Da Corriere della Sera del 26/11/2005

Il responsabile delle Attività produttive: ci impegniamo a recuperare le professionalità spazzate via dal referendum. Protestano gli ambientalisti

«Il rilancio del nucleare nel programma del Polo»

Il ministro Scajola replica all’annuncio di Prodi sull’energia solare

di Franco Foresta Martin

ROMA - A Romano Prodi che ha invocato l’energia dei pannelli solari, Claudio Scajola ha risposto che bisogna rimettere al primo posto quella nucleare. La polemica a distanza fra il leader dell’Unione e il ministro delle Attività produttive si è consumata ieri, in una giornata che ha riportato il dibattito sulle scelte energetiche del prossimo governo ai toni arroventati del referendum del 1987. Occasione della nuova campagna in favore del ritorno dell’atomo in Italia, una visita che il ministro Scajola ha fatto ai laboratori Enea della Casaccia, con particolare attenzione agli impianti dove si fanno esperimenti di «fusione nucleare»: una opzione energetica futuribile, sulla quale molti scienziati hanno scommesso, ma che non ha ancora prodotto il prototipo funzionante dello sperato reattore «sicuro e pulito».


L’OBIETTIVO - Scajola ha voluto esprimere il suo incoraggiamento a quanti, non solo all’Enea, lavorano al nucleare del futuro. Ma soprattutto ha voluto sottolineare che, nell’attesa di sviluppi, dovremo ripescare il nucleare del passato. «Il rilancio dell’opzione nucleare è nel programma di governo del centrodestra per la prossima legislatura. Ci impegniamo ad assicurare gli investimenti necessari e soprattutto a recuperare le professionalità spazzate via dal referendum e il gap creato in questo settore con gli altri Paesi industrializzati». E per dimostrare che non si tratta solo di parole, Scajola ricorda le sue azioni concrete. Il sostegno all’Enel che sta partecipando alla realizzazione dei cosiddetti «reattori di terza generazione», attualmente in fase di progettazione in Francia attraverso il progetto Epr (European pressurized reactor). La ricostituzione della società «Ansaldo nucleare». L’ingresso dell’industria italiana nei Paesi a vocazione nucleare. L’assunzione di nuovi ingegneri nucleari all’Enea e in altri settori.

Poi la stoccata a Prodi, che tre giorni fa aveva annunciato, in caso di vittoria del centrosinistra, un rilancio alla grande del solare fotovoltaico, simile a quello portato avanti negli ultimi anni dalla Germania. «Con il fotovoltaico, anche se coprissimo tutta l’Italia e le acque territoriali di pannelli, non potremmo garantire il fabbisogno energetico del nostro Paese - ha ironizzato Scajola -. Prodi è persona degna di ogni stima, ma è necessario essere seri nelle valutazioni e capire che il mix deve essere composto. Per questo dobbiamo puntare al nucleare, che costa dieci volte meno del solare».


LE REAZIONI - «Si tratta di un progetto ideologico e negativo per il futuro del Paese - replica secco Ermete Realacci, possibile ministro dell’Ambiente in caso di vittoria del centrosinistra -. Un motivo di più per mandare a casa il Governo Berlusconi». E diversi esponenti delle associazioni ambientaliste non mancano di ricordare che gli italiani sul nucleare si sono già pronunciati chiaramente venti anni fa; mentre sul solare vorrebbero che si facesse di più, come è dimostrato dalla elevata e inaspettata partecipazione alla richiesta degli incentivi per l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle case. In pochi mesi migliaia di domande, di cui solo poche centinaia, finora, sono state evase.

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