Da La Stampa del 10/12/2004

Il premier: così evitiamo l’assalto alla diligenza. Occhi puntati sul condono edilizio

Fiducia sulla Finanziaria per chiudere in fretta

Oggi il Consiglio dei ministri vara il maxiemendamento. Protesta l’opposizione

di Roberto Giovannini

ROMA - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi conferma la decisione già presa da qualche giorno: «Garantisco che è necessario il voto di fiducia sulla Finanziaria», afferma. Una scelta che viene motivata con la necessità di accelerare i tempi di discussione del provvedimento, oltre che di evitare sempre possibili «assalti alla diligenza» da parte dei senatori a una manovra che nel corso della discussione parlamentare ha già perso per strada più di un pezzo. Una decisione che per l’opposizione, però, è diretta a colpire soltanto la maggioranza, che nelle ultime ore (un po’ frenetiche) di esame notturno della manovra 2005 in Commissione Bilancio tentava di sciogliere i nodi ancora aperti, dai «pedaggi ombra» agli studi di settore, dal riclassamento degli immobili alla franchigia sull'Irap. E - chissà - a concordare modifiche all’articolato in quello che sarà l’«ultimo treno» a disposizione dei senatori per inserire qualche novità.

Sì, perché l’ultima parola spetterà esclusivamente al governo. Sarà l’Esecutivo, infatti, a mettere a punto l’ormai classico maxiemendamento di un solo articolo, che conterrà l’intero articolato (riveduto e corretto) della Finanziaria. Il maxiemendamento verrà presumibilmente presentato formalmente martedì, e mercoledì ci sarà il voto di fiducia, su cui evidentemente la Cdl non potrà che votare con un «sì». Il centrosinistra, con il leader Ds Piero Fassino, attacca «il modo padronale di Berlusconi per far rientrare i dissensi», e con il relatore di minoranza Cesare Marini (Sdi) annuncia che manterrà in Aula (si comincia lunedì) solo il 10 per cento delle proprie richieste di emendamento, per mostrare «che la fiducia viene posta da Berlusconi contro la sua stessa maggioranza». Il coordinatore di An Ignazio La Russa replica che la fiducia fa parte delle tecniche parlamentari e servirà per portare i risultati a casa in tempi più rapidi.

Non è affatto escluso che il maxiemendamento governativo possa contenere qualche sorpresa «importante», oltre a misure di «taglia e cuci» concordate con partiti, senatori e associazioni d’interesse: nonostante le continue e reiterate smentite, molti osservatori si dicono convinti che potrebbe comparire una proroga dei termini per l’adesione al tormentato condono edilizio. In queste ore (oggi è l’ultimo giorno utile) c’è il rush finale dei potenziali interessati per presentare domanda di sanatoria e pagare la prima rata, ma nonostante la rincorsa dei ritardatari i più ritengono che per rimpolpare gli incassi (fondamentali per finanziare nel 2005 parte del taglio dell’Irpef) sarà necessario riaprire i termini. Per centrare l’obiettivo di gettito 2005, serviranno entro stasera adesioni corrispondenti a un po’ meno di un miliardo di euro. La indiscussa capitale della sanatoria, finora, è Roma, anche se pare che gran parte delle domande si riferiscano a piccoli abusi (dall’onere dunque limitato).

Di casa - sul versante del riclassamento degli immobili - si è discusso ieri in Senato. Alla fine, a sorpresa, nonostante la promessa di Berlusconi, non sono state più cancellate le norme che di fatto, modificando gli estimi da prendere a riferimento, aggravano la tassazione per gli immobili il cui valore di mercato è fortemente cresciuto. In sostanza, è saltata la proposta del relatore della Finanziaria di modificare la norma contenuta nella Finanziaria che consente ai comuni di modificare il «classamento» e le «microzone» degli immobili. Norma che aveva subito sollevato proteste perché si tradurrà per alcuni contribuenti in un deciso rincaro sia per l'Ici e sia per l'Irpef sugli immobili diversi dalla prima casa, considerando che il gettito atteso è di 500 milioni di euro. Il meccanismo consente in pratica ai Comuni di acquisire maggiori entrate riequilibrando i valori catastali di diverse aree (la misura è pensata per le città più grandi) oppure di singoli immobili (norma più adatta alle piccole realtà). Gli estimi immobiliari non vengono modificati, ma di fatto i contribuenti dovranno fare riferimento ad una diversa zona censuaria o ad una diversa classe di immobili che avrà quindi un estimo diverso, sicuramente maggiore. Le modifiche, infatti, potranno essere apportate solo per adeguare gli immobili o le aree a valori di mercato diversi. Ci sarà anche una maggiorazione di alcuni «tributi speciali» che saranno richiesti a chi utilizzerà i certificati catastali a fini commerciali. E prima dello showdown notturno in Commissione Bilancio, resta incerta la sorte dell’emendamento che toglie gli automatismi per l'aggiornamento degli Studi di Settore, e c’è la richiesta della Lega di aumentare la franchigia Irap per premiare le piccole aziende.

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