Da Corriere della Sera del 07/11/2005
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/07/iraq.shtml

Il Senato aprirà un'inchiesta a partire da giovedì

«L’Iraq non addestrò Al Qaeda»

Un rapporto dell’intelligence: false le informazioni usate da Bush per giustificare la guerra. Si va verso un Ciagate2?

di Ennio Caretto

BRASILIA - La polemica sui motivi che hanno portato alla guerra in Iraq insegue il presidente Bush in America Latina. Caduta la prima giustificazione del conflitto, che Saddam Hussein possedesse armi di sterminio, cade adesso anche la seconda, che il raìs addestrasse Al Qaeda all’impiego di armi chimiche e batteriologiche. E si rafforza il sospetto che l’amministrazione avesse manipolato o fatto manipolare le informazioni dei servizi. La notizia, pubblicata dal New York Times , cui il senatore democratico Carl Levin ha fornito un allarmante rapporto, alimenta le dimostrazioni di protesta in Brasile contro gli Usa. La Casa Bianca, già sotto assedio al vertice delle Americhe, si chiude a riccio: «Non ci fu manipolazione - afferma un portavoce -. Ma non commentiamo perché vi sono indagini in corso». Comunque sullo scandalo il Senato aprirà un’inchiesta giovedì.

È il Ciagate 2 dopo il Ciagate 1, che ha condotto alla incriminazione di Lewis Libby, il guru del vicepresidente Cheney? Potenzialmente sì. Il rapporto trovato dal senatore Levin è stato redatto dalla Dia, lo spionaggio militare, ed è datato febbraio 2002. Secondo estratti declassificati un leader di Al Qaeda, Ibn Al Shaykh Al Libi, mentì deliberatamente quando disse che Saddam addestrava Al Qaeda a usare sostanze venefiche. «Il prigioniero - scrive la Dia - ignora i dettagli delle armi e delle località, ed è probabile che inganni intenzionalmente coloro che lo interrogano». Ed evidenzia che «il regime di Saddam è secolare, diffida dei movimenti rivoluzionari islamici, non assisterebbe gruppi che poi non potrebbe controllare». Anche la Cia, che esamina il rapporto, appare scettica: «La fonte non è in condizioni di sapere se questi addestramenti ebbero davvero luogo».

Il New York Times ammette che Bush, Cheney, l’allora segretario di Stato Colin Powell e il consigliere della Casa Bianca «Condi» Rice potrebbero non avere visto il rapporto, ma sostiene che l’intera intelligence era al corrente del suo contenuto. E lamenta che nessuno impedì ai tre «big» di denunciare il presunto complotto del raìs e di Al Qaeda per preparare un attacco chimico o batteriologico e di farne uno dei motivi del conflitto. In particolare, il giornale ricorda che nell’ottobre del 2002 a Cincinnati Bush proclamò: «L’Iraq addestra terroristi con le bombe tossiche» e che all’Onu nel febbraio del 2003, nel discorso che anticipò la guerra, Powell aggiunse: «Un leader di Al Qaeda ci informa che l’Iraq li sta addestrando a utilizzare le armi di sterminio». Infine il New York Times precisa che Libi ritrattò nel gennaio del 2004, quasi un anno dopo essere stato trasferito a Guantanamo.

Parlando del rapporto della Dia, il senatore democratico John Rockefeller ha accusato la Casa Bianca di menzogna quanto asserì che Atta, l’attentatore dell’11 settembre del 2001, si era incontrato con gli iracheni a Praga: «Sapeva che non era vero». E ha insistito che anche nei documenti della Commissione del Senato e della Commissione autonoma sull’11 settembre l’asse Al Qaeda-Iraq non era ritenuto credibile. Altri leader democratici hanno polemizzato sulla richiesta del vicepresidente Cheney di esentare la Cia dall’applicare la legge che vieta le torture ai detenuti: a loro parere, i terroristi interrogati finiscono per dire ciò che gli aguzzini vogliono sentire.

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