Da Punto Informatico del 07/10/2005
Originale su http://punto-informatico.it/p.asp?i=55409

La UE blinda le proprietà intellettuali

Scoppia la polemica intorno alla direttiva europea che colpisce la violazione della proprietà intellettuale. Gli esperti: soffoca la competizione ed è dannosa per i consumatori. Pene dure, come quelle per i terroristi

di Tommaso Lombardi

Londra - I membri della Foundation for Information Policy Research hanno utilizzato parole forti per denunciare l'inasprimento generalizzato delle misure a tutela della proprietà intellettuale nell'Unione Europea. La nuova bozza della cosiddetta direttiva IPRE è nuovamente al centro delle polemiche, accusata di soffocare l'innovazione e la competizione in tutti i settori che ruotano intorno alle nuove tecnologie: dall'informatica allo sviluppo di nuovi sistemi per le telecomunicazioni.

"La nuova direttiva costringerà gli stati UE ad arrestare chiunque violi un brevetto di qualche tipo", sostiene Ross Anderson, professore di scienze informatiche presso l'Università di Cambridge e presidente di FIPR. I portavoce di FIPR, vicini alle posizioni dei sostenitori del software open source, pensano che l'approvazione della direttiva costituisca un brutto colpo alle libertà civili. "Se passerà", si legge in una nota ufficiale, "un'azienda IT dovrà mettere in preventivo qualsiasi tipo di spesa legale per tutelarsi da accuse su violazioni di brevetti".

La situazione in Europa è prossima ad una svolta: le pressioni della Gran Bretagna stanno accelerando ulteriormente l'avvicinamento di Bruxelles a Washington, patria della lotta senza quartiere alla violazione dei brevetti. Il governo britannico, attualmente alla guida dell'Unione Europea, ha convocato esponenti di spicco dell'industria internazionale in occasione della Creative Economy Conference.

I partecipanti, tra cui svettano TimeWarner, British Telecom, Microsoft e BBC, discuteranno dell'agenda europea per combattere fenomeni come pirateria e contraffazione. "Modernizzeremo il sistema del copyright e qualsiasi altra forma di garanzia per la proprietà intellettuale", sostiene il ministero dell'industria britannico.

"La direttiva IPRE non può che nuocere ai consumatori", continua Anderson, "farà salire i prezzi, proprio adesso che c'è aria di crisi: nuoce alle imprese, alla ricerca ed alle università". L'Europa, secondo l'esperto, sta per adottare direttive più dure in materia di proprietà intellettuale di quanto non siano le norme contro il terrorismo internazionale.

Anderson è dell'avviso che la direttiva IPRE sarà un colpo basso per il software libero: l'eventuale inasprimento del quadro normativo complessivo porterà "i nemici dell'open-source ad approfittarne in maniera predatoria, così che faranno di tutto per colpire con enormi battaglie legali". FIPR riflette l'umore dell'iniziativa CODE, Campaign for an Open Digital Environment, dedicata alla difesa della cosiddetta libertà digitale.

Infatti IPRED pone sullo stesso piano la violazione dei brevetti con quella del diritto d'autore. In caso di una sua approvazione, allo studio dei deputati europei, secondo i più critici potrebbe innestare un approccio di iper-protezione a cascata sulla produzione digitale nella sua interezza, così come su quella farmaceutica, biochimica e persino agroalimentare.

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