Da La Repubblica del 08/07/2005

Ucciso l'ambasciatore egiziano

Al Zarqawi: "Abbiamo giustiziato un amico di Israele"

Era stato sequestrato sei giorni fa, il primo diplomatico arabo nell'Iraq post-Saddam
Nel mirino di Al Quaeda nuovamente le ambasciate.L'Egitto: "Resteremo a Bagdad"

di Daniele Mastrogiacomo

ROMA - Non solo Londra, ma anche l'Iraq e l'Afghanistan. L'offensiva di al Qaeda varca i confini inglesi e a poche ore dalla sequenza di attentati che sconvolge il cuore della city, ecco l'annuncio dell'esecuzione dell'ambasciatore egiziano a Bagdad Ihab el Sherif e la minaccia di decapitare a Kunar, nel sud dell'Afghanistan, il soldato Usa delle forze speciali catturato nei giorni scorsi. L'organizzazione fondata da bin Laden alza il tiro e sferra un nuovo attacco al mondo occidentale e ai paesi che gli sono alleati. L'esecuzione di Ihab el Sherif non è una delle tante che hanno scandito la guerra di guerriglia degli ultimi due anni nell'ex Mesopotamia. E' il segnale eloquente di un cambio di strategia. Non si colpiscono più soltanto gli Usa e le forze della coalizione che hanno invaso l'Iraq. Il mirino si sposta su tutti i paesi arabi. Contro chiunque dialoghi o appoggi la politica dell'amministrazione Bush e il governo iracheno. Ihab el Sherif è stato il primo diplomatico di un paese musulmano ad essere stato nominato ambasciatore a Bagdad. Lo hanno rapito, processato e adesso ucciso proprio per dare un esempio a tutti gli altri paesi arabi che si apprestavano a ufficializzare i loro rapporti diplomatici con il governo del premier al Jaafari. Non è un caso se sabato scorso, poche ore dopo il rapimento dell'ambasciatore de Il Cairo, due commando di terroristi hanno tentato di sequestrare il suo omologo del Bahrein, Hassan Malallah Ansari, e attaccato il convoglio del capo della delegazione diplomatica pakistana, Mohammed Younis Khan. Entrambi gli agguati sono stati sventati grazie alla reazione delle scorte, che hanno risposto al fuoco, e all'abilità degli autisti che sono riusciti a fuggire. La nuova strategia di al Qaeda ha messo in allarme tutta la diplomazia araba. L'ambasciatore di Islamabad è stato spostato ad Amman, quello del Bahrein è stato fatto rientrare. L'ansia che rischia di coinvolgere il resto delle delegazioni musulmane preoccupa anche gli Usa. Con il governo iracheno Washington ha lanciato un appello a tutti i paesi arabi a nominare i propri ambasciatori, secondo i programmi annunciati. C'è la tentazione di una fuga generalizzata. Per al Qaeda sarebbe un successo inaspettato. Dopo l'Onu, la Croce rossa internazionale, le grandi imprese internazionali, le Ong e i media, il richiamo degli ambasciatori arabi da un paese arabo sarebbe davvero un pessimo segnale. L'inizio della fine. La Giordania è stata la prima a raccogliere l'appello. Nonostante le minacce e l'attentato che aveva subito la sua sede a Bagdad nell'agosto del 2003, il regno hascemita ha deciso di inviare il suo ambasciatore in Iraq. "Siamo più che mai decisi", ha spiegato il vicepremier Marwan Muhasher, "a mantenere inalterata la nostra presenza a Bagdad con cui abbiamo già da tempo intensi rapporti diplomatici e politici". Ma è una scelta che appare per il momento isolata. Il rapimento del nuovo ambasciatore egiziano è stato un vero choc per la comunità diplomatica straniera in Iraq. E ora con l'annuncio della sua esecuzione, il clima di tensione è tornato alle stelle. "Viviamo praticamente blindati", ci spiegava ieri un diplomatico occidentale, "riusciamo a stento a svolgere il nostro lavoro. Ci sentiamo nel mirino. L'obiettivo dei terroristi e degli insorti è bloccare ogni attività con il nuovo governo. Di questo passo ci stanno riuscendo". L'esecuzione di Ihab al Sherif è stata annunciata da Abu Mussab al Zarqawi, il capo di al Qaeda in Iraq, con un comunicato messo nella rete web. In un video nel quale si vede il diplomatico vestito con una maglietta bianca e nera, gli occhi bendati, che si identifica e ripercorre la sua carriera al ministero degli Esteri egiziano, tra cui il recente incarico in Israele, il gruppo annuncia: "Abbiamo applicato il verdetto divino emesso contro l'ambasciatore degli apostati. L'ambasciatore degli infedeli ha ammesso le sue colpe dimostrando che il regime che serve è infedele e che lui stesso è legato agli ebrei e ai crociati". Non c'è stata verifica dell'autenticità del messaggio e dell'esecuzione, ma conferme sono venute dal ministero dell'interno dal Cairo, dove la tv ha mostrato moglie e figlia in lacrime. Il video di al Qaeda annuncia che un secondo filmato, con l'uccisione di Sherif, verrà presto trasmesso in rete. Un filmato che anche i Taleban in Afghanistan hanno promesso di consegnare ai media per dimostrare la decapitazione del soldato Usa catturato sulle montagne di Kunar.

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