Da La Repubblica del 29/11/2004

A favore due votanti su tre, nessun Cantone contrario

Svizzera, sì alla ricerca sulle cellule staminali

di Rory Cappelli

ROMA - L´esito non era scontatissimo, nonostante governo e maggioranza avessero raccomandato agli elettori di rispondere sì a tutti e tre i quesiti del referendum: ricerca sulle cellule staminali, nuova perequazione finanziaria tra i cantoni; e nuovo regime finanziario. E per la ricerca sulle cellule staminali non lo era anche perché, come del resto in altre regioni d´Europa e negli Stati Uniti, ancora fortissime sono le resistenze all´uso di embrioni umani nella ricerca. In Svizzera le proteste erano guidate da movimenti come l´Appel de Bale, che l´ha lanciato; da antiabortisti; da alcuni ecologisti; e dalla Conferenza svizzera dei vescovi. Ma il risultato è stato un secco 66,4% di voti favorevoli, con nessun Cantone contrario, con le votazioni in relativo bilico in un solo cantone, Valais, che ha dato parere positivo con il 53,7% dei voti, mentre a Ginevra il "sì" è stato pronunciato dall´84,6% dei votanti.

Soddisfatti ricercatori e scienziati che paventavano il rischio di rimanere esclusi in un ambito fondamentale per la ricerca che sta avendo, e ancor più avrà in futuro, importanti sviluppi: potenzialmente, infatti, queste cellule sono in grado di dare origine a qualsiasi tessuto o organo e, forse, apriranno nuovi orizzonti per la cura di malattie gravi come l´Alzheimer, le patologie del miocardio, il Parkinson. Anche per l´economia della Svizzera è un traguardo, visto l´alto numero di importanti industrie farmaceutiche nazionali.

Nei cantoni elvetici era in vigore una legge che vietava l´utilizzo a scopo di ricerca di embrioni fecondati che non servivano più per la procreazione: nel 2003, però, era stata approvata dal Parlamento una norma che apriva la possibilità alla ricerca sulle cellule staminali umane a partire proprio dagli embrioni soprannumerari, che in Svizzera, secondo alcune fonti, arrivano a circa 200 l´anno. Norma subito contestata da associazioni di difesa per la vita, ma anche da buona parte della sinistra che temeva, e, come tutti i promotori del referendum, teme ancora, che da tali ricerche si passasse poi alla ricerca sulle tecnologie della clonazione. Secondo la vecchia legge gli embrioni soprannumerari dovevano essere distrutti: oggi queste cellule estratte da un embrione umano e ancora senza una funzione precisa, potranno essere sviluppate in, per esempio, cellule del cuore, del cervello oppure del fegato.

Tra le condizioni della legge, quella che prevede il consenso scritto dei genitori donatori degli embrioni; quella che stabilisce l´esistenza di uno specifico progetto di ricerca che dovrà essere certificato per la sua validità scientifica ma anche per il suo rispetto dell´etica; quella secondo la quale non ci dovranno essere alternative al progetto di ricerca presentato; e quella che obbliga ad utilizzare cellule embrionali non hanno più di sette giorni di sviluppo. Un´importante restrizione è quella che stabilisce che non potranno essere prodotti embrioni per la ricerca; che gli embrioni soprannumerari dovranno essere utilizzati per la ricerca; mentre resterà illegale la commercializzazione delle cellule staminali. Pascal Couchepin, capo del Dipartmento Fédéral Intérieur, ha dichiarato che "questa dimostrazione di fiducia nella ricerca è una risposta di speranza: la speranza di poter, un giorno, guarire malattie fino a oggi incurabili".

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