Da La Repubblica del 03/11/2005

Fmi: la Finanziaria va rafforzata

"Italia in ripresa: più 1,6% nel 2006. Limiti ai poteri di Fazio"

"Serve un'Autorità che vigili sui conti pubblici. Più collegialità in Bankitalia". Tremonti soddisfatto: "We welcome"
Il capo missione: "La manovra è responsabile ma non basta. Timori sul rinvio dei contratti. Rischio di spese elettorali"

di Elena Polidori

ROMA - La Finanziaria messa a punto dal governo è «responsabile», contenere il deficit 2005 a quota 4,3% è «possibile»; sono più «incerti» gli obiettivi 2006: bisogna tenere sotto controllo la spesa sanitaria, riformare l'Anas, resistere alle lobby parlamentari e al rinvio dei contratti. I problemi strutturali sono antichi. Ma - ecco il nocciolo delle raccomandazioni Fmi - bisogna che la Finanziaria esca dal Parlamento «più forte di come vi è entrata». Bisogna che la politica economica, «prima e dopo le elezioni», sia improntata al rigore. E, soprattutto, occorre che i conti pubblici, oggi malati di «opacità», ritrovino la necessaria trasparenza, magari anche con l'aiuto di esperti esterni. É un consiglio per l'Italia ma anche per gli altri paesi.

Si conclude così la tradizionale missione del Fondo monetario internazionale sullo stato di salute dell'azienda Italia. Nel documento di sette cartelle consegnato al governo e accolto positivamente dal ministro Giulio Tremonti («we welcome», così l'apostrofa), c'è scritto più di quel che è emerso nella conferenza stampa congiunta tra il ministro e il capo missione, Alessandro Leopold. Per esempio, si legge che l'Fmi vorrebbe accogliere tutti i suggerimenti della Bce sulla questione Fazio-Banca d'Italia, compreso quello di fissare un limite al mandato non solo del governatore ma di tutti i membri del Direttorio. Inoltre, ad avviso del Fondo, le decisioni dovrebbero davvero avere carattere «collegiale» e il ddl risparmio, dove sono incardinate queste norme, andrebbe approvato entro la fine della legislatura. Tremonti è d'accordo e promette di mettere mano al provvedimento «già dal 12 novembre», non appena sarà votata la Finanziaria: «Bisognerà però vedere la fattibilità politica».

Antonio Fazio, a Francoforte per l'ennesima riunione Bce che lo riguarda, forse la decisiva, fa finta di niente. Che ne pensa governatore del rapporto del Fondo? «Vado a salutare un po' di amici», risponde, durante il party che precede un concerto d'intrattenimento dei banchieri centrali, alla Nuova Opera.

Sempre sulla possibile riforma della Banca d'Italia, secondo il Fondo, non è tanto importante stabilire se la concorrenza bancaria deve o meno restare a via Nazionale, bensì, «come la si fa». Se queste competenze rimangono all'Istituto, «ci deve essere trasparenza nelle decisioni». Se passano all'Antitrust «allora questa authority va potenziata».

Comunque, è sulla finanza pubblica che gli esperti internazionali si concentrano. L'analisi parte dalla correzione al rialzo delle stime di crescita, 0,2% quest'anno e 1,6% il prossimo.

La Finanziaria e le molteplici correzioni apportate dal governo vanno «nella giusta direzione». Ma - avverte Leipold - la finanza pubblica è ancora «fragile». Perciò, la priorità dopo le elezioni, sarà quella di creare un'Italia più competitiva e flessibile. Il rischio che gli obiettivi 2006 saltino per la dinamica della spesa è reale. A cominciare dal timore che i contratti slittino al 2006. Tremonti ribatte che si impegna a rispettare i target e aggiunge: un governo che è stato capace di fare quel che ha fatto prima del voto, «è senz'altro indicativo». Ma il ministro tiene anche a far sapere che il rigore ormai è «una realtà», perché il Patto di stabilità lo impone e «ha funzionato»: «La politica del deficit spending è finita». Per la cronaca: giusto la scorsa settimana, a Londra, il premier Silvio Berlusconi ha sostenuto il contrario.

Leipold critica la devolution che è «monca» perché è priva del federalismo fiscale e sollecita l'immediata approvazione della riforma del Tfr. «E' diventata ostaggio di vari interessi, ma bisogna introdurre la previdenza complementare in Italia». Tremonti assicura che farà «ogni sforzo» per concentrare la scadenza dei contratti pubblici entro il 2005. Infine, le banche: secondo l'Fmi il sistema è solido ma i costi sono troppo elevati. Un rapporto ad hoc arriverà a febbraio.

Come sempre, l'analisi del Fondo riceve una lettura diametralmente opposta dalle forze politiche: il centrodestra sostiene che sono smentite le «cassadre di sinistra»; l'opposizione parla di conferma dei conti fuori controllo.

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