
Ambiente: gas serra record, Protocollo di Kyoto inutile
L'anidride carbonica ha raggiunto nel 2005 le 379,1 parti per milione, con un incremento dello 0,5% in un solo anno
su Corriere della Sera del 03/11/2006
su Ansa del 12/10/2006