Da La Repubblica del 21/11/2005

Nell'ultimo rapporto del Noaa, l'agenzia Usa per gli oceani e l'atmosfera, una fotografia di tutti i parametri fuori controllo

2005, l'anno del clima impazzito

Record di piogge e uragani. Ma anche l'ottobre più caldo dal 1880

di Elena Dusi

ROMA - Il freddo di questi giorni potremmo considerarlo l'oscillazione del pendolo. L'ottobre appena trascorso è stato infatti il più caldo dal 1880 a oggi. E se non fossero bastati gli uragani dell'estate a mostrarci la portata distruttiva di un clima imbizzarrito, arrivano ora i dati scientifici del Noaa (agenzia statunitense per gli oceani e l'atmosfera) a metterci in guardia.

L'ultimo rapporto mensile contiene registrazioni e tabelle completamente fuori squadra. Temperature al suolo, temperature degli oceani, piovosità, numero e natura degli eventi estremi. Nessuno dei dati rientra nella norma. In cambio non mancano i record. Il 2005 è sulla strada giusta per piazzarsi al secondo posto fra gli anni più caldi dal 1880 a oggi. Ci si avvicina al record assoluto per quanto riguarda le temperature dei mari nell'emisfero nord. Nel complesso, la temperatura media di ottobre è stata superiore di 0,68 gradi alla media degli anni 1880-2004. La discrepanza è stata superiore di 0,80 gradi nell'emisfero nord e di 0,52 in quello sud.

Per quanto riguarda gli uragani, mai dal 1944 (anno in cui si iniziò a tenere il censimento) si era registrata un'attività intensa come quella del 2005. Le tempeste tropicali sono state 23, 13 delle quali si sono trasformate in uragani. A sette di essi è stato aggiunto anche l'aggettivo "catastrofico". L'energia cinetica sprigionata da questi eventi estremi nel 2005 si avvicina al record. Il dato totale per l'anno in corso è il quarto della storia: solo nel 1950, 1995 e 2004 l'atmosfera aveva mostrato tanta turbolenza. A essere colpita con particolare forza è stata l'America. Ma nell'occhio del ciclone sono finite anche India e Asia sud-orientale.

Il caldo record del mese di ottobre ha colpito soprattutto l'emisfero boreale. Se i termometri nella parte settentrionale del globo hanno superato ogni limite precedente, in quella sud il mese trascorso è risultato il terzo più caldo dal 1880 a oggi. Le anomalie più stridenti sono state osservate in Asia e Europa occidentale. Ma le preoccupazioni maggiori arrivano dal riscaldamento dei normali "frigoriferi" del pianeta: Siberia, Alaska, Canada e Scandinavia. Qui si sono registrati fino a 4 gradi in più rispetto alla media. Alle temperature quasi estive dell'ottobre scorso non si sono allineate America del sud, la Turchia e il medio oriente.

Nel rapporto del Noaa sono finite anche le oscillazioni dell'altalena delle piogge. In alcune aree dell'America settentrionale le precipitazioni di quest'anno sono addirittura raddoppiate rispetto alla media. A fronte dei capoluoghi statunitensi del nord e dei Caraibi, finiti a mollo, ci sono i paesi dell'America centrale con Brasile ed Europa orientale che hanno registrato un livello di precipitazioni inferiore alla media. Di vera e propria siccità si parla invece per il corno d'Africa e per la parte meridionale del continente. L'Europa è stata abbastanza piovosa sulla costa atlantica, mentre un deficit di precipitazioni che raggiunge il 50 per cento rispetto alla media si è registrato all'interno del continente.

Il rapporto così zeppo di record e anomalie dell'ottobre 2005 è arrivato in maniera tutt'altro che imprevista. Già settembre presentava molti dati lontani dalla norma, e gran parte delle registrazioni record relative a temperature dei mari, del suolo e della piovosità ricadono negli ultimi cinque anni. A settembre una ricerca condotta dal National center for atmosferic research americano aveva messo in evidenza una leggera diminuzione del numero dei cicloni negli ultimi 50 anni. In compenso però erano quasi raddoppiati gli eventi estremi: gli uragani di forza 4 e 5.

Proprio la settimana scorsa sulla rivista Nature veniva registrato un paradosso: i paesi più danneggiati dal cambiamento climatico saranno quelli che contribuiscono meno alle emissioni dei gas serra. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità le alterazioni di temperatura e piovosità provocate dall'inquinamento umano provocano già 150 mila morti ogni anno.

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