Da La Stampa del 11/04/2005

Tornano storiche tensioni

Cina-Giappone e le ceneri mai spente

di Francesco Sisci

I semi dell'Unione europea sono stati gettati con la fine dei vecchi odi dopo la Seconda guerra mondiale. Gli stessi semi di pace non hanno toccato l 'Asia, dove le ceneri tra Tokyo e Pechino non sono ancora spente.

Anzi in Cina l'onda antinipponica cresce. Nel mirino l'ambizione giapponese per un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell'Onu, e i nuovi testi scolastici che sorvolano sulle atrocità di Tokyo durante l'invasione della Cina. Nella corsa all'Onu il paese del Sol Levante ha l'appoggio americano e la forza di essere la seconda economia e il secondo esercito del mondo e non può più essere un nano politico, anche rispetto alla crescita di Pechino.

Ma Cina, Sud Corea e gli altri Paesi invasi dai giapponesi 60 anni fa, pensano che il Giappone non meriti quel seggio. Tokyo non ha seguito l'esempio della Germania e non ha ammesso gli errori del passato e i libri di testo provano che vuole sfuggire alle sue responsabilità storiche. Per questo i giovani cinesi hanno raccolto oltre 20 milioni di firme contro il seggio permanente al Giappone.

Tokyo sostiene di dover tenere conto delle proteste della sua vecchia destra, e che in Asia le scuse hanno radici più profonde, fanno perdere la faccia, le cose non sono semplici come in Europa. Queste spiegazioni non riavvicinano le parti che possono ritrovarsi sempre più lontane per le urla dei giovani che si indignano contro il Giappone, e accusano il loro governo di essere troppo debole.

Le differenze possono diventare un problema per l'intera Asia, il continente ha bisogno della collaborazione di Cina e Giappone per affrontare questioni caldissime come i casi Nord Corea e Taiwan.

E la nuova identità cinese rischia di peggiorare le cose. Il governo ha abbandonato l'ideologia comunista e ha sostenuto una nuova idea di patriottismo, che i giovani interpretano come nazionalismo.

Il quadro generale lascia intendere che questi problemi sono destinati a crescere. Il 2005 segna il sessantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Le celebrazioni imminenti costringeranno Tokyo a prendere una posizione. Dovrà schierarsi con il mondo che festeggerà la vittoria sulle forze nazifasciste e quindi celebrare la propria sconfitta oppure prendere le distanze.

Nel secondo caso quale sarà la reazione dell'Asia? Cosa dirà l'America, che allora era alleata della Cina e oggi, invece, è con il Giappone? Su queste domande si può riaprire un fronte di tensioni che l'Europa ha cancellato sessant'anni fa.

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