Da Corriere della Sera del 13/11/2005
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/13/annan.shtml
La crisi irachena
Annan vola a Bagdad e sprona il governo
E’ la prima volta dalla caduta di Saddam. Il segretario generale Onu: «Includete i sunniti»
di Lorenzo Cremonesi
AMMAN — Gli americani avrebbero voluto avvenisse subito dopo l’invasione dell’Iraq nell’aprile 2003. Ma Kofi Annan ha atteso sino a ieri per effettuare la sua prima visita a Bagdad dalla fine della guerra. Una mossa a sorpresa. Tenuta rigorosamente riservata per evitare attentati. Come era avvenuto poche ore prima per il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, e il ministro degli Esteri inglese, Jack Straw. Preoccupazioni più che legittime, visto che ancora ieri il terrorismo ha colpito in un mercato sciita della capitale, uccidendo almeno 8 persone e ferendone una ventina.
E comunque una mossa importante. Il segretario generale delle Nazioni Unite, pur azzoppato dai recenti processi per corruzione riguardanti le attività Onu in Iraq (in cui è stato coinvolto pienamente anche il figlio Kojo), ieri ha chiuso il cerchio delle risoluzioni prese dal Consiglio di Sicurezza, che progressivamente dal maggio 2003 hanno via via dato legittimazione internazionale prima alle forze della coalizione multinazionale guidate dagli Usa e poi al processo politico interno. Dopo l’incontro con il primo ministro iracheno ad interim, lo sciita Ibrahim Jaafari, Annan ha insistito sulla necessità della «riconciliazione nazionale» e chiesto che si faccia di tutto per includere il «massimo numero di rappresentanti sunniti» nelle liste che si stanno preparando in vista delle prossime elezioni politiche previste per il 15 dicembre. Un appello che ricalca nelle parole e nei toni quello che aveva lanciato poco prima dell’appuntamento elettorale dello scorso 30 gennaio. Annan ha poi rilanciato con forza l’iniziativa promossa per la settimana prossima al Cairo dalla Lega Araba proprio per favorire il dialogo tra le forze politiche irachene. Iniziativa che dovrebbe proseguire con una conferenza di pace da tenersi in territorio iracheno entro il gennaio 2006.
Non è mancato uno sguardo sul recente passato di sangue. Annan ha voluto commemorare i 22 morti nell’attentato alla palazzina che sino al pomeriggio del 19 agosto 2003 ospitava il quartier generale dell’Onu a Bagdad. Tra loro anche il suo inviato personale, Sergio Vieira de Mello. La sua morte segnò tragicamente la fase iniziale dell’offensiva terroristica. Da allora le attività delle Nazioni Unite nel Paese sono state sempre mantenute sul profilo più basso possibile.
E comunque una mossa importante. Il segretario generale delle Nazioni Unite, pur azzoppato dai recenti processi per corruzione riguardanti le attività Onu in Iraq (in cui è stato coinvolto pienamente anche il figlio Kojo), ieri ha chiuso il cerchio delle risoluzioni prese dal Consiglio di Sicurezza, che progressivamente dal maggio 2003 hanno via via dato legittimazione internazionale prima alle forze della coalizione multinazionale guidate dagli Usa e poi al processo politico interno. Dopo l’incontro con il primo ministro iracheno ad interim, lo sciita Ibrahim Jaafari, Annan ha insistito sulla necessità della «riconciliazione nazionale» e chiesto che si faccia di tutto per includere il «massimo numero di rappresentanti sunniti» nelle liste che si stanno preparando in vista delle prossime elezioni politiche previste per il 15 dicembre. Un appello che ricalca nelle parole e nei toni quello che aveva lanciato poco prima dell’appuntamento elettorale dello scorso 30 gennaio. Annan ha poi rilanciato con forza l’iniziativa promossa per la settimana prossima al Cairo dalla Lega Araba proprio per favorire il dialogo tra le forze politiche irachene. Iniziativa che dovrebbe proseguire con una conferenza di pace da tenersi in territorio iracheno entro il gennaio 2006.
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