Da La Repubblica del 13/01/2005

Una strage più forte di quella degli incidenti stradali, dove i deceduti si fermano a quota 50.700

Europa malata di depressione

La Ue: ogni anno 58mila suicidi, un picco fra gli adolescenti

di Marco Marozzi

BRUXELLES - La conta triste del «darsi la morte» vede su tutti l´Ungheria: 400 suicidi all´anno ogni milione di abitanti. In fondo c´è la Grecia: 40 casi. Ma tutti gli esperti spiegano che i numeri veri sono nascosti dal dolore, la compassione, l´ipocrisia, il pudore, l´impossibilità di stendere statistiche esatte su chi ha scelto di togliersi la vita.

I dati ufficiali, inferiori alla realtà, sono terribili ugualmente: ogni anno 58 mila europei muoiono per suicidio o per quelle che le cartelle cliniche chiamano «automutilazione». È come se ogni dodici mesi scomparisse una città grande come Capri. Per autodistruzione. Una strage superiore a quella degli incidenti stradali: dove la lista nera si ferma a quota 50.700. Dieci volte più alta di quella degli omicidi: 5.350 registrati. A uccidersi sono soprattutto i ragazzi, i giovani. Il motivo è nella quasi totalità dei casi la malattia mentale. Depressione in testa.

«L´assassino invisibile della nostra Europa», dice Markos Kyprianou, commissario europeo per la Salute. Lui arriva a Bruxelles, nel grigio del Nord Europa, dalla luce di Cipro, da una delle terre che paiono meno attanagliate dalla volontà di morte, in un Sud del continente dove però l´uccidersi viene spesso considerato una «vergogna» da nascondere da parte di quelli che restano.

Il quadro luttuoso è stato mostrato, in tutta la sua potenza, da Kyprianou mentre si apriva ad Helsinki la Conferenza europea dell´Organizzazione mondiale per la sanità dedicata alla salute mentale. Secondo le statistiche dell´Unione europea il «male oscuro» matura fra adolescenti tra i 12 e i 17 anni, con il 4% di casi di grave depressione, poi esplode verso i 18 anni, quando balza al 9%. «Le malattie mentali sono mortali quanto quelle fisiche, come il cancro», lancia l´allarme Kyprianou. E chiede di fare della salute mentale «una priorità politica dell´Europa».

La sfida è enorme. «Più spesso di quanto si voglia ammettere - racconta Marc Danzon, direttore regionale dell´Organizzazione della sanità per l´Europa - chi soffre di qualsiasi disturbo mentale è visto con paura». «Poi non dimentichiamo - dice l´esperto - che troppo spesso i malati non riescono a beneficiare di un trattamento o non chiedono aiuto in quanto temono cure inumane e degradanti». Così anche nei paesi dove il sistema sanitario è ben organizzato, denuncia Danzon, «tra il 44 e il 70% delle persone che soffrono di disturbi mentali non vengono curate». Il 56% di chi soffre del «dolore dell´anima» tenta di uccidersi, il 15% muore per propria mano.

Gli uomini più delle donne, con picchi che vanno nelle fasce di età tra i 15 e i 24 anni e tra i 25 e 34 anni. I cittadini meno esposti sembrano essere quelli dei paesi mediterranei. La Commissione europea nelle ultime statistiche raccolte - con difficoltà - per il 1999 racconta che in Grecia, Portogallo e in Italia c´erano meno di 10 suicidi di uomini - e meno della metà per le donne - ogni 100 mila persone. Nel freddo Nord le cifre cambiavano. In Lituania nello stesso periodo 77 uomini e 12 donne su 100.000 persone si toglievano la vita. E numeri simili si registravano in Estonia, Lettonia, Ungheria, Slovenia e Finlandia. Però in Inghilterra la cifra delle morti si abbassava a livello della Spagna, decisamente inferiore ai dati di Austria, Francia, Germania e Lussemburgo.

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