Da La Repubblica del 29/12/2004

La tragedia subito dopo la sconfitta elettorale. Avrebbe negato all´ultimo momento l´appoggio al suo leader

Un suicidio scuote l´Ucraina

Morte sospetta del ministro che aveva tradito Yanukovich

Era lui ad aver organizzato i treni speciali per portare i minatori del Donetsk in piazza contro gli oppositori
Un mese fa lo scontro con il capo del governo che lo avrebbe personalmente malmenato
Era a rischio: conosceva i segreti del potere e si era detto pronto a parlare

di Giampaolo Visetti

KIEV - Il giallo della morte di Gheorghij Kirpa travolge le nuove contestazioni di brogli sul terzo turno delle presidenziali ucraine. Apre sinistri scenari di vendette e rese dei conti tra i vertici del regime crollato: getta un´ombra preoccupante su uomini e centri di interesse vicini al premier sconfitto Viktor Yanukovich.

Il potente ministro dei Trasporti e delle telecomunicazioni, 58 anni, è stato trovato ucciso l´altra sera nella dacia governativa di Bortnici, alle porte di Kiev. Una pistola Makarov 5,67 accanto, un colpo a bruciapelo alla tempia destra. A trovare il cadavere nella sauna, una guardia della «Titan», il servizio di ronda nelle residenze ministeriali. Erano le 18. Ha suonato il campanello per il normale controllo, poi ha forzato la porta. Kirpa, già in cura per alcolismo, aveva raggiunto l´elegante dimora, con parco circondato, attorno alle 16. Poi aveva congedato la scorta personale.

Un´ora più tardi se ne era andata la moglie, diretta verso la villa nella capitale. Alle 17 il ministro, fedelissimo del presidente Kuchma e politico-imprenditore tra i più potenti del Paese, ha avuto un lungo colloquio telefonico con un esponente dell´opposizione. L´interlocutore viene tenuto coperto dalla procura. Poi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il «suicidio guidato», o l´omicidio. Gli investigatori sanno già se Kirpa si è tolto la vita, oppure se è stato assassinato: ma l´esito del guanto di paraffina, che certifica se a sparare è stata lo vittima, non è stato diffuso. Il procuratore generale Sviatoslav Piskun ha aperto un´inchiesta per «istigazione al suicidio». Ritiene che qualcuno abbia costretto il ministro, descritto come persona dai nervi d´acciaio, a spararsi: minacce, ricatti sui famigliari, richieste tali da indurlo a togliersi la vita. Non è però escluso che un killer abbia tirato il grilletto costringendo la vittima a impugnare la pistola: una pratica comune nei servizi segreti. A indebolire questa ipotesi, le telecamere a circuito chiuso della dacia. La registrazione mostrerebbe che dopo la morte nessuno è uscito di casa e che nel pomeriggio solo lui e la moglie erano transitati dall´ingresso.

Mondo politico, economia, la popolazione stremata da una crisi senza fine e dal giallo irrisolto dell´avvelenamento di Viktor Yushenko durante la campagna elettorale, sono sotto choc. E´ evidente che la morte di Kirpa sia legata alla vittoria del leader degli arancioni nel ballottaggio di domenica, alla sconfitta di Yanukovich e al tramonto dell´era Kuchma. Il ministro, per anni a capo delle risanate ferrovie dello Stato, era tra i politici più fedeli a Kuchma e al miliardario-deputato Grigori Surkis, padrone della Dynamo. Un anno fa era stato indicato come il più probabile successore dello stesso Kuchma. Persa la battaglia interna al potere, era stato costretto a sostenere la candidatura Yanukovich.

Gli amici confermano però che i due non si amavano affatto. Un mese fa avevano avuto uno scontro durissimo, al termine del quale il premier (due metri, ex lottatore, precedenti per rissa) avrebbe pestato personalmente il suo ministro. Leader del partito filo- governativo «Rinascita», dopo un passato con i socialdemocratici, Kirpa faceva parte del clan del capo dell´amministrazione presidenziale, Viktor Medvedchuk. Il 2 dicembre, dopo l´annullamento del ballottaggio dei brogli, un altro intimo del duo Kuchma-Medvedchuk era stato trovato «suicidato». Il banchiere Yuri Lech, custode del patrimonio del presidente uscente, è in realtà stato ucciso a coltellate nel suo ufficio. Nella capitale, come nelle principali città ucraine, si teme ora che l´ondata di omicidi di Stato e di assassinii eccellenti dei personaggi al vertice del regime post-comunista, sia solo agli inizi. «Se gli scheletri del regime cominciano a uscire dagli armadi - dice il politologo Serghieij Rakmanin - il vortice delle vendette può annientare la vecchia élite nazionale».

Gli investigatori ieri hanno interrogato decine di persone dello staff elettorale di Yanukovich. Kirpa, con interessi miliardari nel mondo dei trasporti, secondo uno dei leader dell´opposizione Piotr Poroshenko avrebbe organizzato e coordinato le falsificazioni nei primi due turni elettorali. Con i fondi neri messi a disposizione dai clan della regione russofona di Donetsk, con i soldi prelevati dal bilancio del suo ministero, avrebbe organizzato e diretto i treni-fantasma che il 31 ottobre e il 21 novembre avevano portato milioni di falsi elettori a votare a distanza nei seggi controllati dalle autorità. «Questo è il destino - ha detto Poroshenko - di chi è in credito con un regime totalitario. E´ morto per nascondere prove, o per fornirle».

Yushenko, di cui Kirpa era stato ministro nel 1999, lo aveva accusato di aver impedito il passaggio di treni e pullman che avrebbero dovuto portare a Kiev gli insorti dutante la rivoluzione arancione. Dopo lo scandalo dei brogli e la rottura tra Kuchma e Yanukovich, il ministro si sarebbe infine rifiutato di offrire ancora sostegno alle falsificazioni del leader filo-russo. Prima dell´ultimo ballottaggio aveva negato al premier il trasporto di schede false nelle regioni sud-orientali. Aveva lasciato dipingere di arancione la banca del suo ministero. Nestor Sciufrich, uomo di Yanukovich nella commissione elettorale centrale, due giorni fa lo aveva pubblicamente accusato di «tradimento». Kirpa, definito ieri «normale» dal suo portavoce, aveva però pestato molti piedi e danneggiato enormi interessi, in particolare quelli che avevano investito sulla continuità del regime. Misteriosi utilizzi di fondi ministeriali, un ponte finanziato ma mai pagato, privatizzazioni promesse e poi bloccate. Conosceva i segreti del potere, si era detto pronto a parlare: per questo il colpo mortale è partito.

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