Da Sardegna Oggi del 15/12/2005
Originale su http://www.sardegnaoggi.it/notizie.php?notizia=6833

L'Ndrangheta calabrese è sbarcata in Sardegna

Un'organizzazione criminale specializzata nel traffico di stupefacenti che agiva tra Sardegna, Calabria e Lombardia sotto il controllo di un clan della 'ndrangheta, e' stata sgominata dai Carabinieri del Comando provinciale di Cagliari, coordinati dalla Dia. Tra i 14 arrestati, anche un elemento di punta del clan calabrese "Nirta" di San Luca (RC), già condannato in passato a 18 anni di reclusione per sequestro di persona. Nell'operazione sono state denunciate a piede libero altre 13 persone.

CAGLIARI - I Carabinieri di Cagliari hanno inferto un altro duro colpo ai narcotrafficanti e svelato un pericoloso patto criminale tra l’Ndrangheta calabrese e gruppi criminali emergenti sardi. Sette ordinanze di custodia cautelare maturate nell’ambito dell’indagine denominata “Santa Barbara” sviluppata dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cagliari sono state eseguite oggi nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano e Reggio Calabria a carico di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed eroina.

Il gruppo colpito con l’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Cagliari, Giovanni Lavena, su richiesta del P.M. distrettuale PaoloDe Angelis, è risultato suggellare, in maniera inedita per l’isola, l’esistenza di una doppia correlazione di interessi criminosi nel campo del narcotraffico con famiglie di grande spessore imperanti nell’area calabra di San Luca (RC) ed altre in quelle del capoluogo Bresciano. Infatti, tra i capi dell’organizzazione smantellata, figura S.M., di Uras (OR), cognato di A.S., appartenente alla cosca mafiosa denominata Nirta, alias “scalzone”, attiva in San Luca (RC), cuore della Locride e roccaforte della “Ndrangheta” e con diramazioni in molte regioni italiane, fra le quali Marche, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, appartenente alla consorteria criminale calabrese, coinvolta nella metà degli anni ottanta nei sequestri dell’imprenditore napoletano Carlo De Feo, e di quello comasco Carlo Meroni. A.S., al quale va riconosciuta una straordinaria caratura delinquenziale, per quelle azioni, ha espiato diciotto anni di carcere, che non gli sono tuttavia valsi, come osserva il G.I.P. di Cagliari, ad astenersi alla commissione di gravi delitti.

Il gruppo sardo, forte del collegamento derivante dal vincolo di affinità del matrimonio con la “ndrina” (famiglia) calabrese Nirta, ha consentito di assicurare uno stabile rapporto di fornitura stabile che sostentava la vita e le attività dell’associazione criminale. Inquietante, secondo gli inquirenti, appare il collegamento sull’asse Cagliari-San Luca (RC), capace di generare nuovi modelli di penetrazione mafiosa, in un’area storicamente preservata da tale tipo di vincolo associativo. Le potenzialità offensive del gruppo in Sardegna si sono perfezionate anche con A.S., referente nel territorio della Trexenta (Guasila) di una parallela organizzazione fornitrice, operante in provincia di Brescia e grazie alla quale si è inserita stabilmente nei traffici del gruppo sardo-calabrese, con duplice ruolo di fornitore ed acquirente.

L’operazione ha visto, nel corso degli oltre due anni di investigazioni, oltre ai sette destinatari del provvedimento, costituenti il vertice dell'associazione, l’arresto in flagranza di reato di 7 persone: S.M. e G.B., già arrestati e destinatari di provvedimento di custodia cautelare, F.M., 50 anni di Cagliari, E.S., 33 anni di Serrenti, M.B., 39 anni di Marrubbiu, A.C., 34 anni di Nuoro, S.M.T., 29 anni di Nuoro, e la denuncia a piede libero di 16 persone. Il gruppo, che potenzialmente trattava l’immissione sul mercato di oltre 50 kg. di droga, tra cocaina ed eroina, è stato duramente colpito con il sequestro di 100.000 Euro in contanti e con il sequestro dei patrimoni mobili ed immobili illecitamente conseguiti, che costituiscono l’oggetto dello sviluppo delle investigazioni. Dieci carichi di differenti entità sono stati intercettati e sequestrati dai Carabinieri che li hanno scovati occultati su autoveicoli e imbarcazioni. I militari hanno forti sospetti che i proventi illeciti, “sicuramente ingenti, siano stati investiti anche in noti complessi immobiliari turistici dell’isola. Per cui questa prima fase di successo operativo costituisce una solida base per rilanciare una seconda fase, ancor più complessa, di aggressione al patrimonio immobiliare illecitamente accumulato per confiscarlo. E’ il dispetto ed il danno maggiore che si possa fare alle organizzazioni criminali”.

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