Da La Repubblica del 14/12/2004

Alle presidenziali ex-comunisti battuti, il potere al centro destra

Bucarest, fine di un´epoca Basescu guiderà la svolta

L´adesione alla Ue nel 2007 resta una priorità per la Romania

di Renato Caprile

Ha promesso lotta alla corruzione, libertà di stampa, battaglie civili e soprattutto più giustizia sociale. La Romania gli ha creduto e Troian Basescu ha sconfitto (51,2) a sorpresa nel ballottaggio finale il superfavorito ex premier, Adrian Nastase (48,7). Al quale i milioni di dollari, è uno degli uomini più ricchi del Paese, il bavaglio alla stampa e una accertata spregiudicatezza nell´amministrare il potere non sono serviti a molto. Ha vinto l´uomo che sa parlare alla gente, fino a ieri sindaco apprezzato di una capitale difficile, prima ancora che il leader di una coalizione di centro destra, Giustizia e Verità. Voto regolare però. Senza brogli e senza quelle contestazioni che avevano avvelenato il primo turno. Lo stesso Nastase ha riconosciuto senza problemi la vittoria dell´avversario.

Tramonta quindi, e definitivamente, l´era di Ion Iliescu, il presidente uscente, di cui Nastase era l´erede. E con essa, si spera, anche l´ingombrante passato di spie, dossier e corruzione ai vertici dello Stato. Nastase il suo contributo comunque l´ha dato. E, scandali a parte, con dignità. La Romania è già nella Nato, è a un passo dall´ingresso in Europa (2007) e i suoi conti, almeno sulla carta, segnano una costante crescita economica anche se i salari continuano a essere tra i più bassi (un centinaio di euro sì e no) del continente.

Cosa cambierà con l´avvento dell´ex comandante di marina ai vertici dello Stato? Niente che possa preoccupare Bruxelles. L´europeismo del nuovo presidente infatti non si discute. In un primo discorso sulle priorità del suo mandato, Basescu ha assicurato che l´adesione all´Unione europea rimarrà elemento principale della politica estera del suo paese. «Siamo la frontiera orientale della Nato - ha detto - e presto lo saremo anche dell´Unione europea. Grazie ai nostri buoni rapporti con queste due istituzioni e con i Paesi dell´ex Unione sovietica, puntiamo a diventare un vero fattore di stabilità in questa parte del Continente». Come dire che le sue auspicate «rivoluzioni» riguarderanno semmai il modo di amministrare la cosa pubblica. Quel «liberare le istituzioni dalla dittatura dei politici», come recita uno degli slogan più riusciti della sua trionfale campagna elettorale.

Basescu, cui la Costituzione impone di nominare un nuovo premier, la sua scelta l´avrebbe già fatta. Calin Popescu Tariceanu, attuale presidente del Partito Liberale, dovrebbe essere il prossimo capo di un governo a tre, con i liberali del Partito Umanista (Pur) e i magiari dell´Unione degli ungheresi di Romania (Udmr). I numeri ci sono e una bozza d´accordo pure.

«Vogliamo dare vita a una coalizione di maggioranza con le due formazioni democratiche che hanno superato lo sbarramento del 5% per entrare nel Parlamento», ha annunciato ieri Basescu nel suo primo discorso da presidente eletto. Una soluzione politica d´altra parte facilmente praticabile visto che Pur e Udmr hanno già preso le distanze dall´ex alleato socialdemocratico, manifestando la loro disponibilità a negoziati con Giustizia e Verità.

Sul piano interno, Basescu ha ribadito la volontà di fare pulizia e soprattutto il suo impegno affinché la stampa in Romania ridiventi libera e indipendente perché «il politico che mette il bavaglio alla stampa nazionale, tappa la bocca a tutto il popolo. E io non farò mai questo errore».

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