Da La Repubblica del 05/11/2005

Domani le elezioni, il ministro degli Esteri: "Se i manifestanti non sfileranno pacificamente spareremo sulla folla"

Azerbaijan, Aliev al test del voto il governo pronto a usare la forza

Capitale sotto assedio, due ministri arrestati, ostacolata la campagna che critica il regime
L'opposizione denuncia possibili brogli e prepara la sua "rivoluzione arancione"

di Giampaolo Visetti

BAKU - «Se dopo le elezioni l'opposizione organizzerà disordini, il governo reagirà adeguatamente per garantire la stabilità del Paese. Non credo che sarà necessario sparare sulla folla, ma dipende dalla forma delle manifestazioni. Se saranno pacifiche e autorizzate, la forza non servirà». Il ministro degli Esteri azero, Elmar Mamediarov, alla vigilia delle legislative non esclude il ricorso alla violenza per disperdere chi denuncerà i brogli e chiederà le dimissioni del presidente Ilham Aliev. Ieri, alla periferia di una Baku sotto assedio, hanno sfilato migliaia di oppositori. Vietato il concerto organizzato allo stadio dai sostenitori di una "rivoluzione arancione", strappati dai muri i manifesti del blocco "Libertà". La tivù ha mostrato i ministri arrestati dieci giorni fa: in condizioni fisiche pietose hanno confessato di aver tramato contro Aliev, finanziando l'opposizione. La maggioranza, in un parlamento-comparsa, conta poco. Il voto di domani è però un test decisivo: dirà se Aliev ha consolidato l'eredità dinastica del padre, se nel 2008 potrà confermarsi presidente senza trascinare l'eden del petrolio caucasico in una guerra civile. Primo ambasciatore dell'Azerbaijan in Italia, Mamediarov assicura che «il voto di domenica sarà il più libero e il più trasparente della nostra storia».

Non crede che queste elezioni saranno la scintilla per un cambio di regime nell'ex Urss, come in Georgia, Ucraina e Kirghizistan?
«Non vedo le condizioni. Il consenso verso governo e presidente, secondo i sondaggi indipendenti, è del 70%. La crescita economica è da record e ormai si è formata una classe media che vuole la stabilità».

I rapporti di Osce, Consiglio d'Europa e Usa hanno bocciato la campagna elettorale: se i toni saranno analoghi anche sul voto, l'opposizione chiamerà la gente in piazza per farlo annullare.
«È un'ipotesi, ma gli sforzi per garantire un voto chiaro sono stati enormi. Aliev ha introdotto impronte digitali con inchiostro trasparente, exit-poll e 1.326 osservatori internazionali. Nelle circoscrizioni dove fossero provati brogli ripeteremo il voto. E non dimentichiamo: anche l'Osce rappresenta Stati che difendono i propri interessi».

L'opposizione sostiene che, senza falsificazioni, vincerebbe nel 75% delle circoscrizioni: è possibile un simile terremoto politico?
«Non ci sarà destabilizzazione. Per 125 seggi parlamentari abbiamo 1.561 candidati. Quasi mille sono indipendenti, né del partito presidenziale né dell'opposizione radicale: vinceranno loro e rappresenteranno gli interessi dei singoli elettori».

A pochi giorni dal voto Aliev ha fatto arrestare ministri, manager pubblici e personalità della cultura, denunciando un tentativo di colpo di Stato: è un reato passare dalla parte del governo a quella dell'opposizione?
«Non posso commentare certi argomenti, tocca ai giudici pronunciarsi».

È vero che i dissidenti politici vengono arrestati e perseguitati?
«La questione dei detenuti politici non è all'ordine del giorno. Il governo sta studiando una legge corrispondente agli standard europei. Un gruppo di lavoro internazionale sta verificando i presupposti per liberare alcune persone. Una lista di 110 detenuti è sul tavolo del presidente, che potrebbe concedere la grazia».

Perché sono state arrestate centinaia di persone, dirette all'aeroporto ad accogliere il leader dell'opposizione Rasul Guliev, esule da nove anni?
«Non si tratta di arresti, ma di fermi di tre giorni. Hanno aggredito la polizia, accogliendo l'invito di Guliev a scatenare una guerra santa in Azerbaijan».

Intende dire che l'opposizione vuole importare il fondamentalismo islamico in un Paese laico?
«Siamo il popolo più tollerante e multireligioso tra Caucaso e Asia. I richiami dell'opposizione al martirio islamico introducono nella regione un fatto nuovo e preoccupante».

Condivide le aspirazioni atomiche di Teheran e le minacce iraniane a Israele?
«L'energia atomica civile è un diritto e la stabilità in Iran, dove vivono migliaia di azeri, è fondamentale. Abbiamo ottimi rapporti: non badiamo alle parole, ma ai fatti».

L'opposizione promette di portare il Paese nella Nato e nella Ue, si dice pronta a trattare con gli Usa la presenza di una base militare: condivide il programma?
«L'orientamento euroatlantico è una priorità del presidente Aliev. Europa e Usa, a cui affidiamo la nostra sicurezza, sono riferimenti definitivi. Per questo sosteniamo l'adesione della Turchia alla Ue: trascinerà in Europa il Caucaso del sud».

Non temete l'irritazione della Russia per la perdita di influenza sul Caspio?
«Con Mosca non c'è tensione. Il Cremlino ha capito che dalla stabilità del Caucaso del sud dipende l'equilibrio di tutto il Caucaso».

Si sentirebbe di definire l'Azerbaijan una democrazia?
«È un processo in corso. Chi ricorda la situazione di dieci anni fa capisce che il Paese non è fermo. All'Occidente chiedo: si assumerebbe oggi la responsabilità di uno stop, di un tuffo nell'incognita di un'altra rivoluzione?».

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Successo scontato del partito di maggioranza ma dilagano in tutto il paese le accuse di brogli
Azerbaijan, vince il governo ma l'opposizione scende in piazza
di Giampaolo Visetti su La Repubblica del 07/11/2005
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0