Da La Repubblica del 30/10/2005

Cia-gate, Washington trema per il processo a Libby

In aula potrebbero essere chiamati tutti i "Big"

Misterioso incontro venerdì tra il procuratore Fitzgerald e il legale di George Bush
Rove ancora sulla graticola: fu lui a confermare a Novak il nome di Valerie Plame

di Alberto Flores D'Arcais

NEW YORK - Lewis "Scooter" Libby ha lasciato la Casa Bianca - «Non credo ci rimetterà mai più piede» è stato il laconico commento del portavoce di Bush, Scott McClellan - ma il suo fantasma continua ad agitare i fantasmi della Washington politica, soprattutto quelli dell'amministrazione repubblicana, mentre la capitale si sta attrezzando - non solo psicologicamente - al "processo del secolo".

Il processo - Quando e se il braccio destro di Cheney si troverà in un'aula di fronte a dodici giurati (la giurisprudenza americana offre molte ipotesi, come il patteggiamento, per evitarlo), sarebbe un po' tutta la Casa Bianca ad essere messa sotto accusa. Il procuratore potrebbe infatti chiamare sul banco dei testimoni il vicepresidente degli Stati Uniti - che è il capo diretto di Libby oltre ad essere colui che per primo avrebbe rivelato a "Scooter" l'identità di Valerie Plame - ma anche uomini e donne come il ministro della Difesa Rumsfeld, il segretario di Stato Condoleezza Rice, il consigliere per la Sicurezza Nazionale Stephen Hadley. Non potrebbe, in teoria, neanche essere esclusa la richiesta di testimonianza per George W. Bush.

Una sfilata così illustre, con il giuramento pubblico di dire «tutta la verità, nient'altro che la verità» in un processo che finirebbe inevitabilmente per diventare un atto di accusa politica contro la guerra in Iraq, è lo scenario peggiore, quello che il presidente americano e la Casa Bianca vorrebbero evitare a tutti i costi.

Libby, che non è stato arrestato, si dovrà presentare in tribunale nei prossimi giorni per le procedure formali dell'incriminazione - foto segnaletiche e impronte digitali comprese - un rituale attraverso cui è passato solo qualche giorno fa un altro potente esponente repubblicano, l'ex capogruppo alla Camera Tom DeLay. Bush venerdì aveva elogiato il lavoro svolto da "Scooter" al «servizio del popolo americano» e c'è chi ha letto in quelle parole la decisione della Casa Bianca di sacrificare il braccio destro di Cheney per proteggere il presidente e il suo vice dagli imbarazzi di un processo pubblico.

Sempre che ci si arrivi, a giudicare Libby sarà il giudice Reggie Walton, un magistrato scelto da Bush nel 2001, dopo che aveva lavorato in un'altra corte di Washington su nomina di Ronald Reagan. Walton, che tra il 1989 e il 1991 aveva lavorato anche con Bush padre come vice zar anti-droga della Casa Bianca, ha assicurato che valuterà il caso in modo assolutamente imparziale: «La mia filosofia mi dice che ho l'obbligo di essere equo per entrambe le parti e assicurare che entrambe le parti ottengano un equo giudizio».

L'«official A» - Non è chiaro quale sarà il ruolo di quello che nel rinvio a giudizio di Libby viene definito semplicemente «Official A». Identificato facilmente dall'Associated Press come Karl Rove, il potente consigliere di Bush potrebbe essere l'uomo chiave durante il proseguimento delle indagini: come testimone d'accusa nel processo contro Libby (in questo caso sarebbe vera la teoria che parla di una sorta di patteggiamento tra Rove e Fitzgerald), oppure perché potrebbe essere a sua volta incriminato.

Chi sapeva - Alla Casa Bianca almeno sette persone erano a conoscenza dell'identità segreta di Valery Plame. Libby è l'unico di cui nelle 22 pagine dell'inchiesta si fa il nome, ma gli altri sono facilmente identificabili: Dick Cheney, Karl Rove, l'ex portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer, la portavoce di Cheney Catherine Martin e il sottosegretario di Stato Marc Grossman. L'unico che resta al momento anonimo è il funzionario di «alto livello» della Cia che discusse della Plame con Libby.

Bush - Il procuratore speciale Fitzgerald è stato visto venerdì fuori dallo studio di James Sharp, l'avvocato personale del presidente George W. Bush. La notizia è stata riportata dal New York Times, ma il giornale non è riuscito a ottenere alcuna dichiarazione di Sharp né del portavoce di Fitzgerald sul motivo della visita. Nel "day after" l'incriminazione di Libby il presidente non ha toccato l'argomento; nel suo abituale discorso del sabato alla radio ha riparlato della guerra in Iraq (per la terza volta nella settimana) definendo una «pietra miliare» il successo del referendum del 15 ottobre e dicendo che il modo migliore per rendere omaggio al sacrificio di quanti sono già morti nella lotta contro il terrorismo è di completarne la missione: «Vincendo la guerra, anche se ciò comporterà ulteriori perdite».

Valerie Plame - Diventata suo malgrado la spia più famosa del mondo, Valerie Plame Wilson a 42 anni ha avuto la carriera stroncata e un futuro in cui si dovrà accontentare di fare la mamma ai due gemelli avuti dall'ex ambasciatore americano. Al Washington Post una sua amica ha raccontato che Valerie è stata sottoposta a un «terribile stress» ma anche che «ha un buon senso dell'umorismo e una meravigliosa capacità di vedere il lato buono delle cose». Nel 2006 saranno vent'anni che la Plame lavora per la Cia: avrebbe così diritto a una pensione per la sua attività (anche quella clandestina), ma non otterrà alcun riconoscimento se non resterà in servizio fino ai 50 anni.

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