Da La Stampa del 20/12/2004
Figli unici troppo viziati
I piccoli imperatori della Cina
di Francesco Sisci
PECHINO. La giacca ha le maniche lunghe, si arriccia sulle spalle ma è il meglio, di marca italiana, costata tremila euro. E’ tantissimo, due anni di stipendio normale a Pechino, ma è comunque meno del prezzo per l'abito bianco, tutto pizzi e ricami, della sposa, ed è solo una piccola porzione del costo totale del matrimonio che comprende un giro a bordo di una Mercedes classe S, e un appartamento con vista panoramica. I genitori di Wang Yi, lo sposo, se lo possono permettere, sono benestanti, ma in ogni caso hanno versato tutti i loro risparmi per il matrimonio del loro unico virgulto. E’ figlio loro... e di una politica che dal 1980, quando è stata promulgata, doveva ridurre il tasso di crescita della popolazione e quindi favorire l'accumulazione di ricchezza del Paese.
Una generazione dopo, ora che Wang Yi si sposa, si vede che la politica aveva ragione. I cinesi oggi sono «solo» 1,4 miliardi, forse duecento milioni in meno di quanti sarebbero stati senza pianificazione familiare. Quello che nessuno poteva prevedere 25 anni fa è che la tradizionale, enorme capacità d'affetto di genitori e nonni cinesi avrebbe ultraviziato i figli, e li avrebbe trasformati nell'unico scopo di vita della famiglia: dei piccoli imperatori che al momento del matrimonio devono avere tutto quello che possono sognare loro, e i loro genitori.
Ora che si sposano, poi, i quattro nonni non aspettano altro che sperare e preoccuparsi per il futuro nipotino che continua a essere unico. Da quasi 20 anni, tutta la stampa cinese si cruccia sulla sorte di questi ragazzini che, per la prima volta nella storia millenaria cinese, sono cresciuti senza una grande famiglia intorno. I giornali pubblicano periodicamente storie di bimbi che tiranneggiano i genitori e i nonni, contro ogni dettame della morale confuciana tradizionale, che impone il rispetto per gli anziani.
Eppure in Cina la gran parte dei genitori considera un insulto alla propria morale l'idea di dare lavori di fatica ai propri figli, o di non coprirli di tutte le attenzioni materiali che possono permettersi. Ma il prezzo per questi vizi non è piccolo. I figli degli Anni 80 hanno un compito enorme imposto dai loro vecchi. Devono avere successo, emergere, spiccare sopra gli altri in un mondo che è sempre più competitivo, e dove tutti i coetanei hanno le stesse pressioni. I piccoli imperatori oggi si sposano e cementano un salto di cultura e di generazione dove la famiglia non è più importante come una volta. Oggi al di là delle leggi, i genitori non vogliono più figli, costano troppo, con scuole e ospedali tutti a pagamento e senza mutue.
E’ la fine pratica, profonda, della morale confuciana, che ha bisogno di regole per le relazioni tra generazioni. E’ la fine del passato di certo, ma il futuro ancora non si vede se non nelle pieghe di un abito da sposa.
Una generazione dopo, ora che Wang Yi si sposa, si vede che la politica aveva ragione. I cinesi oggi sono «solo» 1,4 miliardi, forse duecento milioni in meno di quanti sarebbero stati senza pianificazione familiare. Quello che nessuno poteva prevedere 25 anni fa è che la tradizionale, enorme capacità d'affetto di genitori e nonni cinesi avrebbe ultraviziato i figli, e li avrebbe trasformati nell'unico scopo di vita della famiglia: dei piccoli imperatori che al momento del matrimonio devono avere tutto quello che possono sognare loro, e i loro genitori.
Ora che si sposano, poi, i quattro nonni non aspettano altro che sperare e preoccuparsi per il futuro nipotino che continua a essere unico. Da quasi 20 anni, tutta la stampa cinese si cruccia sulla sorte di questi ragazzini che, per la prima volta nella storia millenaria cinese, sono cresciuti senza una grande famiglia intorno. I giornali pubblicano periodicamente storie di bimbi che tiranneggiano i genitori e i nonni, contro ogni dettame della morale confuciana tradizionale, che impone il rispetto per gli anziani.
Eppure in Cina la gran parte dei genitori considera un insulto alla propria morale l'idea di dare lavori di fatica ai propri figli, o di non coprirli di tutte le attenzioni materiali che possono permettersi. Ma il prezzo per questi vizi non è piccolo. I figli degli Anni 80 hanno un compito enorme imposto dai loro vecchi. Devono avere successo, emergere, spiccare sopra gli altri in un mondo che è sempre più competitivo, e dove tutti i coetanei hanno le stesse pressioni. I piccoli imperatori oggi si sposano e cementano un salto di cultura e di generazione dove la famiglia non è più importante come una volta. Oggi al di là delle leggi, i genitori non vogliono più figli, costano troppo, con scuole e ospedali tutti a pagamento e senza mutue.
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