Da Vita No Profit del 26/05/2006
Originale su http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=68710
Gas serra: Italia ritardataria condannata dalla Ue
di Benedetta Verrini
La Direttiva del Parlamento europeo sullo scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra non è stata recepita entro la scadenza obbligatoria, il 2003
L'Italia "ritardataria" sulle disposizioni del Protocollo di Kyoto è stata condannata dalla Corte di giustizia delle comunità europee "per non aver recepito entro il termine prescritto la direttiva sullo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra".
Il protocollo di Kyoto, come è noto, mira alla riduzione dell'8%delle emissioni di gas a effetto serra nel periodo 2008-2012, rispetto ai livelli del 1990.
Per questo la Direttiva del Parlamento europeo, 2003/87/CE, che doveva essere recepita entro il 31 dicembre 2003, ha istituito un sistema di scambio di quote di emissioni dei gas serra nella Ue, grazie al quale a ogni stato membro è consentito emettere una tonnellata di biossido di carbonio o di qualsiasi altro gas a effetto serra per un periodo determinato.
Dopo aver ricevuto una diffida da parte della Commissione, il governo italiano ha fatto presente che il recepimento è avvenuto attraverso l'adozione del decreto legge 12 novembre 2004, n. 273, entrato in vigore il 16 novembre 2004 e convertito in legge 30 dicembre 2004, n. 316.
Troppo tardi, però: la sentenza della Corte ha condannato l'Italia alle spese e ha rilevato che “non avendo adottato, entro il termine prescritto, tutte le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza di tale direttiva.”
L'Italia "ritardataria" sulle disposizioni del Protocollo di Kyoto è stata condannata dalla Corte di giustizia delle comunità europee "per non aver recepito entro il termine prescritto la direttiva sullo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra".
Il protocollo di Kyoto, come è noto, mira alla riduzione dell'8%delle emissioni di gas a effetto serra nel periodo 2008-2012, rispetto ai livelli del 1990.
Per questo la Direttiva del Parlamento europeo, 2003/87/CE, che doveva essere recepita entro il 31 dicembre 2003, ha istituito un sistema di scambio di quote di emissioni dei gas serra nella Ue, grazie al quale a ogni stato membro è consentito emettere una tonnellata di biossido di carbonio o di qualsiasi altro gas a effetto serra per un periodo determinato.
Dopo aver ricevuto una diffida da parte della Commissione, il governo italiano ha fatto presente che il recepimento è avvenuto attraverso l'adozione del decreto legge 12 novembre 2004, n. 273, entrato in vigore il 16 novembre 2004 e convertito in legge 30 dicembre 2004, n. 316.
Troppo tardi, però: la sentenza della Corte ha condannato l'Italia alle spese e ha rilevato che “non avendo adottato, entro il termine prescritto, tutte le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza di tale direttiva.”
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