CARACAS - «Come ti chiami, negro?». «Jesus Gireaud, Presidente. Grazie per avermi dato del negro. Negro come Pedro Camejo, l’eroe della patria, il Negro Primero». «Siamo tutti negri, compañero. Anch’io son negro. Noi! Negri!». «E’ una razza. Una mescolanza». «Bravo, una mescolanza. La mescolanza perfetta!». Il filo diretto «Alò presidente» di Hugo Chávez è uno show mondiale. Va in onda da anni, ogni domenica. Per ore e ore, ridicolizzando il piacionismo di Berlusconi quando racconta barzellette o si appella alle «care mamme, nonne e zie», il capo dello stato venezuelano parla coi telespettatori-elettori con l’irruenza di un istrione. Fa tutto lui: la parte di Perón e quella di Evita, la parte di Castro e quella di Bonolis.

Riceve le telefonate, s’incazza, bacia, canta, intima, lusinga, bacia il crocefisso che ha al collo, minaccia, consola: «E come va la salute, chica ? Eh, gli anni...». Un giorno, festa degli innamorati, arrivò a fare alla moglie l’occhiolino in diretta: «Marisabel, stasera ti do il tuo!». Parla della fame impugnando una mortadella. Manda un saluto allo zio e a tutta «la famiglia Chávez che vive nella zona di Rubio, Táchira, Barinas e Mérida». Si mette in testa al posto del basco un pacco di latte in polvere. Esaudisce il desiderio di una bimba che vorrebbe tanto lui facesse un salutino all’ abuelita , la nonnina: «Dai ragazzi, chiamiamo la nonnina. Vamos a llamar a Adela ». E attacca una canzone: « Si Adelita se fuera con otro/yo la seguiría por tierra y por mar ...». Spiega al compañero Carlos Díaz che non deve vender polli sottocosto: «Lo sai che abbiamo fissato il prezzo del pollo, no? 1.800 bolivares il chilo. A quanto vendi, i tuoi?». «Dipende da quanto mi servono i soldi: 1.700. Anche 1.650». «Aspetta un momentino: e tu cosa ci guadagni? Tieni duro. Il prezzo deve essere giusto».

Ogni tanto parte un coro dei «patriotas»: « Así, así, así es que se gobierna! Así, así, así es que se gobierna! ». Così si governa! Basta chiacchere, por Dios ! Il meglio, spiega Marisa Bafile, la combattiva vicedirettrice del quotidiano La Voce d’Italia , lo dà quando «coltiva fino in fondo la politica dell’effetto lotteria: se riesci a parlare col presidente hai risolto tutti i tuoi problemi».

Chiama la signora Maria, dice che non hanno ancora portato l’acqua nel barrio tal dei tali, chiede come mai se lui l’aveva promesso? Il Cittadino Presidente afferra il cellulare, chiama in diretta il ministro competente, gli cava la pelle: che storia è mai questa che nel barrio tal dei tali, come denuncia la signora Maria, non c’è ancora l’acqua? Chiama la signora Vivían Núñez de Carmona: ci mette un sacco di tempo per andare da Charallave al centro di Caracas. Lui le dice che è ormai pronta la nuova linea metropolitana: «Sai quanto ci mette?». «Dicono 20 minuti, presidente». «No, cara: un quarto d’ora. Anzi, meno: sul primo convoglio farò il macchinista io. E giù il piede sull’acceleratore: 12 minuti, chica . Ti invito, con tuo marito e i bambini». Chiama un’altra donna: «Alò presidente, sono Mayela Ramos, sono emozionata di parlare con lei». «Ma no, Mayela, sono io emozionato di parlare con te...». E dove lo trovi, un presidente così? Altro che le telenovelas... «Un abbraccio di cuore a tutti i niños e le niñas , un bacio ai muchachitos e alle muchachitas di Monagas, un saluto a tutto l’Oriente e ai venezolanos de Nueva Esparta, de Margarita, Coche, Cubagua...».