Da La Repubblica del 06/11/2005
Ventenne uccisa dall'aviaria quinta vittima in Indonesia
A Pechino avviso all'esercito: pronti per l'epidemia
di Raimondo Bultrini
BANGKOK - Le autorità sanitarie indonesiane, a corto di attrezzature mediche adeguate, hanno dovuto aspettare una settimana prima che gli specialisti di Hong Kong scoprissero che una diciannovenne della periferia di Giakarta era stata la quinta vittima di influenza dei polli nella capitale.
Ina Solati, deceduta il 28 ottobre in ospedale con i classici sintomi di blocco respiratorio dopo febbri altissime, viveva a Tangerang, una delle più popolose città satellite della capitale dove i polli vengono allevati nei cortili senza troppe precauzioni igieniche.
Anche sua figlia e altri due nipoti tra i cinque mesi e gli otto anni sono stati ricoverati dopo di lei con il sospetto di aver contratto il virus, e uno di loro è risultato positivo al test, sebbene le sue condizioni siano già migliorate.
A chi gli chiedeva se i bambini avessero contratto la malattia per via del contatto con la donna morta, un ufficiale del ministero della Sanità ha spiegato che l'intera famiglia viveva nello stesso ambiente con i polli malati, ma che una risposta arriverà soltanto dopo gli esami.
Il nuovo caso indonesiano, dove da luglio ad oggi si è indagato su un centinaio di contagi dei quali solo 38 risultati positivi, porta a 63 il numero delle vittime in Asia da quando il virus ha fatto la sua ricomparsa nel 2003, con decine di milioni di polli sotterrati per tentare di limitare l'espandersi dell'H5N1 rintracciato recentemente anche in Romania, Turchia e Croazia. In paesi come l'Indonesia, dove ne sono stati seppelliti sette milioni, i polli sono oltre un miliardo e anche in quartieri centrali come Kemandoran, a Giakarta ovest, migliaia di persone vivono a diretto contatto con i polli, uccisi e spennati all'interno delle stesse abitazioni.
Intanto in Cina, dove alcuni studiosi hanno rintracciato l'origine del nuovo tipo di influenza nelle comunità di uccelli migratori del lago Qinghai, la morte di quasi 9000 polli nella provincia di Liaoning ha convinto il governo a mettere in allerta i suoi due milioni e 300 mila soldati dell'Esercito Popolare di Liberazione con un ordine urgente riportato in evidenza dal giornale dell'esercito: «Dobbiamo debellare presto il pericolo e impedire all'epidemia di diffondersi» è scritto nella nota, che invita i militari «a tutti i livelli» a «comprendere la gravità della situazione e non abbassare la guardia».
I nuovi casi registrati in Cina, in Vietnam, Giappone, Cambogia e di nuovo in Thailandia (dove altre due vittime accertate a ottobre portano il numero di morti a oltre dieci dal 2003) confermano le preoccupazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità sulla progressiva diffusione del virus che potrebbe provocare una pandemia mondiale con milioni di vittime umane.
Ina Solati, deceduta il 28 ottobre in ospedale con i classici sintomi di blocco respiratorio dopo febbri altissime, viveva a Tangerang, una delle più popolose città satellite della capitale dove i polli vengono allevati nei cortili senza troppe precauzioni igieniche.
Anche sua figlia e altri due nipoti tra i cinque mesi e gli otto anni sono stati ricoverati dopo di lei con il sospetto di aver contratto il virus, e uno di loro è risultato positivo al test, sebbene le sue condizioni siano già migliorate.
A chi gli chiedeva se i bambini avessero contratto la malattia per via del contatto con la donna morta, un ufficiale del ministero della Sanità ha spiegato che l'intera famiglia viveva nello stesso ambiente con i polli malati, ma che una risposta arriverà soltanto dopo gli esami.
Il nuovo caso indonesiano, dove da luglio ad oggi si è indagato su un centinaio di contagi dei quali solo 38 risultati positivi, porta a 63 il numero delle vittime in Asia da quando il virus ha fatto la sua ricomparsa nel 2003, con decine di milioni di polli sotterrati per tentare di limitare l'espandersi dell'H5N1 rintracciato recentemente anche in Romania, Turchia e Croazia. In paesi come l'Indonesia, dove ne sono stati seppelliti sette milioni, i polli sono oltre un miliardo e anche in quartieri centrali come Kemandoran, a Giakarta ovest, migliaia di persone vivono a diretto contatto con i polli, uccisi e spennati all'interno delle stesse abitazioni.
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su The Jakarta Post del 22/09/2006
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Il Vescovo indonesiano di Maumere (isola di Flores)
Indonesia: "Abbiamo gridato e fatto una campagna non solo per i tre cattolici, ma per la vita umana"
"Continueremo in futuro, accanto a i nostri fratelli musulmani"
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