Da La Repubblica del 24/08/2005

La critica alla teoria dell'evoluzione, Bush in testa, è di moda: in 20 Stati a scuola vige il creazionismo

Tutti contro Charles Darwin l'America si scopre "neo creo"

Mai così numerosi i seguaci del "disegno intelligente" di Dio

Il presidente: "È giusto che gli studenti siano informati dell'esistenza di un'altra spiegazione alla vita"
Cavalcando la nuova strategia repubblicana di inseguire il voto dei credenti il nuovo movimento ha ricevuto l'imprimatur di Bush

di Vittorio Zucconi

WASHINGTON - Se fosse vivo e potesse leggere i giornali americani di oggi, nel lungo e noioso viaggio verso le isole Galapagos a bordo del "Beagle", probabilmente Charles Darwin sorriderebbe nel vedere come la sua "teoria generale dell'evoluzione" si applichi non soltanto ad amebe e scimmie, ma anche a coloro che la negano, come Bush e i suoi crociati neo creazionisti.

Grazie al ricco fertilizzante sparso da finanziatori miliardari, la rivolta contro "l'evoluzionismo" nel nome del "creazionismo" cominciata come un movimento "fringe", di minoranza, è diventata in America un animale forte, astuto e aggressivo, che oggi merita lo stucchevole prefisso di moda: "neo creo". Ha cambiato pelle e nome e ora, con l'etichetta del "disegno intelligente", sinonimo di Dio in abiti razionali e moderni, è arrivata fino alla Casa Bianca, al Congresso, sulle pagine dei grandi giornali e soprattutto nelle aule. Contende in 20 dei 50 stati americani, le ore di scienza nelle classi, per riconquistare i cuori e le menti degli scolari.

Latente da almeno due decenni, ma visibile dalla creazione del Discovery Institute di Seattle nel 1990, l'attacco sotterraneo al dogma scientifico dominante nel nome del Dio "creatore del cielo e della terra", è affiorata dal sottosuolo dove era confinata come un fiume carsico ed è divenuta oggi "mainstream", un corso d'acqua imponente e visibile. Cavalcando la spinta della politica e della nuova strategia repubblicana di inseguire il voto dei credenti fondamentalisti, i neo creo sono arrivati fino a Bush, che il 2 agosto scorso ha dato l'imprimatur politico definitivo al movimento. «È giusto che gli studenti siano informati dell'esistenza di un'altra spiegazione alla vita, accanto a quella darwiniana, alla dottrina del "disegno intelligente", disse il Capo dello Stato. Subito seguito dal leader della maggioranza repubblicana, il cardiochirurgo dottor Bill Frist, per farsi perdonare il suo empio appoggio alla ricerca sulla staminali embrionali.

"Disegno intelligente" è la formula di marketing che adottarono quando i soldi di miliardari come gli Ahmanson e soprattutto di Mellon Scaife, l'elemosiniere di tutte le inchieste più infamanti contro Clinton, decisero che insistere sul libro della Genesi come testo scientifico sarebbe stato impraticabile. Il ricordo dello storico "processo delle scimmie" nel 1925, quando un avvocato di paese demolì la testimonianza di uno fanatico creazionista, costringendolo ad ammettere che l'immagine di animali in coppietta che s'imbarcano con Noè era palesemente metaforica e ascientifica, bruciava. Dunque i neo creo dovevano aggirare la impresentabilità scientifica di una Bibbia che postula in meno di 10 mila anni l'età dell'Universo, quando ormai la scienza l'ha determinata in 16 miliardi di anni. Fu deciso, al Discovery Institute, di imboccare una via più morbida, di recuperare la più blanda e attraente formulazione dell'"orologiaio". «Se vedete un sasso, potete pensare che sia stato prodotto da millenni di lavoro delle acque e del vento. Ma se trovate un orologio per strada, capite immediatamente che dietro c'è un orologiaio».

L'astuzia di presentare il "creazionismo" soltanto come un'altra teoria da insegnare accanto, e non contro, l'"evoluzionismo" ha conquistato i molti portatori di generica fede in un Creatore. Non ha trovato obbiezioni tra i cattolici americani, avendo la Chiesa di Roma sistemato la questione sino da Papa Pio XII e dalla enciclica "Humani Generis" del 1950 nella quale il Pontefice, memore di Galileo, riconobbe la validità delle ipotesi evolutive, salvando il momento divino della introduzione dell'anima immortale. E così nel Kansas dal ‘99, in Ohio e via via in altri 18 stati, accanto all'immancabile poster di ominidi scimmieschi via via più eretti verso il perfetto atleta che saremmo noi, la teorie del Grande Orologiaio è insegnata come scienza, non come credenza.

Il sarcasmo dell'establishment accademico e diventato arroccamento difensivo. «Il mondo della scienza ufficiale, fedele all'evoluzionismo - scrive il New York Times - è oggi chiaramente sulla difensiva». Sfruttando i vuoti presenti nella formula evolutiva, che lo stesso Darwin nell'ultima edizione del proprio studio riconobbe, i creazionisti costringono gli evoluzionisti a difendere quello che fino a pochi anni or sono era pacifico.

Approfittano delle discordie, tipiche di ogni ambiente scientifico, tra i darwinisti come i paleontologi Richard Leakey e Donald Johansen che bisticciano sui resti di "Lucy" e disegnano volti diametralmente opposti per l'ominide "Australopico afarensis". Mentre al museo di storia naturale, il celebre poster del cavallino che evolve dal minuscolo Eohippus al nostro Hippus, è stato discretamente tolto.

L'indignazione degli evoluzionisti, di fronte alla tesi dell'"orologiaio intelligente" che è un atto di fede indimostrabile, viene ammorbidita dall'astuzia dei neo creo che non pretendono di insegnare una verità, ma di «esporre i giovani a un dibattito di idee», metamorfizzandosi in perfetti relativisti per difendere l'assoluto. Nel suo libro "La scatola nera di Darwin", il professor Behe, uno dei leader del movimento, chiede come possa un meccanismo raffinato e complesso come l'occhio evolvere da un occhio difettoso e non funzionante. «Un occhio o funziona o non funziona», sentenzia, ergo qualcuno deve averlo progettato come è. Dal dipartimento di biologia della Università della Southern California, gli risponde il professor Russel Doolittle, citando il prodigio della coagulazione del sangue. «Partendo dai meccanismi primitivi di coagulazione presenti in animali semplici è possibile predire con assoluta, matematica certezza l'evoluzione che ha portato allo sviluppo delle 20 proteine che coagulano il sangue umano».

Ma se la discussione sull'intuizione darwiniana è aperta non è invece in discussione il successo politico di questo movimento di revanscismo teocratico mimetizzato da alternativa scientifica. Nel manifesto ‘99 del Discovery Institute, che oggi stipendia 60 attivisti missionari con almeno sei milioni di dollari di finanziamenti annui, sta scritto che la missione dei neo creo non è spiegare l'occhio, ma fondare una «nuova comprensione teistica della natura». Pieno fondamentalismo, dunque. Teo con, neo con, ora neo creo, sono volti diversi di una evoluzione tipicamente e ironicamente darwiniana, che favorisce il successo e la sopravvivenza degli organismi capaci di profittare meglio dell'ambiente nel quale esistono. E oggi l'ambiente pagante è la destra culturale, religiosa e politica, avida di ritorni a un passato rassicurante, semplice e gerarchico, nel quale rifugiarsi perché passi la nottata di un tempo inquietante, confuso e complicato.

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