Da La Repubblica del 06/04/2005

Dopo nove anni di monologhi, Berlusconi a sorpresa accetta il duello tv. Ed è scontro con D´Alema e Rutelli

E il Cavaliere irrompe nell´arena del nemico

di Concita De Gregorio

ROMA - Lui, da solo, all´improvviso. Lui contro D´Alema e Rutelli, su RaiTre. Lui con Nichi Vendola, un comunista, appena eletto presidente della Puglia. Lui a Ballarò, da Floris, a sentirsi fare delle domande, persino ad essere interrotto. Lui nella tana del nemico - «il Tre, macchina terribile» - lui contraddetto, smentito, messo alle strette e costretto a contrattaccare fuori copione. Una serata tv indimenticabile, gli italiani una cosa così non se la ricordavano più. Dopo nove anni di monologhi da Vespa Silvio Berlusconi ha deciso alle otto e mezza di sera, sull´onda della sconfitta elettorale, di prendere il posto di Enrico La Loggia in tv e andare lui di persona a dire che la sinistra ha vinto, sì, «una vittoria incontestabile» ma che lui non si dimetterà perché deve finire di fare le riforme. Una scelta «geniale», dice Bruno Vespa mascherando il dispiacere che non sia toccato a lui. La scena era così, per i pochi che se la siano persa: Silvio Berlusconi nel ruolo del torero nell´arena, con Alemanno al fianco a piantare banderillas. Gioca l´effetto sorpresa come Napoleone, nessuno in studio sa del suo arrivo fino a che non si siede, o poco prima. A D´Alema, in forma smagliante, brillano gli occhi dall´acquolina: nella stessa situazione, dopo la sconfitta alle amministrative, lui si dimise. Rutelli lo saluta con «finalmente, una straordinaria occasione». Portano tutti la stessa cravatta a pois, e non le distribuivano all´ingresso.

Floris non è affatto intimidito e comincia con Gene Gnocchi che fa una parodia del premier. Il dibattito comincia così, con Berlusconi che dice di Gnocchi: «A proposito di gratitudine: sono io che l´ho avviato alla televisione». Poi spiega le ragioni della sua presenza qui: «Dal 2001 non mi sono mai più occupato di Forza Italia. Garantisco a tutti gli azzurri che vedranno il loro presidente alla loro testa a guidare la campagna elettorale.

E ho cominciato stasera». Tiene sulle ginocchia una cartellina, D´Alema un foglietto. Esordio vero, politico: «Forza Italia ha subito un risultato pesante, erano elezioni importanti ancorché localistiche, abbiamo pagato la congiuntura economica mondiale in tutta Europa hanno vinto le elezioni, nell´ultimo anno, le opposizioni. E´ stato un mio errore non impegnarmi in campagna elettorale la sconfitta è da attribuirsi ai presidenti di regione. Non ci saranno conseguenze sul governo». Niente dimissioni, ecco.

D´Alema, subito: «E´ ingeneroso attribuire la sconfitta ai presidenti di Regione, questo è un voto politico, senza Ghigo Storace e Fitto il risultato sarebbe stato anche peggiore.» Il presidente lo riconosce quando dice della tendenza europea, dunque il contrario della «dimensione locale». Si entra nel merito.

D´Alema: «Avete perso perché avete negato le difficoltà del paese. Quando perdemmo noi Berlusconi chiese elezioni anticipate, noi non abbiamo nemmeno chiesto che lei si dimetta. Io lasciai il governo perché capii che il centrosinistra non mi riconosceva come leader. Penso che lei dovrebbe porsi lo stesso problema nel centrodestra».

Berlusconi: «D´Alema non era stato eletto, cercava una legittimazione del voto, era andato al governo con un´operazione spericolata». D´Alema: «prevista dalla Costituzione, che lei considera spericolata». Rutelli: «Parliamo di lavoro economia potere d´acquisto». Berlusconi: «Abbiamo ridotto la disoccupazione, non c´è promessa che non abbiamo mantenuto».

Rutelli: «Gli è mancato il comizio finale lo deve fare stasera».

Berlusconi: «Rutelli non è capace di dire il suo nome e cognome perché due verità gli farebbero venire un colpo». Breve scambio di nervosismi, si passa ai dati. Ilvo Diamanti commenta il voto: dice che l´otto per cento degli elettori è passato da destra a sinistra. Berlusconi confronta i dati con le europee, «abbiamo avuto un milione e ottocentomila voti in meno fra chi non ha votato». D´Alema tira fuori il foglietto, «non ne avrei bisogno perché le ultime regionali me le ricordo bene», dice che i dati sono sbagliati, i votanti a queste regionali sono stati più che alle europee. «Beh, solo sei su cento sono passati a sinistra».

D´Alema: «Ha detto nulla.» Berlusconi: «Abbiamo un anno, li recuperemo uno per uno». Si passa a un´intervista del premier a Panorama, citata da Rutelli, in cui parla della sinistra pericolosa. Berlusconi imbarazzato: «Beh, avete le scuole superiori, le università, i giornali, le tv, il Consiglio di Stato la magistratura e qui mi fermo per carità di patria». D´Alema, con le mani nei capelli: «Le tv?» risate dal pubblico, «Si fermi, sì, per carità di patria».

Nella mezz´ora che segue Vendola in collegamento dice che in Puglia la destra ha perso perché ha tentato di occultare la realtà. D´Alema che la vittoria più bella del centrosinistra «non è nelle sei regioni che abbiamo conquistato, è che abbiamo vinto dappertutto dove governavamo noi». Berlusconi: «Avete rete di clientele». D´Alema: «Non insulti i comuni».

Floris, al premier: la sua funzione di leader si sta logorando? «Forse all´inizio della legislatura, ora senz´altro no». D´alema, una domanda: questa riforma costituzionale che la maggioranza degli italiani non vuole, lei è disposto a fermarla o vuole portarla avanti? Berlusconi: «E´ un percorso avviato, andrà conclusa». Rutelli torna sui temi economici, Berlusconi cambia argomento, coglie uno spinto marginale: «Io sono sempre molto umano, nonostante quello che dicono di me, sono venuto a sostituire di corsa un ministro che non è potuto venire. Vorrei avere con l´opposizione rapporti diversi. Lei Rutelli, senta che cosa ha detto di me», segue elenco. Che guida l´Italia come uno sfasciacarrozze, cose così. Rutelli: «Voglio la cassetta: queste cose che Berlusconi se le dice da solo». D´Alema, che davvero fa soffrire Berlusconi, ricomincia: «Lei dice che vuole tagliare le tasse di 12 miliardi di euro, come?». Berlusconi: «Tagliamo enti inutili». Floris: quali? «Non lo dico se no metto in angoscia certi enti». Floris: lo dica se no ci mette in angoscia tutti.

«Lavoriamo all´archiviazione digitale dei documenti di Stato, si risparmia due miliardi di euro. Il 70 per cento dei funzionari hanno caselle e mail, contro il 30 che ci hanno lasciato Lorsignori - chiama la sinistra Lorsignori, sempre - non per nulla abbiamo uin ministro dell´innovazione che viene dall´Ibm». Chiusa sulle tv: «Lei Floris è bravissimo, ma io sulle mie reti non ho trasmissioni faziose, eccezion fatta di San Emilio Fede che fa da contraltare al Tre, macchina terribile». Sì scusi, presidente, ma lei ha paura di perdere le prossime elezioni? «Assolutamente no, è impossibile». Sorriso breve di D´Alema, sigla.

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