Da SwissInfo del 26/06/2006
Originale su http://www.swissinfo.org/ita/prima_pagina/detail/Il_traffico_illecito_...
Il traffico illecito di armi nel mirino dell'ONU
La Svizzera è tra gli Stati che vogliono sradicare il commercio illegale di armi
di Adam Beaumont

La Conferenza, organizzata dalle Nazioni Unite, intende valutare i risultati raggiunti negli ultimi 5 anni e capire ciò che resta da fare per sradicare questa "piaga globale".
La riunione, iniziata lunedì, rappresenta la prima opportunità di fare il punto della situazione da quando, nel 2001, 170 Stati hanno adottato un programma d'azione per combattere il traffico illegale di armi leggere.
L'accordo ha fissato degli standard globali minimi per assicurare controlli efficaci delle esportazioni e delle importazioni, raccogliere e distruggere le armi, incrementare la sicurezza dei depositi e facilitare lo scambio d'informazione tra i paesi.
Tuttavia, secondo l'ONU, circa 1000 persone al giorno continuano a morire a causa delle pistole.
FARE SUL SERIO
"Speriamo che gli Stati membri assumino un forte impegno per mettere in pratica il programma d'azione per prevenire, combattere e sradicare tutti gli aspetti del traffico illecito di armi leggere", dice a swissinfo Ruedi Christen, portavoce della missione svizzera alla sede dell'ONU di New York.
In gennaio, un incontro preparatorio in vista di questa Conferenza di bilancio aveva permesso di constatare come alcuni paesi non riconoscessero la gravità della situazione.
Secondo Keith Krause, direttore del programma Small Army Survey di Ginevra, dall'inizio dell'anno il clima si è tuttavia migliorato ed ora gli Stati stanno facendo sul serio.
"Restano alcune lacune, ma rispetto a 5 anni fa si sono compiuti numerosi progressi in molti ambiti", dice a swissinfo.
La Conferenza di New York si svolgerà sull'arco di due settimane e dovrebbe riunire circa 2'000 partecipanti: rappresentanti governativi, organizzazioni internazionali e società civile.
FUCILI D'ASSALTO
Uno dei grandi successi degli ultimi anni è stata l'introduzione di un nuovo strumento per identificare e rintracciare le armi leggere commerciate illegalmente. Tra queste, pistole, fucili d'assalto, mitragliatrici, granate così come piccoli lanciamissili portatili.
Nata da un'iniziativa congiunta di Svizzera e Francia, la proposta era stata adottata all'unanimità dall'Assemblea generale dell'ONU nel dicembre scorso. Nelle prossime due settimane Krause intende battersi per favorire la concretizzazione pratica dell'accordo.
Numerosi attivisti chiedono inoltre delle nuove norme internazionali riguardanti i rivenditori di armi, le loro esportazioni e i progressi nella distruzione dei depositi.
Venerdì scorso, il Financial Times aveva riportato la notizia che il governo inglese, dei produttori di armi e delle ONG quali Amnesty International e Oxfam stavano per lanciare un appello per un trattato globale sulla vendita di armi.
"Gli inglesi stanno spingendo a fondo per sviluppare un sistema armonizzato di principi e codici di comportamento. Gli Stati Uniti hanno già segnalato la loro disponibilità", rileva Krause.
Nel corso della Conferenza, la Svizzera, portavoce di 42 Stati che hanno recentemente firmato il testo, presenterà "La Dichiarazione di Ginevra sulla violenza armata e lo sviluppo". L'accordo obbliga i paesi firmatari a mettere in atto misure concrete per ridurre l'utilizzo di pistole.
"Speriamo che nuovi approcci come quello della Dichiarazione di Ginevra saranno discussi seriamente", conclude Ruedi Christen.
Annotazioni − Traduzione Marzio Pescia
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