Da La Repubblica del 17/11/2005

Dopo il Pentagono, il ministro britannico Reid dichiara: "Usammo quella sostanza, ma mai contro i civili"

Fosforo, ammette anche Londra indagine irachena a Falluja

di Claudia Fusani

ROMA - Dopo il Pentagono anche Downing street ammette l'uso di fosforo bianco e Mk77, un napalm più "leggero", durante i combattimenti in Iraq. «Ma mai contro le popolazioni civili» ha detto il ministro della Difesa britannico John Reid. «Non usiamo fosforo bianco né altre armi incendiarie contro i civili - ha continuato il ministro ai microfoni della Bbc - il nostro impiego è limitato a usi militari per ottenere l'effetto di una cortina fumogena e per dare copertura alle truppe in azione». Per stanare i nemici. Le chiamano operazioni shake and bake, scuoti e cuoci.

Dopo dieci giorni di smentite e silenzi sull'inchiesta di Rainews24 che ha denunciato l'uso di armi incendiarie come napalm e fosforo bianco durante i bombardamenti contro la raccaforte sunnita di Falluja, Washington e Londra sono costrette a fare alcune importanti ammissioni che contraddicono le prime reazioni. Entrambi i governi che guidano la coalizione in Iraq giustificano l'uso di quelle sostanze chimiche in quanto adoperate «contro i combattenti nemici e mai contro i civili». Per fini militari e quindi, in base alle Convenzioni internazionali, legittimi. Londra, in realtà, aveva già ammesso l'uso di willy pete, nome in gergo del fosforo bianco, nel giugno scorso quando il ministro della Difesa ha risposto all'ex deputato laburista Alice Mahon. In quella occasione, il ministero della Difesa britannico spiegò come, non solo a Falluja nel 2004, ma già «tra il 31 marzo e il 2 aprile 2003, la I Marine Expeditionary Force usò trenta bombe Mk77 contro obiettivi militari e lontano da aree abitate da civili».

Le giustificazioni dei governi della coalizione non convincono il governo di Bagdad. Il ministero dei diritti umani guidato da Narmin Uthman ha deciso di inviare a Falluja una squadra di periti che dovrà esaminare alcuni cadaveri per provare gli eventuali effetti del fosforo bianco. Tra le prove documentali dell'inchiesta di Rainews ci sono anche i registri del cimitero di Falluja dove sono sepolti, catalogati con cartelli e numeri, i cadaveri bruciati e corrosi ma con gli abiti intatti, effetti tipici del fosforo. Ogni numero su un corpo, ad esempio 0001-04-f-04, corrisponde ad un preciso luogo di sepoltura, un corridoio e uno spazio. Una perizia medico-legale potrà dire con certezza come sono morte quelle persone.

Intanto in Italia oggi pomeriggio il governo, forse il ministro della Difesa Antonio Martino ma ieri sera non c'era ancora certezza, risponderà nell'aula di Montecitorio alle interpellanze di tutti i capigruppo dell'Unione che hanno chiesto al governo se era al corrente dell'utilizzo di queste sostanze chimiche da parte dei membri della coalizione di cui fa parte anche l'Italia. Il centrosinistra si era in un primo tempo diviso sull'inchiesta su Falluja ma di fronte all'evidenza delle immagini e delle prove raccolte, anche Ds e Margherita hanno condiviso lo sdegno della sinistra più radicale. Continua anche la raccolta di firme da parte dell'Associazione Articolo 21 che tutela la libertà di stampa perché i canali Rai trasmettano in prima serata il documentario-inchiesta. Da cui emerge un interrogativo fondamentale: Falluja, con i suoi abitanti, semplici cittadini ma anche guerriglieri, è stata considerata in blocco, nei vari bombardamenti, un obiettivo militare da parte dell'esercito Usa e inglese? Le Convenzioni che regolano l'uso di armi chimiche e incendiarie mantengono un'ambiguità di fondo. Che è questa: sostanze come il fosforo o il Mk77, evoluzione più leggera del napalm usato a mani basse dagli americani in Vietnam, non sono comprese in una lista di sostanze vietate di per sé. Il loro utilizzo è possibile nei confronti di obiettivi militari ma rigorosamente vietato contro i civili.

Di questo si fanno scudo nelle loro smentite e spiegazioni il Pentagono e il ministero della Difesa britannico. «Abbiamo utilizzato il fosforo come arma legittima per vincere le resistenze degli insorti» ha ripetuto con forza ieri il maggiore Todd Vician, un altro portavoce del Pentagono. Di sicuro delle battaglie di Falluja sappiamo poco o nulla. E Amnesty International ha ricordato al governo italiano, in una lettera, che prima di tutto «è stato violato l'articolo 51 del I protocollo della Convenzione di Ginevra del 1949». Il diritto internazionale umanitario vieta in modo assoluto «attacchi diretti contro i civili» e anche «attacchi contro obiettivi militari quando hanno un impatto sproporzionato sui i civili». A Falluja i marines hanno raccontato di aver lanciato fosforo bianco contro case e palmeti.

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