Da La Repubblica del 30/10/2005
New Delhi, strage nei mercati 60 morti alla vigilia della festa
Tre bombe durante lo shopping per il Natale indù
Ordigni esplosi in tre zone diverse della città a mezz'ora di distanza l'uno dall'altro. Coinvolti anche turisti stranieri
Nessuna rivendicazione, ma si teme sia l'opera di estremisti kashmiri legati ad Al Qaeda. Anche il Pakistan condanna
di Raimondo Bultrini
BANGKOK - Vigilia di sangue a New Delhi mentre la capitale indiana stava preparandosi alla grande festa delle Luci di Diwali. In tre diverse aree metropolitane potenti bombe sono state fatte saltare tra le 5,30 e le sei di ieri sera contro i mercati all'aperto affollati all'inverosimile per gli acquisti prefestivi. Oltre 60 persone, tra cui numerosi bambini, sono morte mentre i feriti, molti gravissimi, sarebbero almeno 80, tra i quali alcuni stranieri.
La prima bomba piazzata dentro una moto parcheggiata ha fatto strage nel celebre mercato di Paharganj della città nord, affollato anche da molti turisti stranieri che prendono alloggio nelle pensioni economiche vicine alla stazione ferroviaria di Old Delhi. Mezz'ora più tardi è toccato a quello più centrale di Sarojini Nagar, vicino alle ambasciate, infine - quasi contemporaneamente - dieci chilometri più a sud, la terza bomba su un autobus in un bazar dell'area industriale di Govindpuri dove vivono famiglie della middle class metropolitana. Ovunque i testimoni hanno descritto scene di orrore ormai abituali nei luoghi di queste esplosioni violentissime.
A Paharganj le vittime si trovavano quasi tutte tra i locali di una grande farmacia i cui vetri sono andati distrutti e una pasticceria dove a dozzine mangiavano o acquistavano succosissimi dolci chiamati golgappas. Tra loro molti musulmani che stanno per celebrare a loro volta venerdì prossimo la fine del digiuno di Ramadan e la collegata festa di Eid-Al-Fitr. Una donna e un bambino sono stati visti saltare in aria insieme mentre ovunque attorno la gente fuggiva senza direzione, tra arti staccati di netto dai poveri corpi maciullati e scene di panico accentuate drammaticamente dall'esplosione simultanea di migliaia e migliaia di fuochi pirotecnici in vendita a ogni angolo dei mercati per la parte più sentita della festa, che cade sempre in una notte di luna nera come quella che accolse, secondo l'epica divina celebrata ogni anno, il dio Rama e la sua sposa Sita al ritorno dalla vittoriosa guerra contro il demone dell'oscurità Ravana.
Sebbene le autorità politiche e investigative abbiano preferito tacere sui possibili autori di un attacco evidentemente calcolato, tutti nutrono il sospetto che possano essere stati gli indipendentisti kashmiri collegati ad Al Qaeda. Lo lasciano supporre lo stile degli attentati, il tipo di esplosivo usato e la scelta di colpire non solo durante la festa religiosa più sentita di tutta l'India, ma esattamente il giorno dell'inizio a Islamabad delle trattative indo-pachistane per aprire ai soccorritori e ai parenti delle vittime del terremoto alcuni tratti dei confini tra i due Kashmir occupati. Non a caso anche Islamabad ha condannato le bombe come «ignobile atto terroristico».
I gruppi islamici - responsabili tre anni fa di un assalto al Parlamento indiano che fece sfiorare una guerra nucleare - non sono i soli a utilizzare potenti ordigni esplosivi per i loro attentati. I movimenti indipendentisti dell'Assam nel nord est hanno ucciso dieci persone lo scorso anno in occasione del 57simo anniversario dell'indipendenza dell'India e un gruppo di estremisti sikh ha recentemente ferito 50 persone in due cinema utilizzando potenti bombe.
Ma nessuno di questi è considerato in grado di condurre un attacco simultaneo come quello portato a termine ieri. Per molte ore, prima che la notizia si diffondesse attraverso telefonate, radio e tv, in tutta la grande città di 13 milioni di abitanti dove vive una popolazione sempre più benestante, sono andati avanti come nulla fosse successo gli acquisti di oggetti di terracotta e statuine hindu, gioielli, abbigliamento per amici e parenti, oltre alle candele diyas per illuminare secondo tradizione case, botteghe e strade. Diwali segna misticamente la vittoria della luce, della conoscenza e della bontà contro oscurità e ignoranza. Com'era successo a Bali per la simile festa di Galungan, con venti morti in due attentati simultanei contro dei ristoranti, i terroristi hanno voluto colpire probabilmente proprio i valori simbolici religiosi della popolazione.
La prima bomba piazzata dentro una moto parcheggiata ha fatto strage nel celebre mercato di Paharganj della città nord, affollato anche da molti turisti stranieri che prendono alloggio nelle pensioni economiche vicine alla stazione ferroviaria di Old Delhi. Mezz'ora più tardi è toccato a quello più centrale di Sarojini Nagar, vicino alle ambasciate, infine - quasi contemporaneamente - dieci chilometri più a sud, la terza bomba su un autobus in un bazar dell'area industriale di Govindpuri dove vivono famiglie della middle class metropolitana. Ovunque i testimoni hanno descritto scene di orrore ormai abituali nei luoghi di queste esplosioni violentissime.
A Paharganj le vittime si trovavano quasi tutte tra i locali di una grande farmacia i cui vetri sono andati distrutti e una pasticceria dove a dozzine mangiavano o acquistavano succosissimi dolci chiamati golgappas. Tra loro molti musulmani che stanno per celebrare a loro volta venerdì prossimo la fine del digiuno di Ramadan e la collegata festa di Eid-Al-Fitr. Una donna e un bambino sono stati visti saltare in aria insieme mentre ovunque attorno la gente fuggiva senza direzione, tra arti staccati di netto dai poveri corpi maciullati e scene di panico accentuate drammaticamente dall'esplosione simultanea di migliaia e migliaia di fuochi pirotecnici in vendita a ogni angolo dei mercati per la parte più sentita della festa, che cade sempre in una notte di luna nera come quella che accolse, secondo l'epica divina celebrata ogni anno, il dio Rama e la sua sposa Sita al ritorno dalla vittoriosa guerra contro il demone dell'oscurità Ravana.
Sebbene le autorità politiche e investigative abbiano preferito tacere sui possibili autori di un attacco evidentemente calcolato, tutti nutrono il sospetto che possano essere stati gli indipendentisti kashmiri collegati ad Al Qaeda. Lo lasciano supporre lo stile degli attentati, il tipo di esplosivo usato e la scelta di colpire non solo durante la festa religiosa più sentita di tutta l'India, ma esattamente il giorno dell'inizio a Islamabad delle trattative indo-pachistane per aprire ai soccorritori e ai parenti delle vittime del terremoto alcuni tratti dei confini tra i due Kashmir occupati. Non a caso anche Islamabad ha condannato le bombe come «ignobile atto terroristico».
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Ma nessuno di questi è considerato in grado di condurre un attacco simultaneo come quello portato a termine ieri. Per molte ore, prima che la notizia si diffondesse attraverso telefonate, radio e tv, in tutta la grande città di 13 milioni di abitanti dove vive una popolazione sempre più benestante, sono andati avanti come nulla fosse successo gli acquisti di oggetti di terracotta e statuine hindu, gioielli, abbigliamento per amici e parenti, oltre alle candele diyas per illuminare secondo tradizione case, botteghe e strade. Diwali segna misticamente la vittoria della luce, della conoscenza e della bontà contro oscurità e ignoranza. Com'era successo a Bali per la simile festa di Galungan, con venti morti in due attentati simultanei contro dei ristoranti, i terroristi hanno voluto colpire probabilmente proprio i valori simbolici religiosi della popolazione.
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