Da La Repubblica del 24/05/2006
Originale su http://www.repubblica.it/2006/04/motori/maggio-2006/motori-5/motori-5.html

Auto a forma di tigre, tricicli a forma di F1 e altre follie nella competizione nella quale vince chi consuma di meno

Maratona super ecologica: 2.885 Km/litro di etanolo

di Daniele Sparisci

Quest'anno il record è rimasto imbattuto. I ragazzi del liceo La Joliverie si sono "fermati" a 2.885 chilometri con un litro di etanolo sul circuito di Nogaro, in Francia. Quasi mille in meno in meno rispetto agli svizzeri del Politecnico di Zurigo, che nell'ultima edizione avevano raggiunto il tetto storico dei 3.836 km con l'equivalente di un litro di benzina. I numeri della Shell Eco Marathon, la competizione nella quale vince chi consuma di meno, sono impressionanti. Così come lo sono le vetture che vi partecipano: alcune sembrano moduli spaziali, altre hanno forme feline, di siluro, di pesce, e c'è chi addirittura ha tre ruote dietro e una davanti. Con 285 squadre e oltre 3.000 liceali e universitari provenienti da tutta Europa (quest'anno ce n'era anche uno dall'Arabia Saudita, primo produttore di petrolio al mondo!) la fantasia di certo non manca.

Ma di là dello spirito goliardico, la Shell Eco-Marathon, che prosegue da ventuno anni, è un importante banco di prova per l'efficienza energetica: qui la compagna anglo-olandese testa nuovi tipi di benzina, alleva fucine di giovani ingegneri e chimici e cerca delle risposte dall'energia alternativa, idrogeno, biocarburanti, solare, ma anche da quella tradizionale come il diesel o il gas liquido.

Le regole sono semplici: bisogna percorrere sette giri, cioè 25 chilometri, ad una velocità media minima di 30km/h in meno di 50 minuti, dosando l'acceleratore come se fosse acqua nel deserto. Sulla linea di di arrivo la macchina viene smontata , e il serbatoio grande la metà di una lattina di Coca-Cola, viene controllato scrupolosamente dai tecnici per rilevarne i consumi.

"I migliori - spiega un commissario a bordo pista- usano l'acceleratore solo pochi secondi ogni giro. E un giro dura più di sei minuti".

Il resto è tutto a motore spento, con sorpassi surreali che avvengono nel silenzio più totale, mentre la tecnologia stop & go rimette in moto il propulsore prima di una curva per dare al veicolo la spinta che gli servirà ad affrontare il resto della pista. La differenza nella Shell Eco-marathon la fanno l'aerodinamica, i cuscinetti di ceramica, gli pneumatici radiali, l'abilità ma soprattutto il peso del pilota, che per entrare in una di queste vetture, dove si guida sdraiati e "inscatolati", deve essere piccolo e svelto. Qui le pari opportunità sono roba paleolitica: a guidare, infatti, sono per lo più donne tostissime e minute.

Ma la differenza la fanno anche i soldi - racconta - Riccardo Silimbani, docente presso l'ITIP di Faenza , che da dieci anni partecipa alla corsa insieme ai ragazzi dell'istituto tecnico. Quest'anno il loro veicolo a idrogeno ha conquistato il terzo posto nella categoria "Urban Concept", dove gareggiano macchine ispirate alle city car".

Noi spendiamo diecimila euro- spiega Silimbani-mentre i top-team superano i centomila."E poi c'è l'XTeam della Fondazione Politecnico di Milano che con un veicolo a benzina ha percorso 464 km con un litro, un buon risultato visto che nella precedente edizione non si era nemmeno qualificato per la fase finale. "Il nostro budget per quest'anno era di 38 mila Euro- racconta il team manager Paolo Magni- ma i due terzi li abbiamo spesi per la costruzione di un'officina dove poter lavorare, mentre la fibra di carbonio che è servita per la scocca ci è stata regalata da un cantiere navale."

Intanto i ragazzi della "Jol", la Joliverie, segnano un altro punto: insieme al Politecnico di Nantes hanno realizzato un mezzo idrogeno da 2.730 km con l'equivalente di un litro di benzina, che si è classificato terzo dopo un altro team francese, l'ESSTIN-Vandouvre-les-Nancy e prima di tedeschi della Hochsule di Offenburg.

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