NEW YORK - Un pesante atto d´accusa contro la Siria e gli inquirenti di Beirut. Il rapporto delle Nazioni Unite sull´uccisione dell´ex primo ministro libanese, Rafik Hariri, chiede che venga al più presto istituita una «commissione indipendente internazionale» per indagare sull´omicidio che ha dato il via alla cosiddetta «rivoluzione dei cedri» e che ha costretto il presidente siriano Assad ad annunciare il ritiro dei militari di Damasco dal paese che da decenni il regime alawita ritiene essere una sorta di protettorato della Siria.

La missione investigativa dell´Onu, guidata dal vice capo della polizia irlandese Peter Fitzgerald, ha concluso che le autorità libanesi hanno dimostrato una «marcata mancanza di impegno» nel fare le indagine sul delitto e che la loro inchiesta non è stata svolta «in conformità ai criteri internazionali accettabili».

La commissione ha aggiunto di avere forti dubbi sul fatto che la commissione indipendente possa portare a buon fine e in modo soddisfacente la sua missione fino a quando «l´attuale gerarchia a capo dei servizi di sicurezza e di intelligence resterà in carica».

Nel rapporto si legge anche che i servizi segreti militari siriani sono i maggiori responsabili della mancanza di sicurezza, protezione e ordine pubblico in Libano e che il clima creato dalle forze siriane in Libano nei mesi precedenti l´attentato contro Hariri ha reso più facile e possibile l´omicidio dell´ex premier libanese.

Per Fitzgerald la «commissione indipendente internazionale» dovrà avere tutto l´appoggio e l´aiuto delle forze libanesi e dovrà avere l´autorità di interrogare testimoni, condurre ricerche e investigazioni senza limitazioni.

Da Beirut l´attuale presidente libanese Emile Lahoud ha risposto sostenendo di avere già detto al segretario generale delle Nazioni Unite Kofi di prendere tutte le «misure necessarie» per arrivare ad accertare la verità su quanto successo il 14 febbraio scorso.

Rafik Hariri venne assassinato da un autobomba fatta scoppiare in una centrale via della capitale libanese mentre l´ex primo ministro stava transitando con un corteo di auto. Altre diciassette persone restarono uccise.

L´omicidio di Hariri ha provocato una serie di imponenti dimostrazioni di protesta, in quella c he viene considerata la «primavera del Libano» verso una libertà troppo a lungo negata. Da subito nelle cancellerie di mezzo mondo è ciroclato il sospetto che dietro gli attentatori ci fosse la mano dei servizi segreti siriani e l´assassinio ha provocato il deciso intervento diplomatico di Stati Uniti e Francia - di nuovo `alleati´ in Medio Oriente dopo la crisi seguita alla guerra in Iraq - in appoggio alla risoluzione delle Nazioni Unite che chiede l´immediato ritiro delle truppe siriane dal Libano.

Al momento le truppe siriane - e le migliaia di agenti dei servizi segreti di Damasco che hanno di fatto `gestito´il Libano in questi anni - si sono solo parzialmente ritirate nella parte orientale del paese, vicino al confine siriano, con la promessa di procedere ad un ritiro completo solo dopo un accordo con l´attuale governo libanese.

E´ stato lo stesso Kofi Annan, nel quadro di un rilancio della diplomazia dell´Onu (e suo personale in seguito agli scandali che vedono coinvolto il figlio Kojo) ad insistere perchè sull´omicidio di Hariri venga fatta «luce completa».