Da La Repubblica del 13/10/2005

Le accuse: sprechi e devastazioni

Gli ambientalisti "Opera dannosa non solo inutile"

di Antonio Cianciullo

ROMA - Un buco nero che farà lievitare il debito pubblico. Un freno alle opere di modernizzazione necessarie per lo sviluppo del Mezzogiorno. Un colpo di maglio sull'ambiente e sul paesaggio dello Stretto. Un grave rischio dal punto di vista sismico. Sono le quattro immagini con cui il fronte ambientalista ha bollato la nuova immagine del Ponte che, rispetto alla prima versione, risulta ancora più lungo e massiccio.

Secondo il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, «il Ponte rappresenta un affare colossale per la criminalità organizzata e una perdita secca per il paese: con gli stessi soldi si potrebbero costruire 500 chilometri di rete tranviaria e metropolitana ed acquistare migliaia di autobus e tram, rendendo le nostre città più pulite». Per Ermete Realacci, dell'esecutivo della Margherita, è «un'altra prova della schizofrenia del governo e della sua assoluta sordità ai reali bisogni del paese: apre una voragine nei conti pubblici proprio nel momento in cui prende corpo una Finanziaria fatta solo di tagli, sacrifici e fondi che mancano». Secondo Sergio Gentili, della Sinistra ecologista, «i rapporti degli advisor internazionali dimostrano che il Ponte produrrà una secca perdita di posti di lavoro stabile, a fronte del possibile incremento che deriverebbe dal potenziamento dei sistemi alternativi».

I conti economici in rosso e il prezzo che questa scelta comporterà per il Mezzogiorno sono il tasto su cui batte anche il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta: «In Sicilia i treni viaggiano a 24 chilometri l'ora e solo metà della rete è elettrificata. Che senso ha guadagnare una manciata di minuti sull'attraversamento dello Stretto se per andare da Palermo a Siracusa in treno ci vogliono quasi sei ore?»

Pesante infine l'impatto ambientale e paesaggistico su cui si sofferma il Wwf muovendo una raffica di accuse al Ponte: distruggerà un patrimonio naturale unico; sbarrerà una delle tre rotte di migratori più importanti d'Europa; produrrà seri danni alla fauna marina; poggerà su un sistema di faglie che ha provocato terremoti disastrosi come quello di Messina del 1908; farà guadagnare solo 10 minuti per l'attraversamento dello Stretto; esporrà a una serie di aumenti di costi (il preventivo è già salito da 6 a 7,5-9 miliardi di euro) non compensati dai pedaggi ragionevolmente prevedibili.

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