ROMA - Sarà di nuovo un voto di fiducia, è il terzo anno consecutivo, a sbloccare l’approvazione della legge Finanziaria, ancora all’esame del Senato e in attesa di tornare alla Camera. «Garantisco che sarà necessario» ha detto ieri il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, difendendo la Finanziaria con gli sgravi fiscali e attaccando il centrosinistra. «La loro proposta sulle tasse è poco credibile, la loro rincorsa a quel che stiamo facendo è patetica» ha detto il premier, confermando che i tagli saranno seguiti da altri «sgravi nel 2006 per un punto di pil e coperti da tagli alle spese». La decisione sulla fiducia, contestata duramente dall’opposizione, sarà presa oggi dal Consiglio dei ministri, da cui si attendono notizie anche sul condono edilizio. Oggi scadono infatti i termini per la presentazione delle domande e l’adesione alla sanatoria. Il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, ha ribadito anche ieri che «di proroga non se ne parla neppure», dopo che il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Cosimo Ventucci, aveva invece ammesso che i tecnici dell’Economia stavano valutando l’allungamento dei termini.

L’annuncio della fiducia sulla Finanziaria non ha comunque colto di sorpresa la maggioranza, che la giustifica con la ristrettezza dei tempi. Ignazio La Russa, vicepresidente vicario di An, ammette che «la Finanziaria è sempre piena di insidie», ma esclude che la fiducia sia motivata da dissidi nella CdL, «mai forte e coesa come ora». Esattamente il contrario di quel che sostiene l’opposizione. «Appena si mette a discutere un po’ la maggioranza si squaglia» ha detto il segretario dei Ds, Piero Fassino, mentre in Senato il gruppo ha ritirato il 90% degli emendamenti alla Finanziaria «per togliere qualsiasi alibi alla maggioranza sulla fiducia».

Il voto dovrebbe essere chiesto dal governo la prossima settimana, quando la legge di bilancio arriverà in Aula al Senato, su un maxiemendamento che Siniscalco illustrerà oggi al Consiglio dei ministri. Conterrà le modifiche al testo della Finanziaria e assorbirebbe sia il decreto legge sulla correzione dei conti, i cui tempi di conversione sono a rischio, che tutti gli articoli della legge di bilancio, così da sbrigare la pratica con un unico voto, che potrebbe essere replicato alla Camera. Le modifiche riguarderebbero le agevolazioni Irap e le deduzioni per le badanti.

Sull’Irap la Lega ha insistito sulla franchigia per favorire le piccole aziende, ma in Commissione Bilancio, a tarda notte, la maggioranza non ha trovato l’accordo e tutto è stato rimandato a stamane. Polemico, al termine, il ministro leghista per le Riforme, Roberto Calderoli: «Senza un ministro al fianco - ha detto - è dura. La Finanziaria si fa con i ministri e non con i ragionieri». Gli altri capitoli controversi della manovra (studi di settore compresi) sono stati sistemati nel corso dell’esame della Commissione.

La Finanziaria, tuttavia, continua a sollevare proteste anche fuori dal Parlamento. Ieri hanno manifestato i poliziotti della Cgil. Oggi sfileranno gli agricoltori, i sindacati della funzione pubblica e gli amministratori degli enti locali.