Da La Repubblica del 11/10/2005

Berlino, la Merkel al governo "Sono la vostra Cancelliera"

Via alla coalizione: ministeri spartiti a metà tra Cdu-Csu ed Spd

La gioia di Angela: "Felice, ma ho una montagna di lavoro davanti"
Tempo fino al 12 novembre per trovare un patto con contenuti precisi
La leader: "Ci siamo combattuti Adesso sarà appassionante tentare di fare insieme qualcosa di buono"

di Andrea Tarquini

BERLINO - «Sono felice di diventare la prima Cancelliera, ma so che ho una montagna di lavoro davanti». Con un sorriso e una confessione, Angela Merkel ha aperto ieri la sua èra alla guida della Germania. I sette anni di Gerhard Schroeder sono finiti, la prova delle grandi riforme avviata dal premier uscente socialdemocratico continua. Ma con una donna dell'Est al comando e una Grosse Koalition a pari dignità. La Cdu-Csu di «Angie» e la Spd che dice addio al suo leader più carismatico dopo Willy Brandt e Helmut Schmidt governeranno insieme, ognuna con lo stesso numero di ministri. I due blocchi tratteranno da lunedì e si sono dati tempo fino al 12 novembre per raggiungere un Koalitionsvertrag, un patto di governo con contenuti precisi. «Siamo condannati al successo, se falliremo gli elettori ci puniranno e si aprirà una fase di instabilità pericolosa», avvertono concordi. Nell'Europa in crisi, gli eterni avversari del bipolarismo tedesco diventano alleati per forza, e tentano di rilanciare il Modell Deutschland.

L'intesa è stata raggiunta alle 7 del mattino di ieri, dopo una maratona negoziale. Così si è sbloccata l'impasse creata dal risultato delle elezioni anticipate del 18 settembre. Vinte per un soffio dalla Cdu-Csu (35,2 per cento) contro la socialdemocrazia (34,3). Sulla carta non c'era nessuna maggioranza: né un centrodestra democristiani-liberali, né l'esecutivo uscente Spd - Verdi. La Grande coalizione appariva l'unica lettura possibile del mandato degli elettori. I colloqui, dalle 20 di domenica, si sono protratti per tutta la notte. Alla fine Schroeder ha rinunciato a guidare il paese. In cambio la sua Spd ha ottenuto nel futuro governo otto ministeri, tanti quanti ne avranno i cristiano - conservatori.

«Il mandato del popolo è questo accordo», ha detto Frau Merkel, «e io sono decisa a fare di tutto per tradurre questo mandato in una Coalizione delle nuove possibilità per rinnovare il paese, renderlo più competitivo, e soprattutto per creare più posti di lavoro. Ci siamo combattuti in campagna elettorale, e prima ancora, in sette anni con loro al governo e noi all'opposizione. Adesso sarà appassionante tentare di fare insieme qualcosa di buono».

L'accordo di massima assegna alla Cdu-Csu Cancelleria e ministero presso della Cancelleria, per cui è pronto il potente Norbert Roettgen.

Saranno democristiani anche il superministero dell'Economia, con il governatore bavarese uscente Edmund Stoiber, gli Interni col decano Wolfgang Schaeuble, la Difesa, l'Agricoltura col bavarese Horst Seehofer. E due ministeri importanti per costume e qualità della vita, Famiglia e Istruzione, andranno a Ursula von der Leyen e Annette Schavan, fedelissime di «Angie». Ma non meno peso avrà la Spd. Otterrà Esteri col grado di Vicecancelliere, Finanze, Lavoro, Giustizia, Sanità, Ambiente, Trasporti, e infine ma non ultimo Cooperazione, il dicastero occidentale che versa in assoluto più aiuti al Terzo mondo. La sinistra schroederiana ha strappato concessioni importanti anche sui contenuti: di tagli neoliberisti o di deregulation radicale non si parla più.

«L'essenza della politica socialdemocratica verrà attuata», ha affermato il presidente della Spd, Franz Muentefering. «L'elettorato ha detto no a scelte contrarie ai lavoratori, e a uno Stato debole». La Grande coalizione non è ancora pronta: «Ci prepariamo a tre o quattro settimane di negoziati tesi, avvincenti, difficili», ha avvertito il governatore democristiano dell'Assia, Roland Koch. La trappola del diavolo può ancora nascondersi nel minimo dettaglio.

Fronde e mugugni pesano in entrambi i blocchi: nella Spd, nel cui Direttivo l'accordo è stato contestato da 9 membri su 40, quasi un quarto. E nella Cdu, dove - avverte il governatore turingiano, Dieter Althaus - il clima è «a misura di situazione», cioè non esultante. Eppure la nuova èra decolla, anche se in salita. «Cinque milioni di disoccupati, e il rischio di sforare di nuovo il Patto di stabilità europeo», ha notato Angela Merkel, «sono anche uno stimolo a cercare intese in nome di chi ci ha votato. Se tutto andrà bene, forse tra due anni sorrideremo delle difficoltà che affrontiamo oggi».

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