Da La Repubblica del 13/01/2005
Per il Viminale superato il modello dei due servizi segreti. Martino: no, il sistema binario dà maggiori garanzie democratiche
"Subito la riforma degli 007"
Pisanu: intelligence unica alle dipendenze del premier
Bianco: grave ritardo dell´Italia a tre anni dagli attentati dell´11 settembre
Il ministro dell´Interno sul ruolo del Sismi: "Basta con la vecchia logica militare". Bianco: grave ritardo dell´ Italia a tre anni dall´11 settembre
di Claudia Fusani
ROMA - Gli 007 devono fare capo a un solo ufficio che non può più avere «rigide divisioni in interno e internazionale» e devono superare la «vecchia logica militare». Il ministro dell´Interno Giuseppe Pisanu riprende il tema della riforma dei servizi segreti, ferma alla Camera, e rilancia lo schema di un servizio d´informazione e sicurezza unico e non più binario, «a competenza generale» e suddiviso in «branche specialistiche», alle dirette dipendenze della presidenza del Consiglio e con «un ruolo chiave di controllo» da parte del Parlamento. Il titolare del Viminale si rivolge agli uomini del Sisde, il servizio civile competente per la sicurezza interna e al loro direttore prefetto Mario Mori, elogiato per come sta dirigendo l´agenzia, durante la cerimonia che inaugura l´anno accademico degli uomini dell´agenzia.
Non è la prima volta che Pisanu lancia questo appello e spiega perché l´intelligence «è tempo che cambi»: non c´è più la guerra fredda, siamo in un sistema politico «stabilmente aperto all´alternanza» e quindi, «non hanno più fondamento le vecchie perplessità sulla concentrazione dei poteri in un unico organismo d´intelligence». Insomma, serve un Servizio «unitario, compatto, flessibile ed efficiente».
E´ la prima volta, però, che Pisanu fa chiaramente capire che la riforma, una rivoluzione totale, inciderebbe soprattutto sul Sismi, l´intelligence militare che fa capo al ministro della Difesa Antonio Martino. Questo perché, dice Pisanu, «negli ultimi decenni il campo degli interessi nazionali da tutelare è aumentato e impone un´attività di controspionaggio non più condotta secondo la vecchia logica militare bensì secondo la logica della controingerenza politica, economica e scientifica». Insomma è assurdo tenere divise le competenze delle due agenzie quando invece organizzazioni terroristiche diverse «stanno unendo forze e ideologie contro il nemico comune che è lo stato democratico».
Non è chiaro perché il ministro Pisanu rilanci oggi in modo così determinato la necessità della riforma sapendo che il centrosinistra è contrario, da Massimo Brutti a Marco Minniti passando per Giuseppe Caldarola. Ieri si è aggiunto il Verde Paolo Cento con un «no secco ad una riforma autoritaria dei servizi». Una rivoluzione del genere deve essere condivisa da maggioranza ed opposizione e, nell´anno che resta a questa legislatura, non ci sono i tempi tecnici per approvarla. Si schiera con il ministro Pisanu il presidente del Copaco Enzo Bianco (Margherita), che insiste da tempo sulla necessità della riforma: «Spero che alle parole giuste e condivisibili del ministro adesso seguano i fatti perché l´Italia è in gravissimo ritardo dopo l´11 settembre».
Di sicuro il ministro dell´Interno fa capire che va buttato il testo del ministro Franco Frattini, approvato al Senato e fermo in commissione Affari Costituzionali della Camera che attribuisce «garanzie funzionali», la licenza di reato, agli 007 ma lascia il sistema così com´è. E prende chiaramente le distanze dal ministro della Difesa Antonio Martino a cui invece sfugge il senso di una riforma con tanta fretta e urgenza.
Non è la prima volta che Pisanu lancia questo appello e spiega perché l´intelligence «è tempo che cambi»: non c´è più la guerra fredda, siamo in un sistema politico «stabilmente aperto all´alternanza» e quindi, «non hanno più fondamento le vecchie perplessità sulla concentrazione dei poteri in un unico organismo d´intelligence». Insomma, serve un Servizio «unitario, compatto, flessibile ed efficiente».
E´ la prima volta, però, che Pisanu fa chiaramente capire che la riforma, una rivoluzione totale, inciderebbe soprattutto sul Sismi, l´intelligence militare che fa capo al ministro della Difesa Antonio Martino. Questo perché, dice Pisanu, «negli ultimi decenni il campo degli interessi nazionali da tutelare è aumentato e impone un´attività di controspionaggio non più condotta secondo la vecchia logica militare bensì secondo la logica della controingerenza politica, economica e scientifica». Insomma è assurdo tenere divise le competenze delle due agenzie quando invece organizzazioni terroristiche diverse «stanno unendo forze e ideologie contro il nemico comune che è lo stato democratico».
Non è chiaro perché il ministro Pisanu rilanci oggi in modo così determinato la necessità della riforma sapendo che il centrosinistra è contrario, da Massimo Brutti a Marco Minniti passando per Giuseppe Caldarola. Ieri si è aggiunto il Verde Paolo Cento con un «no secco ad una riforma autoritaria dei servizi». Una rivoluzione del genere deve essere condivisa da maggioranza ed opposizione e, nell´anno che resta a questa legislatura, non ci sono i tempi tecnici per approvarla. Si schiera con il ministro Pisanu il presidente del Copaco Enzo Bianco (Margherita), che insiste da tempo sulla necessità della riforma: «Spero che alle parole giuste e condivisibili del ministro adesso seguano i fatti perché l´Italia è in gravissimo ritardo dopo l´11 settembre».
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