Da La Repubblica del 10/12/2004
Timori per la discrepanza fabbisogno-deficit. L´agenzia Fitch: tagli fiscali senza copertura
Anche la Bce avverte l´Italia "Effetti negativi sul debito"
di Andrea Tarquini
BERLINO - I conti pubblici appaiono a rischio in Italia, e continuano a deteriorarsi in molti paesi europei. «Si stima che le discrepanze tra gli andamenti di disavanzo e debito influiranno negativamente sull´evoluzione del debito pubblico in alcuni paesi, tra cui la Grecia e l´Italia, che già presentano un rapporto debito/pil molto elevato». Guai ad apparire lassisti: «nel consolidamento dei disavanzi e soprattutto nella politica fiscale urge che i governi europei diano forti segnali di stabilità e di fiducia: il Patto di stabilità va rispettato senza riserve». Ecco il nuovo duro monito che giunge dal rapporto mensile della Banca centrale europea, a chiudere la settimana dominata dalle polemiche sul sospetto di falsità o non correttezza dei dati ufficiali italiani: un fabbisogno di copertura permanentemente superiore al deficit dichiarato. E l´agenzia di rating Fitch avverte che le promesse di sgravi fiscali di Berlusconi non sono accompagnate da garanzie di un loro finanziamento. E i dati dei conti pubblici italiani «sono meno chiari di quegli degli altri paesi», perché «i dati sul debito degli ultimi due-tre anni suggeriscono un deficit corrente reale attorno al 4%». Ben superiore cioè al tetto del 3% del prodotto interno lordo posto dai Trattati di Maastricht e dal Patto di stabilità, cardini e fondamenta dell´Unione monetaria europea.
Il clima resta dunque nervoso e teso, nell´avvicinarsi del Consiglio europeo di fine anno. Sull´onda delle polemiche relative al sospetto che dopo un caso Grecia (la provata falsificazione dei dati sulle pubbliche finanze, scelta da Atene per anni come scappatoia per aderire all´euro) segua un caso Italia, il clima tra autorità politiche e Bce torna burrascoso. Secondo il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, il Patto di stabilità con i suoi limiti alla spesa pubblica e le procedure di sanzione a chi li viola «è una pietra miliare, non una camicia di forza». Per questo «è necessario ricordare quanto sia importante per l´Europa non indebolirlo, è importante che il Patto e le procedure da attuare nei confronti dei paesi a deficit eccessivo restino pietre miliari della politica economica europea».
Le dichiarazioni di Trichet alla conferenza degli industriali europei e il rapporto mensile bce denunciano un forte allarme. Il bollettino nota preoccupato come Francia, Germania e Grecia infrangeranno quest´anno il Patto, e Berlino e Atene rischieranno di violarlo anche nel 2005. Ma forte è l´inquietudine anche per i conti pubblici italiani, che si avvicinano ai valori-limite. I motivi di tale allerta li ha chiariti Christopher Price, direttore della divisione debito sovrano di Fitch. «E´ chiaro», ha detto, «che esiste in Italia un problema con i concetti di deficit e debito che non combaciano. Le cifre ufficiali rivelano questo aspetto». Tradotto in pratica: il nuovo indebitamento (emissione di bond e titoli, eccetera) necessario per coprire il deficit corrente aumenta peggiorando la situazione del debito. «Il presidente del Consiglio ha fatto delle promesse ma nessuno ha una chiara idea di come finanzierà i tagli fiscali».
Sempre secondo l´esperto di Fitch, «sarà molto difficile che il governo italiano mantenga il deficit sotto il livello del 3% del Pil. se infatti guardiamo alla struttura delle cifre del debito degli ultimi due-tre anni, queste suggeriscono un deficit attorno al 4%». Un punto sopra il tetto del Patto.
Il clima resta dunque nervoso e teso, nell´avvicinarsi del Consiglio europeo di fine anno. Sull´onda delle polemiche relative al sospetto che dopo un caso Grecia (la provata falsificazione dei dati sulle pubbliche finanze, scelta da Atene per anni come scappatoia per aderire all´euro) segua un caso Italia, il clima tra autorità politiche e Bce torna burrascoso. Secondo il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, il Patto di stabilità con i suoi limiti alla spesa pubblica e le procedure di sanzione a chi li viola «è una pietra miliare, non una camicia di forza». Per questo «è necessario ricordare quanto sia importante per l´Europa non indebolirlo, è importante che il Patto e le procedure da attuare nei confronti dei paesi a deficit eccessivo restino pietre miliari della politica economica europea».
Le dichiarazioni di Trichet alla conferenza degli industriali europei e il rapporto mensile bce denunciano un forte allarme. Il bollettino nota preoccupato come Francia, Germania e Grecia infrangeranno quest´anno il Patto, e Berlino e Atene rischieranno di violarlo anche nel 2005. Ma forte è l´inquietudine anche per i conti pubblici italiani, che si avvicinano ai valori-limite. I motivi di tale allerta li ha chiariti Christopher Price, direttore della divisione debito sovrano di Fitch. «E´ chiaro», ha detto, «che esiste in Italia un problema con i concetti di deficit e debito che non combaciano. Le cifre ufficiali rivelano questo aspetto». Tradotto in pratica: il nuovo indebitamento (emissione di bond e titoli, eccetera) necessario per coprire il deficit corrente aumenta peggiorando la situazione del debito. «Il presidente del Consiglio ha fatto delle promesse ma nessuno ha una chiara idea di come finanzierà i tagli fiscali».
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