Da Punto Informatico del 23/03/2006
Originale su http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=58481
Pechino, carcere preventivo per blogger
Hao Wu, già residente negli Stati Uniti, è sparito dalla circolazione durante le riprese di un documentario indipendente sulla cristianità in Cina. È stato sbattuto in carcere e non si sa perché
di Tommaso Lombardi
Pechino - Un giorno molto triste per l'informazione indipendente che viaggia su Internet: il giovane blogger Hao Wu, documentarista ed appassionato di giornalismo d'inchiesta, si trova in carcere da un mese. Hao è stato arrestato senza motivo durante le riprese di un documentario sulla cristianità "abusiva" nella Repubblica Popolare Cinese, ovvero sulla galassia di chiese clandestine non approvate dal governo - tra cui figura anche la Chiesa Cattolica.
Hao Wu è letteralmente sparito dalla circolazione lo scorso febbraio. La polizia di Pechino ha confermato il suo arresto, ma non ha fornito ulteriori informazioni. I portavoce della rappresentanza diplomatica cinese in Italia non hanno saputo commentare il caso.
Collaboratore di Global Voices, Hao era tornato in Cina dopo 10 anni di soggiorno negli Stati Uniti, dove ha lavorato presso un ISP locale.
La sua famiglia d'origine, residente in Cina, ha rifiutato ogni contatto con la stampa per paura di ritorsioni da parte del governo cinese. Il blog del giovane, dedicato alla città di Pechino, non è più aggiornato dal 22 febbraio.
Molto attivo sul fronte politico, schierato in difesa delle libertà democratiche, il giovane laureato in biologia, improvvisatosi inviato speciale, s'occupava soprattutto di temi scottanti e sicuramente non graditi dal governo comunista.
I colleghi e gli amici di Wu hanno lanciato una campagna online per sostenere la sua liberazione. Gli autori del sito sostengono che "le autorità hanno catturato Hao per costringerlo ad usare tutte le sue conoscenze contro i vari movimenti cristiani abusivi che vivono nel sottobosco della società cinese".
Hao Wu è letteralmente sparito dalla circolazione lo scorso febbraio. La polizia di Pechino ha confermato il suo arresto, ma non ha fornito ulteriori informazioni. I portavoce della rappresentanza diplomatica cinese in Italia non hanno saputo commentare il caso.
Collaboratore di Global Voices, Hao era tornato in Cina dopo 10 anni di soggiorno negli Stati Uniti, dove ha lavorato presso un ISP locale.
La sua famiglia d'origine, residente in Cina, ha rifiutato ogni contatto con la stampa per paura di ritorsioni da parte del governo cinese. Il blog del giovane, dedicato alla città di Pechino, non è più aggiornato dal 22 febbraio.
Molto attivo sul fronte politico, schierato in difesa delle libertà democratiche, il giovane laureato in biologia, improvvisatosi inviato speciale, s'occupava soprattutto di temi scottanti e sicuramente non graditi dal governo comunista.
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