Da La Repubblica del 30/10/2005

Ora indaga anche la stampa Usa. Il Philadelphia Enquirer registra il malcontento verso il nostro Paese

Nigergate, accuse dall'Fbi "L'Italia non collabora"

Nuovo comunicato di Palazzo Chigi in difesa del Sismi

Secondo alcuni funzionari del Bureau, il Sismi ha spinto a più riprese il falso dossier
I Democratici chiedono chiarimenti sull'uso improprio delle fonti d'intelligence

di Alberto Flores D'Arcais

NEW YORK - Conclusa almeno per ora con l'incriminazione di Lewis Libby la vicenda giudiziaria, il Ciagate è da ieri terreno di scontro politico su un tema decisivo per la Casa Bianca: la guerra in Iraq. L'opposizione democratica, che ancora fatica a riprendersi dalla disfatta elettorale di un anno fa, sente profumo di rivincita e ha deciso di dare battaglia su «come l'amministrazione Bush ha creato e manipolato l'intelligence per sostenere le motivazioni della guerra e screditare chiunque abbia criticato il presidente» (sono parole del senatore Harry Reid, leader della minoranza al Senato).

Un gruppo di quaranta deputati del partito dell'asinello ha già chiesto al procuratore speciale Patrick J. Fitzgerald di allargare le sue indagini ai motivi che «sono nascosti dietro la soffiata della Casa Bianca che ha rivelato alla stampa l'identità dell'agente della Cia Valery Plame»; e Jay Rockefeller, vicepresidente della commissione Intelligence del Senato, ha insistito sul fatto che «esiste la possibilità che la fabbricazione di documenti sull'uranio nigerino faccia parte di una più ampia campagna di depistaggio finalizzata a manipolare l'opinione pubblica e le scelte di politica estera nei confronti dell'Iraq».

Da giorni anche i media americani sono tornati a occuparsi del cosiddetto Nigergate, trovando conferma su diverse notizie apparse nell'inchiesta di Repubblica e aggiungendone di nuove.

Ieri l'ufficio di Washington di Knight Ridder - il secondo gruppo editoriale degli Usa, 34 quotidiani (tra cui testate come il Philadelphia Enquirer, il Miami Herald e il San José Mercury News) per circa otto milioni e mezzo di copie al giorno - ha prodotto un lungo articolo in cui si pone due domande: chi ha falsificato i documenti secondo cui Saddam Hussein voleva comprare uranio dal Niger? Come mai una versione di questo racconto è finita nel discorso sullo Stato dell'Unione del presidente Bush, anche se l'intelligence Usa non l'aveva confermato e alcuni analisti avevano espresso dubbi?

L'articolo così risponde: 1) «L'inchiesta sull'origine e sugli autori dei falsi documenti, apparsi a Roma nell'ottobre 2002, ha fatto pochi progressi - confermano quattro funzionari del Fbi che parlano in condizione di anonimato, dato che l'inchiesta continua - a causa della mancata collaborazione dell'Italia; circostanza che un portavoce dell'ambasciata italiana a Washington ha negato». 2) «Il servizio segreto militare italiano, Sismi, e persone legate a questo servizio, hanno ripetutamente tentato di vendere la patacca della storia dell'uranio del Niger ai governi di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Questo ha creato l'illusione che molteplici fonti stessero confermando la storia». 3) «Il Sismi era dietro simili reports in Gran Bretagna e Francia. Secondo quanto riferiscono due funzionari europei, Parigi non ha mai dato credito al dossier; Londra ha sostenuto il rapporto». 4) «Il 15 ottobre del 2001 la Cia ha ricevuto il primo di tre rapporti top secret da un servizio segreto straniero - che funzionari dell'intelligence dicono fosse il Sismi italiano - in cui si sostiene che il Niger aveva pianificato di inviare tonnellate di uranio grezzo, o yellowcake, all'Iraq».

Sono rivelazioni che, se confermate, renderebbero ancor più pesante la situazione del Sismi e del governo italiano. Che ieri, mentre i giornali americani arrivavano nelle edicole, affidava alle agenzie un nuovo comunicato per contestare l'inchiesta di Repubblica: «Si conferma - scrive tra l'altro Palazzo Chigi - che l'informazione fornita da un quotidiano italiano, circa l'incontro del 9 ottobre 2002 tra l'allora Vice del Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Stephen Hadley, e il Direttore del Sismi, Nicolò Pollari, nei termini in cui è stato prospettato è totalmente falsa». E ancora: «Il meeting che è durato poco più di quindici minuti e che si è tenuto in via rigorosamente protocollare, ha riguardato problematiche di scenario a livello internazionale e di cooperazione tra intelligence dei due Paesi e non vi è stato alcun riferimento, diretto o indiretto, a problematiche concernenti la questione Iraq-Niger».

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