Da Corriere della Sera del 10/11/2004

COLIN POWELL

«Bush manterrà la linea dura ma tenderà la mano alla Ue»

di Ennio Caretto

WASHINGTON - Il presidente Bush continuerà a seguire una politica estera «aggressiva», ma aprendosi, quando possibile, alla comunità internazionale. Lo ha detto il segretario di Stato Colin Powell al Financial Times di Londra, nella sua prima intervista dopo le elezioni. «Aggressiva nel senso che affronterà le sfide e i problemi che si presentano - ha precisato Powell - ma anche nell'interesse degli alleati e degli amici». Il segretario di Stato ha aggiunto che la politica estera di Bush sarà «di natura multilaterale, però quando necessario l'America agirà da sola». Ha quindi spiegato che il presidente «non abbasserà le vele né si tirerà indietro, ma rispetterà i propri principi e convinzioni, perché è il mandato che ha ricevuto dagli elettori».

Powell ha ribadito gli stessi concetti in Messico, dopo un incontro col presidente messicano Vincent Fox. Ma ha anche annunciato che nelle prossime settimane «passerà parecchio tempo in Europa per convincere gli amici e gli alleati che il presidente vuole un rapporto forte con loro». Il segretario di Stato ha sottolineato di essere consapevole che «Iraq e Medio Oriente condizionano il giudizio che alcuni danno di noi», e ha prospettato un rilancio del negoziato di pace tra israeliani e palestinesi nel dopo Arafat. «Il passaggio dei poteri in Palestina - ha dichiarato al Financial Times - ci offre nuove opportunità». Powell ha rifiutato di dire se si dimetterà, come ipotizzato a Washington: «Sono molto felice di fare il segretario di Stato».

Il duplice messaggio alla Ue - fermezza ma disponibilità al dialogo - è stato confermato dal portavoce della Casa Bianca Scott McLellan dopo una telefonata del presidente francese Jacques Chirac a Bush. Bush, ha riferito McLellan, «ha parlato di quanto sia importante che lavoriamo assieme e continuiamo a consultarci con gli amici e alleati». La linea del presidente Usa nel suo secondo mandato (nessuna marcia indietro sull’Iraq e sulla lotta al terrorismo, tentativo di riavvicinamento con Francia e Germania) era già stata anticipata dall’ambasciatore americano all'Onu John Danforth: «È uno dei compiti che mi ha dato» aveva spiegato. Al Congresso è parso significativo che alla controversa formula della «vecchia e nuova Europa» sia stata sostituita quella conciliante degli «amici e alleati».

La ricerca della difficile convergenza mentre l'Iraq è in fiamme comincerà domani quando Bush e Powell riceveranno il segretario della Nato Jaap de Hoop Scheffer e dopodomani quando riceveranno il premier inglese Tony Blair. De Hoop Scheffer ha ammonito l'Europa che «non deve unirsi contro l'America», e ha invitato entrambe a «imparare l'una dalla altra». Con un gesto simbolico - «è conscio dei loro enormi sacrifici» ha rilevato McLellan - Bush ieri si è recato al Reed hospital, l'ospedale militare di Washington, a rendere omaggio ai feriti giunti dall'Iraq.

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