Da Punto Informatico del 10/01/2006
Originale su http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=57103
Nato il Partito dei Pirati
Un gruppo di utenti svedesi sferra un'offensiva senza precedenti alle politiche delle grandi corporation occidentali che - affermano - si dedicano al racket della proprietà intellettuale
Roma - No alle leggi internazionali che rendono possibile alle grandi corporation di far valere a tutto tondo i propri diritti di proprietà intellettuale ben oltre il buon senso. Questo, in sintesi, il significato del manifesto politico con cui è stato presentato nei giorni scorsi in Svezia il Partito dei Pirati.
Nel suo sito, il gruppo di utenti Internet che ha messo in piedi Piratpartiet, dichiara di voler partecipare alle prossime elezioni politiche sperando di riuscire a superare lo sbarramento del 4 per cento: oltre quel numero di voti, infatti, il Partito potrebbe guadagnarsi uno o più seggi in Parlamento. Per riuscirci dovranno raggranellare più di 225mila voti.
L'operazione è annunciata come una esplicita risposta alle politiche delle multinazionali che, afferma il manifesto, nel mondo in via di sviluppo si comportano come un racket a caccia di lucro sulla scorta di proprietà intellettuali spesso discutibili, e nel mondo ricco sono impegnate nella violazione della privacy e nell'aggressione legale a singoli individui. Il riferimento alle major del cinema e della musica è chiarissimo.
Il programma politico del Piratpartiet è di rottura: ignorare le determinazioni dell'Organizzazione mondiale del Commercio e qualsiasi normativa tesa ad ostacolare il libero flusso dell'informazione. Altri punti cardine riguardano il rifiuto della data retention, ossia la conservazione dei dati degli utenti: in questo caso il riferimento è alle nuove normative europee che, nate come leggi eccezionali per combattere il terrorismo, mettono in realtà i dati raccolti a disposizione anche delle inchieste contro le violazioni della proprietà intellettuale.
Nel suo sito, il gruppo di utenti Internet che ha messo in piedi Piratpartiet, dichiara di voler partecipare alle prossime elezioni politiche sperando di riuscire a superare lo sbarramento del 4 per cento: oltre quel numero di voti, infatti, il Partito potrebbe guadagnarsi uno o più seggi in Parlamento. Per riuscirci dovranno raggranellare più di 225mila voti.
L'operazione è annunciata come una esplicita risposta alle politiche delle multinazionali che, afferma il manifesto, nel mondo in via di sviluppo si comportano come un racket a caccia di lucro sulla scorta di proprietà intellettuali spesso discutibili, e nel mondo ricco sono impegnate nella violazione della privacy e nell'aggressione legale a singoli individui. Il riferimento alle major del cinema e della musica è chiarissimo.
Il programma politico del Piratpartiet è di rottura: ignorare le determinazioni dell'Organizzazione mondiale del Commercio e qualsiasi normativa tesa ad ostacolare il libero flusso dell'informazione. Altri punti cardine riguardano il rifiuto della data retention, ossia la conservazione dei dati degli utenti: in questo caso il riferimento è alle nuove normative europee che, nate come leggi eccezionali per combattere il terrorismo, mettono in realtà i dati raccolti a disposizione anche delle inchieste contro le violazioni della proprietà intellettuale.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
su Punto Informatico del 26/10/2005
su Punto Informatico del 26/10/2005
di Tommaso Lombardi su Punto Informatico del 16/06/2006
News in archivio
su Punto Informatico del 17/07/2006
su Punto Informatico del 03/11/2006
su Punto Informatico del 15/09/2006
In biblioteca
di Italiano Agente
Aliberti Editore, 2006
Aliberti Editore, 2006
di Lawrence Lessig
Feltrinelli Editore, 2006
Feltrinelli Editore, 2006