Da Corriere della Sera del 19/01/2005

Tolosa, vertice sulla ripresa al battesimo del superAirbus

Il summit tra Blair, Chirac, Schröder e Zapatero su Patto e crescita. Il presidente francese: nuove collaborazioni industriali. L’assenza dell’Italia

di Massimo Nava

TOLOSA - C'erano quattro bandiere sul palcoscenico dell’immenso hangar di Tolosa. In prima fila, piccole e ripiegate, ma più evidenti dello show hollywoodiano che faceva da cornice all'inaugurazione dell'Airbus A380, il transatlantico del cielo, finalmente visibile in tutto il suo gigantesco splendore, quando quattro bambini, tirando una corda, come si fa con le campane a festa, hanno fatto alzare il sipario. Quelle quattro bandiere messe davanti al sogno realizzato erano più emblematiche della più importante conquista nel campo dell'aviazione civile, l'aereo più grande, più sicuro, più ecologico mai progettato. Perché erano le bandiere dei quattro Paesi europei che hanno osato crederci e che l'hanno costruito, mettendo insieme risorse economiche e umane, tecnologia, spirito di cooperazione industriale.

Perché erano bandiere che stringevano, in un cerchio di speranza e ottimismo, quella europea.

Erano i colori della Francia, che proietta la propria "grandeur" industriale sulle ambizioni del Continente, della Germania, sempre più in sintonia con Parigi quando sono in gioco grandi disegni, della Gran Bretagna, che quando si parla d'industria e affari tiene i piedi in Europa, e della Spagna, rapidamente passata dal ruolo di potenza emergente a partner paritario dei Grandi. L'Italia non è un partner secondario nel progetto, fornendo all'Airbus parti della fusoliera e componenti tecniche, come non lo sono imprese asiatiche, americane e di diversi Paesi europei.

«Airbus resta un partner fondamentale per il gruppo Finmeccanica», conferma il direttore generale, Giorgio Zappa.

Ma ieri, nella simbologia storica, l'Italia era annoverata, senza essere menzionata, fra gli "altri", senza generosità. Soprattutto in Francia, pesa il rammarico per la nostra decisione di non partecipare al progetto militare per l'Airbus 400 M. D'altra parte, il nostro ruolo minoritario nel consorzio europeo è anche il frutto di scelte strategiche diverse che hanno consolidato negli anni la collaborazione con l'americana Boeing.

Fra giochi d'acqua, ballerini sospesi fra le nuvole, fasci di luce e megaschermi, le musiche sottolineavano la storia della conquista del cielo, dal sogno di Icaro ai fratelli Wright. In mezzo al palcoscenico, almeno un omaggio alla cultura umanistica italiana : una macchina d'acciaio e vetro che ricorda il prototipo di velivolo concepito da Leonardo.

Il presidente francese Chirac, il premier britannico Blair, il cancelliere tedesco Schröder e il primo ministro spagnolo Zapatero hanno celebrato l'evento davanti ad una platea di oltre cinquemila invitati, giornalisti giunti da tutto il mondo, dirigenti delle compagnie aeree che hanno già ordinato 149 esemplari del "transatlantico", tecnici, operai e manager di Airbus. Nei loro discorsi, in piena sintonia, l'«orgoglio per un grande progetto industriale europeo» (Blair); la «scelta della responsabilità e della ragione» (Chirac) in riferimento all'impatto ambientale e al risparmio energetico del progetto; il «trionfo della tecnologia e della cultura europea» (Schröder); un «monumento all'intelligenza e alle capacità dell'uomo che c'insegna che, con la stessa determinazione, nessun traguardo è precluso all'Europa» (Zapatero).

Ed è in questo spirito che i quattro leader si sono poi riuniti in una colazione di lavoro. Nessun comunicato e nessuna notizia ufficiale, per non dare l'impressione di un "vertice" o peggio di una versione allargata di un "direttorio". Tuttavia, discutendo di ripresa europea, Patto di stabilità e iniziative concordate per rilanciare impresa e competitività, la sintonia e l'orgoglio di ieri sono suonati anche strategici.

Airbus, la «sfida dell'ottimismo e della fiducia nelle risorse europee», come l'ha definita il presidente Noel Forgeard, è anche un modello percorribile di cooperazione industriale, di sviluppo tecnologico e scientifico, di ricaduta occupazionale e di conseguenze politiche, dando senso compiuto al disegno d'integrazione dell'Europa e alle sue ambizioni.

Il presidente francese Chirac lo ha detto a chiare lettere: «Ciò che abbiamo realizzato con Airbus dobbiamo riuscire a farlo per l'energia del futuro, per i trasporti e le telecomunicazioni di domani, per la medicina dell'avvenire. Facciamolo per le nuove generazioni, che guardano con entusiasmo alle nuove frontiere del progresso scientifico, della costruzione europea e dello sviluppo sostenibile».

Proprio in questi giorni, la Francia ha lanciato un'Agenzia per l'innovazione, per la creazione di distretti industriali di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. In quest'ottica, il polo aeronautico d Tolosa è una realtà in pieno sviluppo. Per Chirac, l'Agenzia potrebbe essere la «prima pietra» di un grande cantiere europeo. E, in questa direzione, anche il primo test per la revisione del Patto di stabilità, stralciando dai vincoli gli investimenti in ricerca e sviluppo.

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