Da La Repubblica del 09/10/2005

Enrico Moriconi, presidente dell'Associazione veterinari di salute pubblica: eliminare le cause del rischio

"Mucca pazza e virus dei polli è tutta colpa dei maxi allevamenti"

Sovraffollamento e massiccio ricorso agli antibiotici facilitano la mutazione di virus e batteri

di Antonio Cianciullo

ROMA - «Dalla Bse all'influenza aviaria. Sinceramente è un trend che preoccupa: il nesso tra l'aggressività di virus e batteri e il moltiplicarsi degli allevamenti intensivi suggerisce una seria riflessione». Enrico Moriconi, presidente dell'Asvep (Associazione veterinari di salute pubblica), guarda all'allarme attuale inquadrandolo nel contesto degli ultimi dieci anni.

Lei vede una progressione del rischio?
«Direi proprio di sì. L'allarme sulle conseguenze degli errori nei sistemi di allevamento intensivo risale al 1996, con la denuncia del primo caso di passaggio della Bse dalla mucca all'uomo. Adesso, per fortuna, quella vicenda sembra rientrata ma il costo pagato è stato molto alto. E proprio quest'estate è suonato il secondo campanello d'allarme».

L'influenza aviaria?
«No. Lo streptococco suis che dal 24 giugno scorso al 3 agosto ha provocato 38 morti nel Sichuan, una provincia cinese. Mi sembra un episodio particolarmente inquietante, anche se ha attirato poca attenzione, perché siamo in presenza di un batterio largamente diffuso tra i maiali che non aveva mai aggredito l'uomo».

Perché mette in relazione il maggiore dinamismo di virus e batteri con gli allevamenti intensivi?
«Premetto che ci muoviamo nel campo delle ipotesi, ma sono ipotesi che stanno acquistando via via maggior concretezza. In sostanza i fattori che rendono gli allevamenti intensivi un laboratorio d'evoluzione per gli agenti infettanti sono due. Il primo è il grande numero di animali racchiusi in uno spazio ristretto: la concentrazione di virus e batteri è già statisticamente significativa. E poi c'è l'uso massiccio di antibiotici somministrati per compensare i danni derivanti dalle condizioni innaturali di vita. La somma di questi due fattori facilita la mutazione dei virus e dei batteri».

Molti medici indicano come una causa importante del diffondersi di nuove malattie la moltiplicazione degli spostamenti di persone e di merci.
«Non basta a spiegare il salto della barriera di specie, ma è un elemento da tenere in considerazione. Ad esempio l'ultima epidemia di afta suina arrivata in Italia è stata portata da due camionisti che avevano comprato in Asia un panino confezionato con carne infetta: al loro ritorno in Europa avevano fatto pulizia buttando qualche avanzo che era finito in una discarica dove pascolavano i maiali».

Gli sviluppi dell'influenza aviaria saranno devastanti?
«Se dovessimo stare a quello che è successo finora dovrei dire che il rischio è sopravvalutato: al momento in Asia si sono registrati 69 morti in tre anni. Tuttavia se non interveniamo rapidamente cambiando le condizioni degli allevamenti intensivi è molto probabile che un numero crescente di virus e batteri passerà dagli animali all'uomo. E alla lunga, con ogni probabilità, le conseguenze saranno devastanti».

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