Da Corriere della Sera del 16/12/2004

Washington punta su Roma per riconquistare l’Europa

Il presidente prepara il suo viaggio oltre Atlantico a febbraio. Mentre Blair si defila, Palazzo Chigi appare un ponte cruciale

di Ennio Caretto

WASHINGTON - Nel breve incontro con i giornalisti nello Studio Ovale, Bush ha fatto del suo meglio per rafforzare Berlusconi non solo come ringraziamento per l'appoggio sull’Iraq e sull'Afghanistan, ma anche in funzione del proprio viaggio in Europa alla fine di febbraio. Tony Blair non è al momento in grado di fornire un sostegno incondizionato al presidente a causa dell'imminenza dell'elezioni britanniche: secondo il Times , anzi, gli avrebbe chiesto di non fare tappa a Londra per non recargli danno. In questo quadro, sottolineando la sua «forte simpatia personale» per Berlusconi, Bush lo designa di fatto referente privilegiato nell'Ue e nella Nato, con cui il presidente vorrebbe riallacciare la collaborazione. Come ha notato ieri la Fox , la tv a lui più vicina, dopo aver elogiato la leadership dell'ospite, Bush ha auspicato di poter lavorare col premier altri quattro anni, quasi un augurio che sia rieletto nel 2006. E ha indicato nel Medio Oriente, oltre che in Europa, le aree in cui operare insieme (la Fox ha evidenziato la prossima visita di Gianfranco Fini in Israele e Palestina).

Il presidente americano si era già schierato a fianco del premier, ricorda l'edizione europea del Wall Street Journal , invitandolo alla Casa Bianca prima della sentenza del processo. Per andargli incontro, ieri ha spezzato anche il proprio riserbo sul dollaro: Bush non si era mai tanto dilungato in merito, non aveva mai precisato che cosa intenda fare per frenarne la svalutazione verso l'euro, né aveva mai citato i graduali ma costanti rialzi dei tassi d'interesse da parte della Federal reserve. Allo stesso modo, si è soffermato sull'eventuale commessa all'Agusta Wesland per gli elicotteri della Casa Bianca. E' la conferma, ha commentato il portavoce Sean McCornick, che Bush vede nel premier un grande alleato, un ponte con l'Ue, e un interlocutore prezioso sui problemi globali, dalla Turchia alla Cina. Con Blair e con José Maria Aznar, l'ex premier spagnolo, nel 2003 Berlusconi aveva impedito che l'America restasse isolata nella guerra in Iraq. Con la sua calda accoglienza e con le sue promesse d'aiuto, il presidente sta adesso cercando di ripagare il debito, e al tempo stesso scommette su di lui.

Dove ciò porti l'Italia, il cui peso internazionale ne viene comunque accresciuto, non è ancora chiaro. Bush ama ripetere che l'America non dimentica gli amici, una frase che parrebbe segnalare un intervento a nostro favore se e quando si tratterà di assegnare i nuovi seggi al Consiglio di Sicurezza dopo la riforma dell’Onu.

Si aspetta tuttavia che Berlusconi, che ha riferito di essere stato incaricato di svolgere alcune missioni per lui, peraltro imprecisate, si tenga in equilibrio tra l'America e l'Europa (non a caso, il premier ha anche affermato di condividere l'assioma di Bush che «l’Occidente è uno»). Non è la prima volta che il presidente Usa gioca la carta italiana: lo scorso giugno, incominciò da Roma il pellegrinaggio della ripresa dei rapporti con la «vecchia Europa» che lo condusse a Parigi e in Normandia, per il 60esimo anniversario dello sbarco del «D- Day», e poi a Savannah in Georgia al G8, e che segnò l'inizio del disgelo transatlantico. Da indiscrezioni della Casa Bianca, Bush ieri avrebbe voluto segnalare tramite Berlusconi di essere disposto ad abbandonare almeno in parte l'intransigenza del primo mandato.

Per ora lo straordinario «George and Silvio show», tutto sorrisi, affabilità e battute, ha dimostrato quanto il presidente apprezzi chi lo sostenga. A febbraio, quando Bush sarà a Bruxelles, si vedrà se ha anche contribuito a fare girare pagina all'America e all'Europa.

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