Da RaiNews24 del 14/12/2005
Originale su http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=58580

Le elezioni in Iraq

Baghdad - Alcuni dati e numeri chiave delle elezioni politiche che si terranno domani in Iraq, le prime dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.


PRINCIPALI CANDIDATI

AUAD ALLAWI. Sciita, ex Primo ministro ad interim del governo iracheno insediato nel giugno 2004 con il mandato di Onu, Consiglio governativo iracheno e Amministrazione provvisoria delle coalizione (Cpa), guida la Lista irachena nazionale, una coalizione che riunisce esponenti moderati sciiti, sunniti e curdi. Nato a Baghdad nel 1946 da una nota famiglia sciita, Allawi studia medicina all'Università di Baghdad e milita nelle file del partito Baath. Nel 1971 è costretto a lasciare il Paese e a rifugiarsi in Inghilterra; sopravvissuto nel 1978 a un attentato commissionato dall'ex presidente iracheno, Allawi rientra in Iraq nell'aprile 2003. Appoggiato da Washington, è considerato da molti iracheni l'uomo della Cia-

ABDEL AZIZ AL HAKIM. Religioso sciita e leader del principale partito sciita, il Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri), guida la coalizione sciita Alleanza irachena unita che alle elezioni di gennaio ha conquistato la maggioranza dei seggi in parlamento. Costretto all'esilio durante il regime di Saddam Hussein, è rientrato in Iraq dopo l'offensiva Usa. Durante gli anni dell'esilio è stato a capo delle milizie sciite Badr e vanta ancora stertti legami in Iran. Al Hakim preferisce operare da dietro le quinte della politica.

AHMED CHALABI. Sciita, leader del partito Congresso nazionale iracheno, ha lasciato l'Iraq nel 1956 per trasferirsi prima a Washington, poi a Londra. Tornato in Iraq nella metà degli anni Novanta, tenta senza successo di organizzare un'insurrezione nel nord controllato dai curdi. Nel 1992 è condannato in contumacia in Giordania a 22 anni di prigione per bancarotta fraudolenta, dopo il crollo della Petra Bank da lui fondata. Protetto inizialmente dal Pentagono, si pensa sia stato lui a fornire agli Usa le informazioni inattendibili sulle armi di distruzione di massa irachene. Nell'agosto 2004 è stato emesso contro di lui un mandato di arresto per contraffazione di denaro. Alle scorse elezioni si è candidato nella lista sciita Alleanza irachena unita, che l'ha portato a ricoprire la carica di vice premier.

JALAL TALABANI. Curdo sunnita, leader dell'Unione patriottica del Kurdistan, uno dei due principali partiti curdi, presidente uscente dell'Iraq. Nato nel 1933, comincia la sua militanza politica nel Partito democratico del Kurdistan prima di fondare il suo movimento nel 1957. Talabani guida l'Allenza curda formata dai due principali partiti curdi. Nella scorsa legislazione, i curdi hanno stretto alleanza con gli sciiti, ma negli ultimi mesi ci sono stati disaccordi tra lo stesso Talabani e il premier sciita Ibrahin al Jaafari. Non si escludono nuove allenze.

SALEH AL MUTLAQ. Dirigente del Consiglio del dialogo nazionale, il leader sunnita ha lanciato numerosi appelli per una forte partecipazione della comunità arabo-sunnita alle elezioni, per evitare di rimanere in forte minoranze all'interno delle istituzioni di governo come avvenuto dopo le consultazioni dello scorso gennaio. Mutlaq ha dato vita alla lista del Fronte iracheno per il dialogo nazionale. Una volta nominato il nuovo esecutivo, al Mutlaq e altri leader sunniti presenterabbo gli emendamenti al testo costituzionale che giudicano pericoloso per l'unità del paese.


ELETTORI
Numero di elettori iscritti: 15.544.428, di cui circa 4 milioni a Baghdad. L'elettore vota nella provincia in cui abita.


VOTO
Il paese è diviso in 18 circoscrizioni elettorali, quante sono le province. Dei 275 seggi parlamentari, 230 vengono attribuiti su base provinciale secondo le seguenti modalità: Baghdad 59, Ninive 19, Bassora 16, Suleimaniyah 15, Erbil 13, Dhi Qar 12, Babil 11, Dyala 10, Ta'mim 9, Al Anbar 9, Salahuddin 8, Wasit 8, Najaf 8, Qadisiyah 8, Dohuk 7, Missan 7, Kerbala 6, Muthanna 5. I restanti 45 seggi sono definiti "seggi nazionali" e vengono assegnati a quei partiti che non riescono a conquistarli a livello provinciale, ma che sono riusciti a ottenere un buon numero di voti.


SEGGI
Oltre 6.000 seggi saranno aperti dalle 7 alle 17 locali (dalle 5 alle 15 in Italia). Si contano circa 31.000 urne, ma queste cifre possono variare all'ultimo momento a seconda delle condizioni di sicurezza, soprattutto in alcune province come al Anbar, roccaforte della guerriglia sunnita. Se la situazione dovesse risultare troppo tesa, alcuni seggi potrebbero rimanere chiusi, come già avvenuto lo scorso gennaio;


OSSERVATORI
Oltre 70.000 osservatori indipendenti sono stati accreditati dalla Commissione elettorale, appartenenti a oltre 250 ong. Sono circa 800 gli osservatori stranieri, tra cui figurano europei, americani, giapponesi e una sola delegazione araba, formata da giudici e magistrati egiziani. Non è prevista la presenza di osservatori nei seggi situati in regioni particolarmente insicure come a ovest e a nord di Baghdad. I candidati e i partiti hanno chiesto l'accredito per oltre 160.000 delegati.


VOTO SPECIALE
Gli iracheni detenuti nelle prigioni, ricoverati negli ospedali e i membri delle forze di sicurezza hanno votato ieri, 12 dicembre, mentre gli elettori residenti all'estero votano dal 13 al 15 dicembre. All'estero, sono circa 1,5 milioni gli aventi diritto.


NUOVO GOVERNO
Il governo eletto con il voto del 15 dicembre deve insediarsi entro il prossimo 31 dicembre e rimane in carica per quattro anni. Sono previsti intensi negoziati per dare vita a coalizioni di governo. Dalle urne uscirà il primo esecutivo a pieno mandato dalla caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003.


PRIMO MINISTRO
Il nuovo parlamento elegge il prossimo primo ministro con una maggioranza dei due terzi dei voti; spetta poi al premier formare il gabinetto;


EMENDAMENTI COSTITUZIONALI
Per ottenere l'accordo dei sunniti sulla nuova costituzione permanente irachena, l'Assemblea nazionale irachena uscente ha approvato lo scorso ottobre alcune modifiche che prevedono la possibilità di ritoccare il testo nei primi quattro mesi dall'insediamento del nuovo parlamento. Gli emendamenti devono essere approvati con una maggioranza parlamentare dei due terzi e con la maggioranza semplice nel referendum nazionale.

DONNE
Almeno il 25 % dei seggi parlamentari devono essere assegnati alle donne.


La commissione elettorale ha annunciato di aver registrato 6.655 candidati, iscritti in 996 liste, e aver certificato 307 gruppi politici (sia in forma di candidati singoli, sia di partiti) e 19 coalizioni. Qualunque esecutivo sara' chiamato a governare l'Iraq dovra' farlo con una coalizione, anche se dalle urne dovesse uscire vincitrice l'Alleanza islamica, il blocco piu' imponente sostenuto dal leader sciita, l'ayatollah Ali' Al Sistani. Baghdad è il distretto elettorale più grande con 2.161 candidati che si contendono 59 dei 275 seggi del parlamento iracheno.

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