Da Corriere della Sera del 16/11/2005
I conti dell’Istat. Va meglio l’industria, ancora giù i servizi
La ripresa non decolla. Italia, crescita frenata
Nel terzo trimestre Pil salito dello 0,3%
di Mario Sensini
ROMA - Più 0,3% nel terzo trimestre, che vuol dire un più 0,1% già acquisito per il 2005. La ripresa stenta e il prodotto interno lordo italiano continua a crescere molto poco, a una velocità dimezzata rispetto a quella della media europea. Il settore agricolo non tira più, i servizi sono fermi e va un po’ meglio solo l’industria, cosa che spinge Luca Cordero di Montezemolo a reclamare «politiche strutturali per il settore». Ma quello 0,1%, e la speranza di arrotondare la cifra con un buon quarto trimestre, fanno comunque sorridere il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.. Le previsioni ufficiali del governo, infatti, restano ferme a una crescita zero per quest’anno. E anche il deficit al 4,3% concordato con la Ue è ancorato a quell’ipotesi. Va da sé che anche una crescita minima dell’economia, potrebbe far bene ai conti italiani del 2005. Che per giunta potrebbero beneficiare dello slittamento al 2006 dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Dei 6,5 miliardi di euro di spesa prevista dalla Finanziaria 2005, almeno 5 miliardi, a causa dei ritardi di cui il sindacato accusa il governo e che il governo imputa a ragioni tecniche, potrebbero scivolare all’anno prossimo. I conti del 2006 peggiorerebbero di 0,4 punti di Pil, ma quelli del 2005 migliorerebbero di altrettanto. Portando il rapporto tra deficit e Pil ben al di sotto del 4,3% promesso alla Ue. E offrendo al governo un’ottima carta da giocare sotto elezioni.
Gli effetti sul bilancio dell’eventuale slittamento dei contratti sono stati illustrati ieri dal Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, in un’audizione alla Commissione Bilancio della Camera, durante la quale ha dovuto anche respingere gli attacchi del centrosinistra per le continue manovre di aggiustamento dei conti. «E’ stata una valutazione politica quella di correggere le stime sulle dismissioni immobiliari», ha detto Canzio.. Spiegando che quello della Ragioneria è un lavoro soltanto tecnico. «Il mio è un compito ingrato e questa responsabilità che mi porto sulle spalle da maggio mi sta gravando in modo incredibile. Anche se c’è stata, c’è e ci sarà sempre, da parte mia, la massima fermezza nelle comunicazioni», ha detto Canzio. Convinto che tutto sommato lo 0,3% del Pil nel terzo trimestre è un buon dato.
Nel corso dell’audizione anche Canzio, come hanno ribadito ieri sia Tremonti che Silvio Berlusconi, ha escluso che la sentenza della Consulta sugli enti locali possa avere ripercussioni sui conti pubblici. Che per giunta non sembrano minacciati dalla spesa degli enti locali, visto che «in base alle nostre rilevazioni trimestrali il Patto di Stabilità interno è pienamente rispettato», ha detto Canzio. Pronto a escludere conseguenze «per il bilancio pubblico» dall’esenzione Ici concessa alla chiesa cattolica e alle altre confessioni religiose, che secondo l’Associazione dei Comuni sottrarrà almeno 300 milioni alle casse municipali. Tremonti, intanto, martedì prossimo incontrerà il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che chiede al governo di riconsiderare la Finanziaria anche alla luce della sentenza della Consulta.
Gli effetti sul bilancio dell’eventuale slittamento dei contratti sono stati illustrati ieri dal Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, in un’audizione alla Commissione Bilancio della Camera, durante la quale ha dovuto anche respingere gli attacchi del centrosinistra per le continue manovre di aggiustamento dei conti. «E’ stata una valutazione politica quella di correggere le stime sulle dismissioni immobiliari», ha detto Canzio.. Spiegando che quello della Ragioneria è un lavoro soltanto tecnico. «Il mio è un compito ingrato e questa responsabilità che mi porto sulle spalle da maggio mi sta gravando in modo incredibile. Anche se c’è stata, c’è e ci sarà sempre, da parte mia, la massima fermezza nelle comunicazioni», ha detto Canzio. Convinto che tutto sommato lo 0,3% del Pil nel terzo trimestre è un buon dato.
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