Da OneWorld del 30/12/2005
Originale su http://unimondo.oneworld.net/article/view/124945/1/

Uganda: appello all'Ue per un'iniziativa di pace

Due soldati sono stati arrestati per l’uccisione di otto persone e il ferimento di altre 15 avvenuta lunedì scorso durante la repressione di una manifestazione davanti a caserme dell’esercito vicino al campo profughi di Lalogi, dove alloggiano ugandesi in cerca di riparo dagli attacchi dei ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lord’s resistance army, Lra). Un portavoce militare ha riferito che gli arrestati dovranno spiegare a due commissioni d’inchiesta indipendenti le circostanze dei delitti, verificatisi quando i militari hanno aperto il fuoco contro una folla armata di machete, bastoni e pietre, riunita in protesta contro l’uccisione di un ragazzino nel giorno di Natale - riporta l'agenzia Misna.

L’esercito ugandese è spesso accusato di violenze contro la popolazione civile, così come i guerriglieri dell’Lra, in lotta da 19 anni nei distretti settentrionali, in un conflitto che ha causato oltre 100.000 vittime. Si calcola inoltre che siano circa 25 mila i bambini che hanno subito violenza o sono stati arruolati con la forza dai ribelli, mentre circa 1,5 milioni di ugandesi sono costretti a vivere nei numerosi campi per sfollati pur di sfuggire agli attacchi dello Lra.

Intanto il Regno Unito ha deciso di tagliare 26.4 milioni di dollari nell’assistenza diretta all’Uganda per le preoccupazioni circa la democrazia nel Paese per le prossime elezioni generali a febbraio 2006. La decisone di Londra fa seguito a quella della Svezia e di altri donatori europei che hanno tagliato gli aiuti all’Uganda chiedendo a Museveni riforme democratiche, per le quali il governo è stato ampiamente criticato anche in seguito all’arresto di Kizza Besigye, leader dell’opposizione del Forum for Democratic Change - riporta Warnews.

Saranno sei i candidati che concorreranno alle elezioni presidenziali in programma in Uganda il prossimo anno. Lo ha riferito la Commissione elettorale ugandese, precisando che delle 38 candidature depositate nei giorni scorsi solo 6 (5 uomini e una donna) sono state accettate per partecipare all’appuntamento con le urne che si dovrebbe tenere tra il 12 febbraio e il 12 marzo prossimo. Secondo i dati forniti dalla commissione parteciperanno al voto: il presidente uscente Yoweri Museveni (candidato del partito di governo National resistance movement ), il sindaco della capitale John Ssebaana Kizito (in rappresentanza del Partito democratico), Kiiza Besigye (per il principale partito d’opposizione Forum per il cambiamento democratico), Miria Obote Kalule (Congresso del popolo ugandese) e Nasser Sebagala e Abed Bwanika candidati indipendenti. Nella contesa sono considerati favoriti il capo di Stato uscente Yoweri Museveni e Kizza Besigye, che riproporranno così la sfida del 2001. Besigye, principale esponente dell’opposizione, si trova in carcere dal 14 novembre scorso per le accuse di tradimento, terrorismo e stupro contestategli a pochi giorni dal suo rientro in patria dopo 4 anni di esilio (autoimposto) in Sudafrica.

Intanto peggiora di giorno in giorno il già triste destino dei bambini soldato nel nord dell'Uganda - riporta l'Associazione per i popoli minacciati. Solamente durante quest'anno 19.000 bambini hanno perso la vita a causa della guerra, dei rapimenti subiti, per omicidio oppure sono morti per sfinimento in uno dei 200 campi profughi del paese. 13.000 bambini sono stati rapiti a partire dal 2003 e con estrema brutalità sono stati addestrati a fare i soldati. Ogni settimana muoiono altre 1.000 persone e 40.000 bambini e adolescenti sono costretti ogni sera a percorrere fino a 10 km a piedi per nascondersi nelle città dalle aggressioni notturne. 1,6 milioni di persone, corrispondenti al 90% della popolazione delle zone di combattimento in guerra, vivono in campi profughi con il costante terrore di aggressioni e soprusi da parte di una delle due parti in causa.

"I crimini nel nord dell'Uganda non sono ascrivibili solo all'esercito ribelle, il Lord's Resistance Army (LRA - Esercito di resistenza del Signore), ma anche l'esercito regolare del governo Museveni si rende responsabile di saccheggi e stupri" - nota APM. Nonostante il 50% del bilancio nazionale ugandese sia finanziato dall'estero, finora nessuno ha proposto o avanzato un'iniziativa di pace, né il Consiglio di Sicurezza né l'Unione Europea e neanche gli Stati Uniti d'America. L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) lancia un urgente appello a tutti i ministri degli esteri dell'Unione Europea, e in particolar modo al ministro degli esteri austriaco Ursula Plassnik, il cui paese assumerà il 1 gennaio 2006 la presidenza del Consiglio Europeo, affinché elaborino e ottengano un'iniziativa di pace per l'Uganda dell'Unione Europea e costringano quindi il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a impegnarsi per la pace nella regione.

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