Da La Repubblica del 29/10/2005

"Nigergate, inchiesta aperta"

L'Fbi conferma al New York Times la pista italiana

Gli Usa hanno sempre affermato che le informazioni sull'uranio erano state raccolte dall'intelligence Usa
È stato inviato al Congresso tutto il materiale "segreto" raccolto dagli investigatori federali sul caso

di Alberto Flores D'Arcais

NEW YORK - Sul "Nigergate" l'inchiesta del Fbi non è ancora conclusa, non è un caso criminale ma un indagine di controspionaggio tuttora in corso e di cui è al corrente la commissione Intelligence del Senato americano. Lo scrive nel suo numero di ieri il New York Times secondo cui le indagini del Bureau sui falsi documenti relativi al tentativo di Saddam Hussein di comprare uranio dal Niger sono indirizzate su due piste.

Un funzionario del controspionaggio citato in forma anonima dal quotidiano (negli Stati Uniti il controspionaggio è compito dell'Fbi) ha fatto sapere che gli agenti federali stanno valutando le due teorie che, al momento, non sono state suffragate da prove decisive, che sono «intriganti ma non dimostrate»: la prima punta su Ahmed Chalabi, l'ex presidente dell'Iraqi National Congress che per lungo tempo - prima della guerra iniziata nel marzo 2003 - è stato un interlocutore privilegiato del Pentagono, e su altri esuli iracheni. La seconda, che le `fonti' del controspionaggio indicano al New York Times come più probabile, segue invece l'`Italian Job', l'intreccio rivelato da Repubblica secondo cui i documenti sono stati creati nell'ambasciata del Niger a Roma.

Il materiale raccolto dall'Fbi è stato inviato al presidente e al vicepresidente della Commissione Intelligence del Senato, il repubblicano Pat Roberts e il democratico John Rockefeller, che seguono con «interesse» gli sviluppi del Nigergate. I contenuti del materiale in possesso della Commissione Intelligence sono classified' ma secondo il New York Times l'ipotesi di lavoro resta quella di una manovra organizzata a livello di organismi di intelligence o governativi, per tentare di orientare le scelte politiche americane. E' proprio su questo aspetto che hanno insistito due commissioni del Congresso che hanno indagato sulle informazioni ricevute dall'intelligence Usa e che sarebbero state poi alla base della guerra in Iraq e delle famose "sedici parole" pronunciate da Bush.

La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato hanno ridimensionato ieri il significato della visita compiuta a Washington il 9 settembre 2002 dal direttore del Sismi Nicolò Pollari, rivelata dall'inchiesta di Repubblica e confermata ufficialmente nei giorni scorsi ai giornali americani da uomini dell'amministrazione. Per il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Frederick Jones si è trattato di un incontro «di cortesia», durato 15 minuti, in cui il direttore del Sismi si vide con Condoleezza Rice (l'attuale Segretario di Stato allora era Consigliere per la sicurezza nazionale) in un meeting al quale era presente tra gli altri il successore della Rice, Stephen Hadley, allora suo vice. Secondo il portavoce Jones «nessuno dei presenti ricorda che si sia discusso dell'uranio "yellowcake", nè che siano stati messi a disposizione documenti».

Secondo fonti del Dipartimento di Stato interpellate dall'Ansa la vicenda è «una vecchia storia che non suona giusta». Gli Stati Uniti hanno sempre attribuito le loro affermazioni sull'acquisto di uranio del Niger da parte dell'Iraq a elementi acquisiti direttamente dall'intelligence americana e a documenti venuti dalla Gran Bretagna.

Sul Nigergate è ritornato ieri anche il Los Angeles Times, con un lungo articolo scritto dalla corrispondente da Roma Tracey Wilkinson. Citando ampiamente l'inchiesta di Repubblica il giornale californiano scrive che «se tutte le strade portano a Roma, così portano anche i `rumors', le `voci': i problemi di Washington riguardo alla soffiata sull'agente della Cia hanno tentacoli anche qui».

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

In tre documenti la tesi che l'Iraq stesse trattando il nucleare. In ogni lettera palesi contraffazioni, ma non permisero verifiche
Nigergate, l'inganno alla Cia. Così il Sismi "ripulì" il falso dossier
Usa, Democratici all'attacco "Il caso Niger non è chiuso"
"L'Amministrazione fornisca documenti e testimonianze"
di Carlo Bonini su La Repubblica del 06/11/2005
Il Bureau spiega la lettera inviata al Sismi nel luglio scorso. Mentre l'intelligence francese attacca: "Scandalose" le accuse di Pollari
Nigergate, l'indagine Fbi continua
"Accertati gli autori" del falso dossier. Non chi lo diffuse
di Carlo Bonini su La Repubblica del 05/11/2005

News in archivio

su Diario del 13/09/2006
Stati Uniti: un sito pubblica la ricetta della bomba atomica
Dopo la denuncia del New York Times la pagina web è stata chiusa
su ITNews del 03/11/2006
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0