Da Punto Informatico del 29/12/2005
Originale su http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=57058
Pirateria, Davide si scaglia contro Golia
Nuovi casi di mamme-pirata negli USA: donne colpite dalle denunce di RIAA e soci. Tra di loro alcune non mollano e raccolgono fondi per combattere l'industria discografica. Che rischia il boomerang mediatico
di Tommaso Lombardi
New York (USA) - Divorziate, squattrinate e con molti figli a carico: questo è l'identikit delle mamme pirata, come vengono ormai chiamate alcune madri che stanno agitando settori dell'opinione pubblica statunitense. Come nel caso di Cecilia Gonzales, queste giovani donne bersagliate dalla politica antipirateria di RIAA ed MPAA si trovano presto senza via di fuga e sommerse dai debiti.
Un cliché che si è ripetuto anche nella storia che ha per protagonista Patti Santangelo, 43 anni, divorziata e madre di cinque figli in un distretto suburbano di New York. Accusata dalle major discografiche di avere utilizzato vari software peer-to-peer per il download illecito di alcuni brani musicali, Santangelo fa parte di quello che il giornalista Jon Newton, fondatore del portale P2Pnet, ha battezzato "il circolo delle vittime del P2P".
La donna nega la propria colpevolezza e non intende patteggiare alcun risarcimento danni: "È una questione morale", confida, "dato che non posso pagare per un crimine mai commesso". Secondo un primo parere dei giudici, la Santangelo non è "neanche in grado di accendere un computer".
Ma i 24mila dollari finora spesi tra avvocati e consulenze non sono bastati per dimostrare la propria innocenza, basata su un alibi apparentemente valido - l'azione irresponsabile di uno dei figlioletti, improvvisatosi esperto d'informatica.
Grazie all'intervento di vari simpatizzanti, P2PNet annuncia una raccolta fondi a favore di Patti Santangelo. Il sito web della campagna è già attivo e si richiama direttamente all'episodio biblico del giovane Davide contro il gigante Golia: Fight Goliath tenterà di aiutare Santangelo in questa "impresa epica contro le Quattro Grandi case discografiche", dichiara Jon Newton. "È una donna coraggiosa che non intende piegarsi alle major", conclude Newton.
RIAA continua, nel frattempo, a bombardare migliaia di utenti con denunce e richieste di risarcimento danni. A volte, come testimonia Patti Santangelo, "arrivano a ricattare, richiedendo ingenti somme di denaro", sempre più grandi, "per evitare ulteriori procedimenti legali". Chi vincerà questa guerra impari?
Un cliché che si è ripetuto anche nella storia che ha per protagonista Patti Santangelo, 43 anni, divorziata e madre di cinque figli in un distretto suburbano di New York. Accusata dalle major discografiche di avere utilizzato vari software peer-to-peer per il download illecito di alcuni brani musicali, Santangelo fa parte di quello che il giornalista Jon Newton, fondatore del portale P2Pnet, ha battezzato "il circolo delle vittime del P2P".
La donna nega la propria colpevolezza e non intende patteggiare alcun risarcimento danni: "È una questione morale", confida, "dato che non posso pagare per un crimine mai commesso". Secondo un primo parere dei giudici, la Santangelo non è "neanche in grado di accendere un computer".
Ma i 24mila dollari finora spesi tra avvocati e consulenze non sono bastati per dimostrare la propria innocenza, basata su un alibi apparentemente valido - l'azione irresponsabile di uno dei figlioletti, improvvisatosi esperto d'informatica.
Grazie all'intervento di vari simpatizzanti, P2PNet annuncia una raccolta fondi a favore di Patti Santangelo. Il sito web della campagna è già attivo e si richiama direttamente all'episodio biblico del giovane Davide contro il gigante Golia: Fight Goliath tenterà di aiutare Santangelo in questa "impresa epica contro le Quattro Grandi case discografiche", dichiara Jon Newton. "È una donna coraggiosa che non intende piegarsi alle major", conclude Newton.
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