Da Corriere della Sera del 02/12/2004
L’opposizione promette di interrompere le proteste di piazza scatenate dalle accuse di brogli. Ma il negoziato resta incerto
Intesa tra i due Viktor: l’Ucraina rivoterà
Stretta di mano tra Yanukovich e Yushchenko. Le urne potrebbero riaprirsi il 19 dicembre o a inizio 2005
di Fabrizio Dragosei
KIEV - Di sicuro c’è solo il fatto che gli ucraini dovranno tornare alle urne per scegliere il loro candidato. Forse il 19 dicembre, o forse qualche settimana dopo, all’inizio del 2005. Per il resto ancora nessun accordo tra i due Viktor che si contendono la presidenza e l’attuale titolare del posto Leonid Kuchma.
Il leader dell'opposizione arancione Yushchenko ha ripetuto con forza ieri sera che accetterà solo di partecipare ad un nuovo ballottaggio. E per di più dopo che sarà stata modificata la legge elettorale per impedire gran parte dei brogli registrati l'ultima volta. Kuchma invece sostiene che ripetere il ballottaggio sarebbe una farsa: «In quale parte del mondo esiste un terzo turno elettorale?». Per lui la soluzione sarebbe ricominciare daccapo con tutti i candidati del primo turno nuovamente in pista.
Nulla di fatto anche sul governo. In parlamento i sostenitori di Yushchenko sono riusciti a far passare la mozione di sfiducia al governo. Secondo loro, il candidato alla presidenza Yanukovich deve mollare il posto chiave di primo ministro. Questi però, appoggiato da Kuchma, dice che il voto non ha alcun potere legale e rimane al suo posto.
La riunione dei tre contendenti e dei mediatori europei si è conclusa dopo due ore con un documento di intesa che, però, è assai vago e lascia parecchie porte aperte. C'è il solito no all'uso della forza e c'è l'impegno a ritirare i dimostranti dalle strade attorno ai palazzi del potere. Poi si attenderà la decisione della corte suprema sui reclami presentati dai due candidati (sì, pare incredibile, ma anche Yanukovich si è lamentato di aver subito brogli).
A quel punto si riuniranno giuristi delle due parti per proporre modifiche alla legge che appaiono necessarie per risolvere la crisi. E qui già le interpretazioni delle parti divergono. Yushchenko pensa a modifiche per consentire di ripetere il ballottaggio. Anche Yanukovich sembrerebbe più propenso a tornare in campo direttamente contro il suo avversario col quale ieri, per la prima volta, si è stretto la mano.
Il presidente in carica, invece, ha in mente modifiche alla legge per consentire ai due candidati giunti al ballottaggio di rientrare anche in un nuovo primo turno. I suoi esperti sostengono infatti che con le norme attuali i due Viktor non potrebbero ripresentarsi candidati.
Disaccordo anche sui tempi. Yushchenko trattiene la gente in piazza come elemento di pressione e quindi ha fretta: «I giuristi dovranno presentare proposte entro 24 ore», per andare poi al voto il più presto possibile.
Il tempo gioca invece a favore degli altri che pensano a un lungo e «articolato» dibattito. Anche uno dei mediatori, il responsabile della politica estera europea Solana prevede tempi lunghi: «Un mese, giorno più giorno meno».
Nel frattempo i separatisti di Donetsk hanno precisato la loro posizione. Faranno un referendum semplicemente consultivo il 9 gennaio per cercare di avviare una trasformazione in senso federale dell'Ucraina. Per ora niente scissione. Gli esperti di relazioni pubbliche di Yushchenko ieri sono calati sul parlamento europeo e hanno fatto distribuire aranci e sciarpe arancioni. Nelle strade di Kiev migliaia di oppositori continuano ad aspettare. Il loro leader ha promesso che i prossimi due giorni saranno decisivi.
Il leader dell'opposizione arancione Yushchenko ha ripetuto con forza ieri sera che accetterà solo di partecipare ad un nuovo ballottaggio. E per di più dopo che sarà stata modificata la legge elettorale per impedire gran parte dei brogli registrati l'ultima volta. Kuchma invece sostiene che ripetere il ballottaggio sarebbe una farsa: «In quale parte del mondo esiste un terzo turno elettorale?». Per lui la soluzione sarebbe ricominciare daccapo con tutti i candidati del primo turno nuovamente in pista.
Nulla di fatto anche sul governo. In parlamento i sostenitori di Yushchenko sono riusciti a far passare la mozione di sfiducia al governo. Secondo loro, il candidato alla presidenza Yanukovich deve mollare il posto chiave di primo ministro. Questi però, appoggiato da Kuchma, dice che il voto non ha alcun potere legale e rimane al suo posto.
La riunione dei tre contendenti e dei mediatori europei si è conclusa dopo due ore con un documento di intesa che, però, è assai vago e lascia parecchie porte aperte. C'è il solito no all'uso della forza e c'è l'impegno a ritirare i dimostranti dalle strade attorno ai palazzi del potere. Poi si attenderà la decisione della corte suprema sui reclami presentati dai due candidati (sì, pare incredibile, ma anche Yanukovich si è lamentato di aver subito brogli).
A quel punto si riuniranno giuristi delle due parti per proporre modifiche alla legge che appaiono necessarie per risolvere la crisi. E qui già le interpretazioni delle parti divergono. Yushchenko pensa a modifiche per consentire di ripetere il ballottaggio. Anche Yanukovich sembrerebbe più propenso a tornare in campo direttamente contro il suo avversario col quale ieri, per la prima volta, si è stretto la mano.
Il presidente in carica, invece, ha in mente modifiche alla legge per consentire ai due candidati giunti al ballottaggio di rientrare anche in un nuovo primo turno. I suoi esperti sostengono infatti che con le norme attuali i due Viktor non potrebbero ripresentarsi candidati.
Disaccordo anche sui tempi. Yushchenko trattiene la gente in piazza come elemento di pressione e quindi ha fretta: «I giuristi dovranno presentare proposte entro 24 ore», per andare poi al voto il più presto possibile.
Il tempo gioca invece a favore degli altri che pensano a un lungo e «articolato» dibattito. Anche uno dei mediatori, il responsabile della politica estera europea Solana prevede tempi lunghi: «Un mese, giorno più giorno meno».
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