Da Corriere della Sera del 14/04/2005
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/04_Aprile/14/follini....

Politica e schieramenti

Follini sfida il Cavaliere e chiede la crisi

«Percorso pilotato verso un nuovo governo». Domani il partito si riunisce ancora, sul tavolo anche l’appoggio esterno

di Roberto Zuccolini

ROMA - Il giorno prima, durante la direzione, il vertice dell’Udc aveva evitato di scrivere nero su bianco quella parola che fa inorridire Silvio Berlusconi. Ma ieri dentro il partito la «crisi» è stata prima sussurrata agli alleati, poi citata con chiarezza e alla fine addirittura interpretata: «Crisi pilotata», spiega il ministro Rocco Buttiglione, lui che continua però a parlare di partito unico con Forza Italia e An. Certo, la partita è tutta ancora da giocare perché manca il passaggio di oggi, cioè l’atteso vertice della Casa delle libertà e quello di domani, la nuova direzione dell’Udc che dovrebbe dire una parola definitiva sulla tormenta post-elettorale del centrodestra, compreso il ritiro della delegazione e l’appoggio esterno. Fatto sta che la giornata di ieri è stata all’insegna del muro contro muro tra Udc e Berlusconi, forse il più duro registrato dall’inizio della legislatura. Un vero e proprio dialogo tra sordi consumato a Palazzo Grazioli, là dove incontrando il premier, Marco Follini ha indossato più le vesti del segretario di partito che quelle del vicepresidente del Consiglio. Ed ecco l’affondo.

Il leader dei centristi spiega che il documento di cinque cartelle preparato dal premier per rilanciare il governo non va bene e conclude che a questo punto il «forte segno di discontinuità» di cui parla ormai da giorni deve essere per forza il Berlusconi-bis, vale a dire il passaggio al Quirinale, accompagnato da un ripensamento impegnativo del programma e della squadra di governo. Proposta «orribile» per il premier che è sempre stato disposto a trattare su tutto, ma non sul «passaggio formale», anche se con l’«attenuante» della «crisi pilotata». Lo spiega in serata lo stesso Buttiglione dopo il vertice udc ospitato alla Camera dal presidente Pier Ferdinando Casini, alla presenza di Follini, Giovanardi e i capigruppo D’Onofrio e Volontè: «Credo che avviare una crisi pilotata sia la cosa migliore da fare: non è un ultimatum ma il modo migliore per fare uscire la coalizione dalla crisi e farla più forte. Ormai per rilanciare l’azione del governo non servono più parole ma fatti». Vale a dire che se Berlusconi è d’accordo la crisi si risolve anche in poche ore. Ma la dichiarazione pesa perché pronunciata all’uscita della riunione alla quale aveva partecipato anche Casini. Un presidente della Camera che con la battuta definita «autoironica» sul «cieco che non può aiutare l’altro cieco» (lui e Follini?) e sul fatto che i colleghi di partito sarebbero venuti «a chiedere consiglio», in questo caso avrebbe avallato di fatto la linea dura dell’Udc.

Quindi: questa mattina, al vertice della Casa delle Libertà, Marco Follini offrirà al premier la «crisi pilotata» e scontrandosi con tutta probabilità con il «no» convinto di Berlusconi. Guarderà ovviamente anche agli atteggiamenti che assumeranno gli altri alleati, cioè la Lega e soprattutto An, che a questo punto potrebbe trovarsi spiazzata di fronte alla richiesta. Poi a decidere formalmente la linea del partito sarà venerdì la direzione dell’Udc. E a quel punto, dopo aver valutato il da farsi (e la reazione di Berlusconi) si potrebbe arrivare al ritiro della delegazione dal governo. Sì, perché a quel punto sarebbe difficile sostenere un abbandono in solitudine di Follini ed una permanenza di Buttiglione, Baccini e Giovanardi (e di tutti i sottosegretari). Anche se proprio Giovanardi, considerato il più berlusconiano tra i ministri udc, è fortemente in fibrillazione, come anche il capogruppo al Senato Francesco D’Onofrio. Perché ormai tutto sembra possibile, persino quell’appoggio esterno che a luglio lo stesso Follini aveva tirato fuori come extrema ratio e che poi era rientrato.

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