Da WEEK.it del 29/03/2006
Originale su http://www.weekit.it/index.php?option=com_content&task=view&id...

Lo spyware avanza. E diventa un vero business miliardario

Ne parliamo con Gerhard Eschelbeck, che da due mesi è il chief technology officer di Webroot. I numeri del report

di Gianni Rusconi

Nel 2005 lo spyware ha fatto bingo, ha scalato la classifica del cybercrimine ed è diventato la minaccia principale per la sicurezza dei computer. Il ricorso a soluzioni di prevenzione più o meno qualificate non ha impedito ai software infetti di moltiplicarsi e provocare, nei soli Stati Uniti, danni quantificabili in 62 miliardi di dollari.

Degli impatti e dell’evoluzione delle nuove minacce per utenti individuali e addetti aziendali ne ha parlato ad ampio raggio a WEEK.it Gerhard Eschelbeck, noto esperto delle problematiche di sicurezza It e da metà gennaio nuovo cto e svp engineering di Webroot, la società del Colorado che, con 6 milioni e mezzo di utenti consumer e migliaia di desktop enterprise serviti, del settore è un attore di primo piano. «Lo spyware ha cambiato le modalità con cui si diffonde», dice Eschelbeck: «Prima solo via e-mail, oggi fra le tutte le maglie dei browser Web.

È più pericoloso, perché mina in modo più profondo le funzionalità di ogni singolo pc. I quattro livelli che lo definiscono, cookies, adware, tro­jans e system monitor, sono sempre più diffusi su larga scala, soprattutto gli ultimi due, e sono più sofisticati, più velocemente riproducibili e più difficilmente rintracciabili, ancora più mirati contro specifiche organizzazioni».


TRIPLICATO IN UN ANNO

Un quadro che il report State of Spyware di Webroot quantifica così: il 51% dei computer aziendali ha mostrato la presenza di adware e (fatto più grave) il 6% dei desktop è oggi affetto da system monitor (lo spyware che consente a terzi di controllare le attività effettuate sul proprio computer) e il 12% da trojan horse. Il 54% delle aziende interpellate ha perso business a causa dello spyware e i siti nel mondo che lo diffondono sono arrivati a quota 400 mila.

«Il fenomeno ha trovato radici ed è maturato, sfuggendo agli antivirus, ai software di intrusion detection e a quelli di pulizia del pc», sottolinea Eschelbeck: «All’inizio del 2005 le tracce di spyware da noi identificate erano 40 mila, alla fine dell’anno già 120 mila.

Combatterlo è sempre più complesso perché ci sono tre fonti indipendenti di sviluppo: chi lo scrive, chi lo distribuisce sulla rete e chi seleziona i siti da attaccare. Occorre quindi mapparne a fondo la diffusione sulle pagine Web per trovare righe di codice comuni e l’immediato rimedio».

Attività, del resto, che Webroot svolge attraverso Phileas, un sistema di ricerca automatica in grado di scansire migliaia di siti al secondo per identificare e segnalare nuove minacce, che arrivano soprattutto da Usa e Cina, i paesi che producono più spyware con il 30% circa (ciascuno) dei siti rilevati infetti a livello mondiale.


AIUTO, ARRIVERÀ ANCHE IN TASCA!

Sui terminali mobili il fenomeno è ancora poco diffuso, dice Eschelbeck, a causa della molteplicità delle piattaforme operative utilizzate dai vari produttori, ma cosa succederà quando Windows Mobile sarà penetrato anche solo per la metà di quel che è oggi Windows nei pc?

Lo scenario in cui si sfideranno i grandi e piccoli attori del comparto (dietro Webroot, che vanta il 33% del mercato delle soluzioni antispyware stando ai dati di Radicati Group, c’è infatti un colosso come Ca, con il 27% della domanda) sarà all’insegna della massima dinamicità.

Per il cto di Webroot questi i passaggi chiave a medio termine: «Instant messaging, email in mobilità, Voip e connessioni Wi-Fi saranno i driver di un segmento la cui la base installata salirà del 157% entro il 2007 e che in valore passerà dai 200 milioni di euro del 2006 agli 1,3 miliardi del 2010, quando gli utenti saranno oltre 700 milioni».

Un business potenziale enorme che non può non fare gola anche a chi, vedi Microsoft, non è ancora un attore di riferimento del mondo della security. Cosa cambierà con l’entrata in campo della suite Live OneCare, prevista entro l’estate e con presunte avanzate capacità antispyware di Windows Defender?

«Ci stanno lavorando da anni», questo il punto di vista interessato di Eschelbeck, «ma una cosa è sviluppare una soluzione antispyware e un’altra è monitorarne la diffusione in modo sistematico attraverso competenze e risorse consolidate.

Microsoft arriverà a giocare un ruolo importante in questo settore ma non prima di tre/quattro anni, un lasso di tempo in cui gli specialisti come Webroot potranno affermare la propria presenza sul mercato globale».
 
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