Da La Repubblica del 22/01/2005

Berlusconi: "Un piano d´uscita"

Allo studio con Bush e Blair la strategia del dopo voto

Ma Ds, Margherita e Verdi chiedono che il governo vada in aula a riferire sulla sicurezza dei nostri soldati
La sinistra pacifista chiede ancora il ritiro immediato delle truppe
La Cgil: oggi è il giorno del dolore ma poi dovremo tornare a riflettere
Unanime cordoglio dal presidente Ciampi a tutti i gruppi parlamentari Casini: un caduto sulla via per la pace

di Claudia Fusani

ROMA - Il cordoglio del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. I messaggi del presidente del Senato Marcello Pera e della Camera Pier Ferdinando Casini. La telefonata del premier Silvio Berlusconi che promette alla vedova «appoggio e supporto per tutti i suoi problemi» e la lettera, privata, «da padre» del ministro della Difesa Antonio Martino alla moglie Alessandra, alla piccola Giorgia e ai genitori del maresciallo Simone Cola, vittima numero venti della missione di pace dei militari italiani in Iraq. «Resteremo in Iraq finchè serve» ripete il governo. Ma dolore e tristezza uniscono il mondo politico solo per qualche ora.

Per la maggioranza la morte del maresciallo, papà di una bimba di cinque mesi, conferma la necessità della presenza in Iraq per combattere i terroristi e far vincere la democrazia creando, anche, le condizioni per le elezioni. E se i vertici della Gad, Romano Prodi, Piero Fassino, Massimo D´Alema Walter Veltroni, Francesco Rutelli celebrano il lutto ma tengono lontane le polemiche, già nel primo pomeriggio Ds, Margherita e Verdi vogliono il governo in aula soprattutto, spiega il diessino marco Minniti, «per riferire sulle condizioni di sicurezza delle nostre truppe in Iraq». La sinistra-pacifista chiede una volta di più il ritiro: «Quanti altri morti militari e civili dovremo ancora piangere?».

Di fronte alla parola d´ordine di Palazzo Chigi che esclude l´ipotesi del ritiro, il premier, però, in serata, torna a parlare di «exit-plan dopo le elezioni irachene». Non è un ritiro, sia chiaro, ma un piano di uscita dall´Iraq delle truppe della coalizione una volta garantite libere elezioni. «Ne ho già parlato - ammette Berlusconi - con Bush e Blair».

Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini cerca, da subito, di dare il clima della giornata e il senso di questa nuova vittima: «Ci inchiniamo di fronte ad un nuovo caduto nel nome di quei principi di pace e solidarietà che cerchiamo di portare in tutto il mondo». Il capo gruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante precisa che «c´è il momento del lutto e poi quello delle polemiche». E anche la Cgil distingue tra «oggi, giorno del dolore e del cordoglio» e domani «quando bisognerà riprendere la riflessione e l´iniziativa sulla situazione irachena sempre più grave e incontrollabile». Ma dolore e ritiro delle truppe sono concetti che vanno declinati insieme per la sinistra pacifista. «Oggi - dice Armando Cossutta presidente Pdci - arriva la tragica conferma di tutte le nostre preoccupazioni di cui il governo non si avvede e di cui, invece, si deve assumere la piena responsabilità». Rifondazione, verdi e correntone ds insistono sul ritiro: «E´ una guerra altro che missione di pace». Durissimo anche lo Sdi che, con il senatore Roberto Biscardini, sollecita «chiarezza» nel governo sul ritiro delle truppe: «Martino dice che resteremo anche dopo elezioni, il premier parla di piano di uscita, di fronte ai morti non ci può essere ambiguità». E Antonio Di Pietro (Idv): «Questa è un´altra morte che si aggiunge sulla coscienza di tutti coloro che pensano che con la guerra si possano risolvere le divergenze fra gli stati».

Per il centro destra le richieste dell´opposizione sono «un indegno sciacallaggio». «Anche in questa tragica occasione - dice Mario Palombo (An) - dal centrosinistra si levano le solite voci stonate, ma il terrorismo non si vince con le parole e l´Italia non poteva restare a guardare dinanzi alla situazione in Iraq». Per Antonio Martusciello (fi), viceministro all´Ambiente, quella della sinistra «è una vergognosa litania» e un «indegno sciacallaggio che ancora una volta arrivano nel momento del dolore».

Il ministro Martino ieri ha fatto partire immediatamente per Nassiriya il numero due del Comando operativo interforze responsabile delle operazioni fuori area. Un sopralluogo tecnico-operativo. Martedì il ministro riferirà al Senato. Non sono escluse nuove misure di sicurezza per i nostri militari che già vivono quasi blindati nella base fuori dal centro di Nassiriya e l´invio di nuovi mezzi. Sempre più da guerra e sempre meno da missione di pace.

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